Vito Petrocelli, senatore Movimento 5 Stelle: “In Basilicata sfrecciano in rosso solo il debito pubblico e la propaganda”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La Basilicata continua a sperperare il denaro dei lucani, non per produrre occupazione, ma propaganda, nonostante abbiamo 48750 euro procapite di debito pubblico regionale e un rapporto debito pubblico/Pil al 254%. Mi riferisco all’assegno di 3 milioni e 100 mila euro staccato, non di tasca sua, dall’assessore Nicola Benedetto, per riempire i media e i social network con l’arrivo del Freccia Rossa tra le rotaie obsolete della Basilicata e per certificare l’uscita dall’isolamento in cui versa il sistema di trasporto regionale.
In realtà, non fa altro che confermare che in Basilicata possono sfrecciare in rosso solo il debito pubblico e la propaganda, visto che nessun treno, nemmeno un eventuale Freccia di Platino, potrebbe mai superare gli 80 km/h da Ferrandina a Salerno.
Siamo di fronte all’ennesima forzatura di spesa e a un altro passo verso il fallimento economico della Regione, che sarà evidente a tutti non appena esauriranno gli artifici contabili con i quali coprono da anni l’ammanco pubblico maturato nella sanità (che ci costa circa 1,3 miliardi di euro all’anno), nei 35 enti pubblici vigilati (100 milioni di euro i conti in rosso dei soli Consorzi industriali), e nelle 6 società partecipate (il solo Acquedotto lucano ha 170 milioni di debiti). Ai quali vanno aggiunti anche gli interventi tampone fatti per pareggiare gli squilibri contabili dei Comuni gestiti dal Pd, come per i 26 milioni di euro “saldati” alla Città di Potenza togliendo servizi ai cittadini di tutta la Basilicata e senza “punire” i colpevoli di tale disavanzo record per una cittadina di appena 60 mila abitanti.
L’inconciliabilità dell’operazione “Freccia Rossa” sta tutta nella politica di Trenitalia degli ultimi 10 anni, che ha disinvestito nel trasporto pubblico su rotaie, come struttura capillare di collegamento viario sul territorio, per cui, con il silenzio e la complicità della classe politica, sono state chiuse tutte le stazioni ferroviarie lucane, tranne Metaponto e Potenza. I “nostri” amministratori regionali, hanno poi investito male nel trasporto privato su gomma, che è ampiamente finanziato con fondi pubblici, senza neanche riuscire ad ottenere che un cittadino lucano possa raggiungere, dalla provincia (o viceversa), uno dei due capoluoghi e garantirsi il ritorno quando gli farebbe o comodo o piacere.
Per il M5S, che lo ha messo per iscritto nel programma per le regionali del 2013, è tempo che si investa ogni centesimo possibile nell’ammodernamento delle 3 linee ferroviarie utili, da Metaponto a Napoli, da Ferrandina a Bari e da Potenza a Foggia, perché queste grandi opere possono produrre lavoro e occupazione stabili e perché la libertà di movimento dei cittadini è una delle espressioni principali della democrazia.
Contestualmente, aggiungo, vanno riaperte le stazioni ferroviarie, facendole diventare anche punti di snodo intermodale, orientando il trasporto privato su gomma per collegare i paesi lucani a una vera rete ferroviaria e, di conseguenza, a una vera possibilità di muoversi liberamente in lungo e largo, dentro e fuori i confini regionali.
Pittella & C., invece, hanno perso sia l’occasione di dare lavoro che di realizzare un efficiente sistema di trasporto in Basilicata, dato che dei 18 miliardi di euro finora spesi dall’Europa, in questi due anni, per il settore ferroviario, non hanno voluto chiedere nemmeno un centesimo. Né hanno mai nemmeno tentato un accordo interregionale con la Puglia e la Campania per utilizzare i fondi Fesr non spesi da queste 3 regioni nell’ultimo decennio, di fatto restituendo ingenti somme di denaro all’Europa e privando i lucani di una rete di trasporto efficiente, che prima di essere superveloce, sia quantomeno normale.
Vito Petrocelli, senatore Movimento 5 Stelle