Paolo Castelluccio, consigliere regionale Forza Italia, interviene sul dibattito che riguarda la “partita del petrolio”. Di seguito la nota integrale.
CASTELLUCCIO (FORZA ITALIA): NELLA “PARTITA PETROLIO” OCCORRE UN’INIZIATIVA PIU’ INCALZANTE DEL MONDO IMPRENDITORIALE LUCANO
C’è un aspetto della “partita petrolio” ingaggiata con il Governo Renzi che a me pare fortemente sottovalutato e che dovrebbe, invece, registrare una più incalzante iniziativa del mondo imprenditoriale lucano in tutti i settori di attività, dall’edilizia, all’agricoltura, al turismo, alle pmi, all’artigianato, ecc. : l’assenza di una programmazione delle royalties (da scongelare) e di quelle che verranno per lo sviluppo produttivo capace di sostenere le pmi in questa tremenda fase di crisi e in grado di creare posti di lavoro. E’ un aspetto che prima nel Memorandum, sostenuto dal precedente Governo Berlusconi e successivamente nell’articolo 16 del DL Liberalizzazioni, fortemente voluto dai parlamentari di Forza Italia, trova punti di riferimento rimasti però sulla carta. Per questa ragione ritengo che la voce dell’imprenditoria, a partire dalle numerose associazioni di categoria, sia troppo debole al pari di una rappresentanza assegnata al Cartello associativo “Pensiamo Basilicata” che si limita alla partecipazione a dibattiti e confronti senza far sentire il “fiato sul collo” al Premier Renzi e al Governatore Pittella. La questione non è dunque solo quella di ottenere, in forma diretta ed indiretta, più risorse dall’estrazione di petrolio, tanto meno di accontentarsi di 50 milioni di euro che, pare, in queste ore si starebbero per sbloccare dal Patto di Stabilità, ma di avere le idee chiare e quindi i programmi chiari di spesa che non possono più riguardare l’ordinaria amministrazione o le emergenze sociali da affrontare. Penso solo a quello che è necessario fare nel Metapontino per l’assetto del territorio e la prevenzione da alluvioni, al rilancio del comparto agricolo, al riposizionamento del turismo, al recupero dei centri urbani e che con le risorse proprie ordinarie non siamo in grado di garantire.
Il Parlamento e la Regione sono chiamati ad un impegno straordinario per modificare il decreto “Sblocca Italia” che, complessivamente, non porta alcun beneficio al mondo produttivo lucano, limitandosi allo sblocco del finanziamento di una sola opera irrigua
FLORIO (CD), CONTRADDIZIONE RENZI, nessuna indicazione su gettito per lo Stato di circa 1,5 miliardi tra imposte e royalty per i diritti di estrazione
Rossana Florio, vice segretaria Centro Democratico
La più grande contraddizione di Renzi nel suo metodo di approccio alla questione del petrolio lucano, che pure presenta non pochi aspetti negativi come ha già rilevato il capogruppo di Cd in Regione Benedetto, si scopre nelle parole dell’economista Davide Tabarelli (Nomisma Energia) considerato uno dei massimi esperti di tematiche energetiche e vicino ad Assomineria (la Confindustria delle compagnie estrattive): “Le esplorazioni valgono 15 miliardi di euro di nuovi investimenti, che avrebbero riflessi virtuosi sul Prodotto interno lordo. E produrrebbero un gettito per lo Stato di circa 1,5 miliardi tra imposte e royalty per i diritti di estrazione”. Ed allora viene spontanea una domanda: perchè Renzi invece di imporre la “linea dura” non capovolge l’annuncio del nuovo decreto e parte da una proposta su quali benefici diretti ed indiretti verranno alla Basilicata dai circa 1,5 miliardi tra imposte e royalties, tanto più che non è disponibile nemmeno a consentirci di utilizzare le royalties già riconosciute e congelate dal Patto di Stabilità? Per ora si trincera dietro la promessa di nuova occupazione, una promessa troppo vaga e generica. Ed è sempre l’economista Tabarelli a parlare di infrastrutture di cui il Sud “in cambio” degli idrocarburi ha assoluto bisogno e che sono elementi fondamentali – strade, aeroporti, alberghi – allo stesso turismo. Esattamente come avvenuto in Romagna nell’area di Ravenna con le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. E’ anche questa la motivazione della sollecitazione del nostro capogruppo in Regione per affrontare gli aspetti della nuova ricerca ed estrazione di petrolio a 360 gradi con tutto ciò che riguarda la compensazione ambientale, di sviluppo produttivo e di occupazione che senza infrastrutture non possono concretizzarsi ma sono destinate (come è accadut! o sinora) a rimanere nei documenti di impegno dello Stato (il Memorandum). E in materia ambientale il contenzioso con le regioni timorose di vedere danneggiata la propria vocazione ambientale si aprirà certamente. C’è un’altra “macchia” nell’annuncio di Renzi: si punta tutto su petrolio e gas senza alcun riferimento alle energie rinnovabili che pure i Governi precedenti sia di centrodestra che di centrosinistra hanno sempre considerato essenziali nella strategia energetica nazionale e che da noi in Basilicata registrano impianti significativamente produttivi per eolico, solare, biomasse.
