“In Basilicata ci sono 207 farmacie, delle quali circa il 60% sono situate in Comuni sotto i 5 mila abitanti, e di queste ben il 96% (116) sono collocate negli 80 Comuni della regione che hanno meno di 3 mila abitanti. Nelle aree interne, quindi, ci sono circa 120 farmacie che fungono da presidi sanitari, dove opera un professionista a disposizione degli utenti 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, che potrebbero supportare attivamente la sperimentazione di nuovi modelli assistenziali per le aree interne”. Così Franco Caiazza, presidente dell’associazione Federfarma, ha introdotto, in quarta Commissione consiliare, presieduta da Luigi Bradascio (Pp), la proposta di Federfarma che mira a coinvolgere a pieno diritto le farmacie nel Piano regionale sanitario 2018-2020.
Condividendo pienamente gli obietti e i percorsi del Piano regionale sanitario che mette al centro i cittadini, Caiazza(coadiuvato da Tommaso Rocco e Gugliema Punzi) ha sottolineato l’importanza della figura del farmacista che, ha detto, “non è solo un ‘dispensatore’ di farmaci, ma è in grado di offrire servizi e consigli personalizzati agli utenti grazie alla sua competenza”. “In ambito informatico – ha proseguito il presidente di Federfarma – le farmacie possono già contare su un ottimo livello di integrazione e comunicazione con le Aziende sanitarie. Grazie ai software WebCare e WebDpc, in ogni momento, il farmacista può visualizzare le informazioni in merito ai prodotti e farmaci erogati e il personale delle Aziende sanitarie può monitorare l’andamento dei consumi e della spesa. Ad oggi, nella regione Basilicata, diversi servizi vengono già erogati da parte delle farmacie del territorio come il Cup, le attività descritte nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) regionale per la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (Bpco) e l’asma e nello screening per il tumore del colon retto. Sulla base di queste esperienze – ha aggiunto Caiazza – le farmacie potrebbero evolvere il loro ruolo mediante l’integrazione nelle reti cliniche, per rendere fruibili ‘a distanza’ competenze specialistiche e a supporto dell’aderenza alle terapie favorendo, così, l’integrazione tra ospedale e territorio. Pertanto – ha concluso – proponiamo l’arricchimento del Piano regionale sanitario Basilicata, integrandolo con le funzioni specifiche che le farmacie possono svolgere come componente essenziale della rete della presa in carico del paziente cronico”.
Il presidenteBradasciodopo aver assicurato il presidente di Federfarma che si farà portavoce di questa esigenza, ha sottolineato la necessità di dover “declinare le osservazioni in fatti”. Il consigliere Pace(Gm), nel ribadire che esiste un livello di convergenza sulle questioni sollevate, ha sottolineato che tali proposte vanno condivise con l’assessore Franconi. Romaniello (Gm) nel rimarcare che, sinora, tutti gli auditi, ognuno per la propria competenza, hanno rappresentato criticità rispetto al Piano, ha posto la questione se sia il caso di riscrivere il Piano o se fare solamente delle correzioni. Il consigliere Napoli (Pdl-Fi) ha definito “interessante la strategia delle aree interne, dove uno dei tre pilastri è l’assistenza alle popolazioni. Le farmacie – ha detto – possono svolgere tutta una serie di attività sollevando gli ospedali da impegni che potrebbero essere svolti sul territorio. Una logica da perseguire se vogliamo garantire una assistenza sanitaria a tutto tondo”.
Successivamente l’organismo consiliare ha ascoltato Antonio Papaleo, presidente dell’associazione lucana assistenza diabetici che ha evidenziato come in Basilicata “il diabete, malattia epidemica, ha indici più preoccupanti rispetto ad altre regioni incidendo sulla spesa sanitaria intorno al 10 per cento”. Papaleo ha parlato di “complicanze della malattie terrificanti, quali cardiopatia e cecità. La Basilicata – ha proseguito – si è dotata di una legge apposita, la n. 9/2010, che doveva essere implementata ma così non è stato. E’ stato istituito l’osservatorio che ha funzionato un paio di mesi. Siamo qui per sollecitare la piena attuazione di quanto previsto nella legge 9, soprattutto in merito alla territorialità, al fine di evitare disagi ai pazienti costretti a faticosi spostamenti. Dovrebbe esserci anche una migliore integrazione tra i medici prevedendo, come ha fatto la Toscana, il ‘diabetico guida’”. Papaleo ha, poi, auspicato una maggiore attenzione nella scuola rispetto alla patologia oltre a campagne di informazione e prevenzione della malattia. “Un diabetico informato – ha concluso – è veicolo di risparmio”.
Subito dopo è intervenuto il dottoreMoreadefinendosi “il diabetologo più vecchio della regione”. “Mi sono dedicato per una vita al diabete – ha detto – e il Psr non mi fa capire chi deve fare cosa. Non si capisce qual è il ruolo dell’ospedale e quale quello del territorio. Occorre fare qualcosa in più rispetto alla prevenzione, iniziando dalle scuole, abbiamo, inoltre, liste di attesa lunghe da sette a otto mesi. Abbiamo bisogno di rapporti di collaborazione stretta con tutti, dove ciascuno faccia la propria parte”.
