“La Regione Basilicata si fa trovare ancora una volta impreparata sulla questione della concessione dei lidi che soprattutto nel Metapontino è segnata dai continui ritardi nell’aggiornamento dei piani di Lidi”. Lo afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) riferendo che invece la Toscana ha varato il regolamento per il rinnovo delle concessioni demaniali per i balneari che consente ai Comuni di poter rinnovare la concessione da 6 a 20 anni in favore di quegli imprenditori, concessionari, che presenteranno un congruo piano di investimenti.Una misura che riguarda tutti quei titolari che – spiega Castelluccio – nel 2020 rischierebbero la propria attività di impresa a seguito della mancata pronuncia finora in Europa sulla proroga, nell’applicazione della direttiva Bolkestein, cioè la norma comunitaria che sancisce l’obbligo delle aste delle concessioni.Tutto fa ora presupporre che la pronuncia arriverà non prima dell’autunno, andando a modificare l’attuale scenario sulla riforma delle concessioni balneari.Bolkestein o non Bolkestein – aggiunge – la disciplina delle concessioni balneari ha bisogno da tempo di una nuova legge che superi il Codice della navigazione del 1942, e le migliaia di imprenditori del settore non possono più lavorare senza conoscere il proprio futuro specie se devono investire con soldi propri nell’ammodernare gli stabilimenti balneari”.
Castelluccio inoltre raccogliendo segnalazioni di titolari di stabilimenti balneari della costa Metapontina sostiene la necessità di una verifica sulle modalità di completamento del progetto relativo alle barriere soffolte per mitigare il fenomeno dell’erosione costiera, utile nel Metapontino per quanto accaduto negli ultimi anni.
Nel riferire che è stata presentata una proposta per istituire l’ “Osservatorio nazionale sull’erosione costiera”, il vice presidente del C.R. evidenzia che il fenomeno ha caratteristiche di grande rilievo: 3500 km sui circa 8000 di coste italiane sono intaccati e compromessi dall’erosione marina. A rischio sono in particolare le coste basse e sabbiose per oltre 1600 km e su 540 km insistono beni, come centri urbani, strade e ferrovie, tutti a rischio crollo. L’erosione ha divorato oltre 24 milioni di metri quadri di spiaggia dal 1980 a oggi.Ogni metro quadro/anno di spiaggia produce circa 35/40 euro di sole attività di spiaggia e un Pil complessivo annuo per metro quadro pari a 1200 euro. Considerando i 24 milioni di metri quadri scomparsi in questi anni si può tranquillamente affermare che l’Italia ha bruciato ogni anno più di 28 miliardi di Pil derivanti dal turismo connesso con il mare e nel conto non sono considerati i dati relativi ai danni a strutture e infrastrutture, comprese ferrovie, strade, scogliere, ecc.
Giu 08