Sul tema che riguarda le estrazioni petrolifere in Basilicata il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni dichiara in una nota che Renzi calpesta il popolo italiano per favorire le lobby del petrolio. Di seguito la nota integrale.
«La Basilicata non è il deserto libico, né Renzi può permettersi di decidere arbitrariamente dove, quando e quanto sfruttare ulteriormente le risorse di una terra che già contribuisce notevolmente al portafoglio energetico italiano con il suo petrolio ed il suo gas, senza aver visto nessun ritorno in termini di riscatto economico e sociale. Matteo Renzi non può essere un uomo solo al comando perché non è un campione né un fuoriclasse e prima di decidere di aumentare indiscriminatamente la produzione di petrolio della Basilicata, dovrebbe capirne il contesto ambientale, il tessuto sociale e la vocazione economica. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è pronta a contrastare in ogni maniera il modo di agire di questo governo, che quotidianamente calpesta il popolo italiano tutelando interessi particolari, come quelli, in questo caso, delle lobby del petrolio. Come gruppo parlamentare daremo tutto il nostro sostegno, istituzionale e politico, alle proposte sul petrolio che Fratelli d’Italia-An Basilicata ha presentato in regione con il capogruppo Gianni Rosa attraverso una proposta di legge regionale che principalmente prevede: l’aumento delle royalties al 25%, lo stop a nuove estrazioni per i prossimi 10 anni e la riduzione del costo dei carburanti eliminando le accise nazionali».
È quanto dichiara il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni.
Sulle estrazioni petrolifere in Basilicata si accende nuovamente il dibattito dopo le dichiarazioni rilasciate dal premier Renzi. Di seguito la nota di Michele Olivieri, portavoce dei Verdi lucani.
A proposito delle ultime vicende di estrazioni petrolifere lucane, noi Verdi facciamo appello alle forze sane di questa regione, nonché al mondo ambientalista vero e non di facciata legati al potere. Il nostro appello nasce dalla necessità di creare un unico vero movimento ora come non mai per dimostrare a Renzi che non siamo uno sparuto comitatino, ma che le nostre posizioni rappresentano tutto il pensiero del popolo Lucano. L’attuale debolezza contrattuale istituzionale della nostra regione viene da lontano, non certo nasce oggi. Da sempre abbiamo avuto una classe politico dirigente divisa, impegnata a coltivare il proprio orticello, e diciamolo pure con un popolo reso suddito, incapace di reagire a questa disfatta perdendo identità e appartenenza ad un territorio ricco di storia socioculturale. Sono patetici i tanti comunicati stampa fatti da politici che occupano postazioni di rilievo istituzionale, sembra che appartengano ad un altro mondo, vestendosi di abiti di cittadini anonimi, non assumendosi responsabilità dirette o a prendere iniziative nei palazzi che contano (la storia giudicherà). Lo sviluppo, il futuro della nostra regione non sono le estrazioni petrolifere ma sono le nostre peculiarità naturali che il buon Dio ci ha regalato. Dobbiamo rilanciare l’agricoltura, quella di qualità, perché abbiamo un territorio ancora sano rispetto ad altre regioni, legandolo al settore di trasformazione e favorendo l’inserimento di giovani che hanno idee e voglia di lavorare, considerate le forti immigrazioni verso altre mete. Senza tralasciare il turismo che può rappresentare il volano della crescita economica occupazionale in cui la politica deve credere e mettere insieme un mondo diviso e disorientato, creando una squadra e far sistema all’interno. Non dobbiamo inventarci chissà cosa ma semplicemente gestire al meglio le nostre risorse.
