Cova e Pertusillo, tardive le rassicurazioni di Pittella. E’ quanto dichiara in una nota il consigliere regionale Gianni Leggieri del Movimento 5 Stelle. Di seguito la nota integrale.
L’interesse della Regione per le vicende del Pertusillo e del Centro Oli di Viggiano arrivano dopo anni di imbarazzanti silenzi e dopo numerosi tentativi di minimizzare i problemi che le estrazioni petrolifere hanno generato nell’intera area della Val d’Agri.
Appaiono tardive le rassicurazioni di questi giorni del Presidente Pittella e le azioni che vengono annunciate.
Abbiamo lasciato trascorrere anni senza che si facesse nulla per tutelare la salute pubblica, per difendere il nostro territorio, per garantire il rispetto delle regole, oggi, all’improvviso qualcuno si sveglia da uno strano torpore e inizia ad accorgersi della situazione.
Un ripensamento che sa tanto di beffa per chi da tempo denuncia cosa accade nella nostra Regione e i gravi danni causati dalle estrazioni petrolifere. Un ripensamento che sa tanto di strategia elettorale alla ricerca di un consenso perduto.
Tutti sapevano, o meglio, tutti avrebbero dovuto sapere, eppure il Presidente Pittella e la sua Giunta hanno sempre ignorato il problema, minimizzato, addirittura condannato l’allarmismo degli ambientalisti.
Sono molteplici le interrogazioni presentate tra il 2014 ed il 2017 dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, molte di queste aspettano ancora una risposta. Eppure sono interrogazioni con le quali si chiedevano chiarimenti proprio sulla situazione del Pertusillo, sul Centro Oli di Viggiano, sull’inquinamento rilevato nel corso di alcuni controlli, sulla situazione dei territori interessati dalle estrazioni petrolifere. Perché allora questo silenzio? Perché questa mancanza di attenzione da parte di chi governa questa Regione?
Anche quando nel maggio del 2016 abbiamo chiesto, sulla scorta di uno studio dell’Arpa Basilicata condotto sui sedimenti dell’invaso del Pertusillo (“Progetto di monitoraggio dello stato degli Ecosistemi dell’area della Val d’Agri – pag. 195 – marzo 2015), come mai risultasse “la presenza diffusa di idrocarburi nei campioni dei sedimenti sia del fiume Agri che di alcuni suoi affluenti oltre che ne sedimenti del Lago del Pertusillo”, la risposta è stata: il silenzio.
Un silenzio assordante ed imbarazzante che ha dell’incredibile. Un silenzio che inchioda la politica lucana alle sue responsabilità.
Dagli accordi del 1998 ad oggi la storia è stata sempre la stessa. Abbiamo avuto una classe politica regionale completamente assoggettata ad interessi altri rispetto a quelli del popolo lucano. Una classe politica troppo dipendente dalle decisioni di Roma e troppo supina rispetto al potere delle multinazionali del petrolio.
Oggi, quella storia continua, con attori diversi, ma non fatevi incantare ed ingannare, perché il risultato è sempre lo stesso.
Così accade che il nemico diviene chi cerca di fare un po’ di chiarezza, chi lancia l’allarme rispetto ad un disastro ambientale in atto da tempo, chi vuole risposte.
Invece di condannare con forza chi inquina e chi nasconde i dati, invece di condannare chi non ha fatto il proprio dovere, si condanna chi indaga, chi si adopera per scoprire la verità.
Sono i paradossi della terra lucana, i paradossi di una terra dove i “veri talenti” sono costretti a fuggire, mentre altri talenti lucani restano a difesa del cane a 6 zampe.
Gianni Leggieri, consigliere regionale Movimento 5 Stelle
Pertusillo e Centro oli, interrogazione di Romaniello. Il consigliere del Gruppo misto chiede al presidente della Regione di rendere pubblici i dati delle rilevazioni fatte dall’Arpab.
Da un lato la notizia di tracce di idrocarburi rilevate in un pozzetto di scarico nell’area industriale di Viggiano, con il conseguente intervento dei carabinieri del Noe, l’ammissione da parte dell’Eni che si sono registrate fuoriuscite di greggio da uno o più serbatoi del Centro oli, le verifiche effettuate dall’Arpab con carotaggi e campionamenti all’interno ed all’esterno del centro oli di Viggiano. Dall’altro le allarmanti notizie pubblicate dai giornali sulle macchie scure presenti nelle acque del Pertusillo, a cui sono seguite le dichiarazioni del direttore generale dell’Arpab circa la inattendibilità delle analisi prodotte da privati, “senza però fornire atti e analisi puntuali capaci di smentire quanto affermato dagli autori delle analisi”.
Fatti e circostanze che per il consigliere regionale del Gruppo misto Giannino Romaniello richiedono chiarimenti. Per questo ha presentato un’interrogazione con la quale chiede al presidente della Regione Pittella “se relativamente all’individuazione del perimetro dell’area da interessare al programma di carotaggio e campionamento, vi sono stati ostacoli da parte di Eni affinché gli stessi interessino anche l’interno del Cova, come in parte si è cercato di affermare con dichiarazioni pubbliche da parte del direttore generale dell’Arpab, e con quali atti formali l’Eni avrebbe eventualmente impedito l’accesso di funzionari e personale dell’Arpab al Cova”.
Romaniello chiede inoltre di sapere “quando, come e chi ha effettuato, se ciò è avvenuto, prelievi e analisi sia nel Pertusillo che nelle acque di superficie e del sottosuolo nell’area a valle del centro oli successivamente all’evento degli sversamenti di greggio dai serbatoi del centro Oli, relativamente alle analisi delle acque del Pertusillo, quali ragioni, se sono state effettuate ne impediscono la pubblicazione integrale delle sostanze rilevate, nell’eventualità che l’Arpab non abbia effettuato le analisi, quali ne sono state le motivazioni, se non è opportuno, necessario ed indispensabile riprendere il progetto di monitoraggio costante delle acque del Pertusillo e non solo, al fine di fornire alla comunità lucana le garanzie e le rassicurazioni sull’assenza di rischio per la salute e le produzioni agricole”.