Successivamente sono intervenuti i consiglieri Napoli, che ha auspicato “un’accorta campagna di sensibilizzazione su alimentazione e stili di vita”, Pace che ha parlato dell’importanza di scoprire presto l’insorgenza della malattia per meglio curarla e il presidente Bradascio il quale ha posto l’attenzione sul mondo dell’associazionismo “nucleo centrale della società, anello importante in grado di dare un giusto apporto nella gestione delle patologie”.
E’ stata poi la volta del sindaco di Stigliano, Francesco Micucci il quale dopo aver sottolineato che l’Ospedale di Stigliano “è stato oggetto di numerosi interventi che ne hanno ridimensionato l’offerta di servizi e prestazioni, trasformando la struttura da ospedale per acuti, della fine degli anni ’80, in ospedale distrettuale degli ultimi anni”, ha posto l’accento sulle caratteristiche del territorio e sulla distanza che separa Stigliano dai centri deputati al pronto soccorso attivo (60 km da Policoro, 80 km da Matera e 75 km da Potenza). “Il tutto – ha proseguito – è aggravato dalla assenza di una elisuperficie in grado di garantire il volo notturno delle eliambulanze”. “Con le riforme degli ultimi anni non solo si è privato il territorio di un diritto costituzionalmente garantito ma si è svuotato il bacino occupazionale. La riforma attuata – ha aggiunto – non sembra dettata dal contenimento dei costi ma dalla diversa distribuzione dell’offerta sanitaria”. Micucci ha chiesto che “nel nuovo Piano sanitario, venga considerata la specificità del territorio anche al fine di non rendere vano lo sforzo che si sta compiendo con il progetto ‘Aree interne’”.
Il presidente Bradascio nell’evidenziare che “un comune come Stigliano deve guardare a un modo nuovo di fare sanità che non sia legata solo all’ospedale”, ha rimarcato l’importanza dell’assistenza distrettuale. “Pensare a rafforzamenti di ospedale come quello ad esempio di Stigliano – ha detto – non è pensabile adesso, fare invece una buona assistenza distrettuale è la via più giusta da percorrere”.Per il consigliere Napoli“il destino dell’ospedale di Stigliano è già segnato” e rivolgendosi al sindaco ha detto: “il Decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici equantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, non vale solo per l’ospedale di Stigliano ma anche per altri”.
Le esigenze delle persone affette dalla sindrome di Down sono state portate all’attenzione della Commissione dal presidente dell’associazione – sezione Vulture, Raffaele Talucciil qualeha illustrato un progetto teso a “creare e ad offrire agli utenti della nostra regione servizi e prestazioni di alto livello”. “Da qui – ha spiegato Talucci – nasce l’idea di realizzare un ambulatorio pediatrico polispecialistico presso la Domus Padri Trinitari di Bernalda, con l’auspicio di ottenere la partnership del rinomato Ospedale pediatrico “Bambin Gesù” di Roma. Il poliambulatorio sarà una struttura multidisciplinare in cui verranno espletate sia attività correlate alle malattie infantili generiche che attività rivolte alla disabilità. La fine della convenzione tra Ospedale San Carlo di Potenza e Bambin Gesù di Roma ha riportato il nostro territorio di un passo indietro in più ambiti: sotto il profilo della qualità dei servizi offerti ma anche per il maggior dispendio di risorse economiche a causa della migrazione dei pazienti verso la sede centrale dell’ospedale romano. Riorganizzare gli ambulatori – ha concluso Talucci – e riattivare la convenzione con specifica attenzione alle disabilità, consentirebbe non solo un enorme risparmio per la sanità regionale ma garantirebbe all’utenza del territorio e delle regioni circostanti, servizi sanitari efficienti ed efficaci”. Talucci si è poi appellato ai componenti della Commissione affinché il progetto proposto possa trovare concreta attuazione. “Ve lo chiedono i ragazzi e le loro famiglie”.
Il presidente Bradascioha ricordato le azioni poste in esseredal Consiglio regionale quale la legge per il recupero delle spese affrontate dalle famiglie. E a proposito delle difficoltà che affrontano le famiglie è intervenuto il consigliere Pace ricordando che “nel centro sud, un istituto che offra lo screening periodico con visite oculistiche, logopediche, fisioterapiche e cardiologichenon esiste, per cui sarebbe un atto più che giusto adoperarsi per dare attuazione a questo progetto.Il presidente Bradascio nel condividere l’esigenza presentata da Talucci ha proposto al consigliere Pace di preparare un emendamento che, ha detto, “sono sicuro potranno firmare tutti i consiglieri”. Per Napoli “la soluzione potrebbe essere quella di immaginare non una soluzione squisitamente tutta lucana, ma offrire un servizio all’intero Mezzogiorno. Se la Basilicata vuole segnare una svolta in questo settore così importante la chance c’è. Le risorse ci sono, soprattutto se facciamo leva sulla ricerca. Questa è la sfida di una Basilicata che vuole stare al passo con i tempi”. Per Lacorazza occorre verificare se vi sia relazione tra il progetto presentato e il piano sanitario. Occorre che vi sia coerenza nei programmi”.
Erano presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Romanielloe Pace (Gm), Perrino (M5s), Napoli (Pdl-Fi), Lacorazza ePolese.