Portavoce Verdi Lucani Michele Olivieri
L’accanimento del Premier Renzi nei confronti della Basilicata sulla questione petrolio non solo è incomprensibile ed ingiustificato ma rischia di compromettere ogni tentativo di mediazione e di confronto che pure esponenti lucani di Governo, parlamentari e Governatore continuano a volere e ricercare. E’ il commento del capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto alla dichiarazione del Premier a Brescia che conferma la “linea dura” adottata per l’estrazione del petrolio lucano. L’annuncio di aver già approvato la norma per estrarre più petrolio conferma la nostra valutazione sul Governo che vuole farci trovare di fronte al fatto compiuto per contrattare da un punto di forza. Il problema – aggiunge Benedetto -non è quello di perdere qualche voto come banalizza Renzi pur di incrementare l’estrazione di idrocarburi quanto quello del conflitto con la Regione e i Comuni lucani e con le comunità locali di cui sottovaluta le conseguenze limitandosi a quelle elettorali per se e il suo partito. Dispiace registrare un atteggiamento sprezzante della democrazia, dell’autonomia regionalista e della volontà popolare e che non consente alcun margine di confronto se non la mobilitazione popolare. Il Governatore che pure continua a credere nelle possibilità di strappare nuove concessioni in cambio del petrolio, a partire dall’esclusione delle royalties dal Patto di Stabilità, ne prenda atto e accolga la mia proposta di un Consiglio Regionale straordinario per decidere la risposta che Renzi merita, altrimenti l’unica possibilità che ci resta è di chiedere l’intercessione della Madonna di Viggiano, “regina” di Basilicata, cosa che tutti faremo domani. Ma dopo la processione di fede dovremo pensare ad un’altra processione a Roma.
Gianni Rosa, Portavoce regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, commenta le dichiarazioni del premier rilasciate a Gussago per le estrazioni petrolifere in Basilicata e i “battibecchi amorosi tra il viceministro Filippo Bubbico e il Presidente della Regione Marcello Pittella.
Il vergognoso tradimento del Popolo: “Non siamo solo voti, siamo Lucani”.
I battibecchi amorosi tra il viceministro e il Presidente della Regione, compagni di partito, sostenitori di Renzi, sono stucchevoli. Che non ci venga a dire il Governatore lucano che l’uscita delle royalties del petrolio dal patto di stabilità è un successo perché aggiungerebbe al danno la beffa.
Mentre il Presidente del Consiglio attenta alla nostra Terra, gli esponenti del Pd lucano fanno finta di litigare nel silenzio assordante dell’Onorevole Speranza. È questo che fa più male. Ricoprono posti di potere, si vantano di governare, promettono molto e quando c’è bisogno di loro fanno finta di bacchettarsi o si nascondono spudoratamente. E con loro, sono da biasimare tutti gli esponenti lucani degli altri partiti che sostengono il Governo nazionale. Perché ricordiamolo: è un Governo di larghe intese. E grandi ruberie, aggiungiamo noi!
Questi atteggiamenti dimostrano una vocazione al tradimento del popolo lucano che per troppo tempo è rimasta celata dietro chiacchiere e festicciole. È inutile: non potevano non sapere e magari sono anche d’accordo.
Noi, noi Lucani, non ci arrenderemo. Venderemo cara la pelle. Domani partirà la nostra campagna di sensibilizzazione su quello che la politica, connivente con le compagnie petrolifere, ha fatto diventare più un problema che una fonte di ricchezza per il nostro Popolo: il petrolio, che, per i Lucani, è morte sociale, economica, del territorio e pericolo per la salute.
Sul piano istituzionale continueremo a portare avanti le nostre proposte di legge che rivisitano tutta la materia petrolifera, non solo sotto l’aspetto economico. Rinnoviamo, quindi, l’invito ai Sindaci, agli amministratori lucani, che sono i primi presidi di tutela dei cittadini, ad associazioni e a tutti i Lucani ad appoggiarle, abbandonando le bandiere di partito, per una volta, affinché si combatta insieme una battaglia che non ha colore politico.
Nei prossimi giorni organizzeremo incontri e dibattiti ai quali tutti saranno i benvenuti, esponenti delle amministrazioni locali, associazioni ambientaliste e non e, soprattutto, tutti i Lucani. Siamo pronti a scendere nelle piazze e a difendere il nostro territorio perché Noi siamo il Popolo lucano e combatteremo fino alla fine. Solo uniti possiamo vincere questa battaglia. Non siamo solo voti. Siamo Lucani.
Gianni Rosa, Portavoce regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Basilicata
Rosa: “Renzi ci ha dichiarato guerra, noi siamo pronti a combatterla”.
Lo ha detto a Gussago, in provincia di Brescia. Non ha avuto neanche il coraggio di venire a dircelo in faccia.
“La Basilicata è mia e la spremo come voglio”, queste sono in sintesi le parole del Premier che hanno il tono impositorio ed autoritario delle dittature che dichiarano guerra.
Adesso sappiamo perché Speranza, De Filippo, Bubbico, Margiotta, Viceconte & Co. non hanno speso una parola per difendere la Basilicata dagli assalti del loro premier: sapevano ed hanno taciuto. Adesso sappiamo da che parte stanno, con un Governo che vuole sfruttare la Lucania contro la volontà Lucani.
A questi signori diciamo che non abbandoneremo la barricata facilmente, che noi siamo qui e che, accanto a qui ‘comitatini’, c’è tutto il Popolo lucano. A questi signori facciamo sapere che, se vogliono la guerra, noi la combatteremo!
Gianni Rosa, Portavoce regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
Petrolio: Prinzi su dichiarazioni Renzi
Le dichiarazioni del Premier Renzi che confermano (se qualcuno avesse ancora qualche dubbio) che per il petrolio e in materia energetica intende fare sul serio, a modo suo, richiedono nervi saldi ed un’intelligente strategia da costruire attraverso ascolto e condivisione in primo luogo delle comunità della Val d’Agri e del Sauro. Non ho mai pensato possibile per la Basilicata un percorso di autonomia speciale o addirittura di statuto speciale , sia pure nell’ambito del complesso processo del federalismo che nel Paese ha attraversato fasi diverse sino a passare dalla stagione di maggiore esaltazione a quella di maggiore delusione. Ma è evidente che, mettendo da parte inutili se non dannose strumentalizzazioni o la gara tra chi sia il migliore paladino degli interessi della Basilicata, vada individu ata una strategia che coinvolga i rappresentanti lucani del Governo Renzi e tutti i parlamentari senza tralasciare autonomie locali (in prima fila i Comuni della Val d’Agri e del Sauro, proiettati verso l’Unione dei Comuni dopo l’esperienza negativa delle Aree Programma), forse sociali ed imprenditoriali. La battaglia ingaggiata dal Presidente Pittella contro il Governo per escludere dal patto di stabilità le royalties del petrolio non deve considerarsi già persa. A pagare è l’intero territorio, ma a perdere in credibilità e autorevolezza sono gli enti pubblici che, loro malgrado, stanno diventando la prima causa di fallimento delle imprese. Pertanto sforare il Patto è una scelta non più rinviabile e da compiere fino in fondo. Anche sul fronte del Memorandum fa bene il Presidente a non considerare chiusa, o per i più pessimisti perduta, la trattativa con il Governo Renzi. Confesso di non aver compreso la posizione del viceministro Bubbico che ci invita a non “monetizzare” le risorse petrolifere e a concertare con il Governo sviluppo ed occupazione come se le due cose siano in antitesi tra loro e non due facce della stessa medaglia.
Le attese sono adesso rivolte agli strumenti, alle azioni e alle iniziative che Pittella metterà in campo, rafforzando il processo di concertazione e il protagonismo delle comunità locali, per tradurre in fatti operativi le sue idee. E quindi si deve pensare alla mobilitazione delle Autonomie Locali, delle forze sociali e dei cittadini. Quanti come me hanno speso un’attività politico-istituzionale per cambiare le “regole del gioco” nella partita petrolio non gli faranno mancare il proprio apporto di proposte e di ulteriore approfondimento. C’è inoltre un’altra carta da giocare per scardinare l’atteggiamento del Premier Renzi: la risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente della Camera sulle trivellazioni di idrocarburi può diventare un ulteriore strumento di tutela delle comunità locali, come quelle della Val d’Agri e del Sauro, che convivono con le attività petrolifere per scardinare la posizione di Renzi che, invece, continua ad insistere sulla necessità, “ad ogni costo”, di intensificare l’estrazione e la ricerca. I punti salienti della risoluzione prevedono “la sospensione delle attività nelle zone di elevato rischio sismico, vulcanico, tettonico così come indicato da indagini scientifiche preventive di supporto effettuate dagli enti di ricerca; affiancare alle procedure di valutazione di impatto ambientale una accurata analisi dei costi e benefici in relazione alle future eventuali attività esplorative e di coltivazione da autorizzare in zone di pregio turi stico ed economico, con particolare riguardo agli eventuali impatti negativi che tali attività possono avere sull’economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi”.
Il Parlamento può dunque esercitare fino in fondo le sue prerogative perchè la “concessione unica” cui pensa il Governo non può ignorare normative di legge e fare a meno di istituti di ricerca e indagini del territorio e dell’ambiente.