Pietro Sanchirico (Italia unica): “Proviamo ad alzare l’asticella del confronto politico”. Di seguito la nota integrale.
Alla vigilia del Consiglio Regionale sul “referendum anti-trivelle” nella consapevolezza che non sarà certo il referendum a risolvere i problemi dello sviluppo della regione proviamo ad alzare l’asticella del confronto politico sulle questioni più importanti. Il nostro non vuole limitarsi ad essere l’ennesimo tentativo, di rianimare un dibattito sinora tutto teorico e intorno a postazioni di potere. Ci muove la consapevolezza che l’asticella dei problemi della regione come dell’intero Paese ha superato il limite di guardia e non c’è più tempo da perdere. L’ambizione è di riunire sotto uno stesso tetto, e per percorrere il medesimo tratto di strada, alcune delle migliori energie civili, fuori da preconcetti schemi ideologici o asfittici legami di appartenenze. Il tempo delle divisioni e del piccolo cabotaggio, dell’attenzione agli interessi particolari, della cura del proprio orticello di convenienze è definitivamente scaduto. Per tutti. Occorre uno sforzo che coniughi spirito di servizio e competenze, capacità e dedizione, talento e abnegazione. È necessario che attorno alle proposte vere, concrete, praticabili di soluzione dei tanti e annosi problemi che affliggono la nostra gente si assiepino tutte le persone di buona volontà, che hanno a cuore il futuro delle generazioni che verranno, che sono convinte che il declino non è un sentiero ineluttabile.Tante, troppe volte ci siamo detti e soprattutto ci siamo sentiti dire: le vostre idee sono belle ma non si potranno mai realizzare. Non è vero. Si può cambiare, e in meglio. Molto meglio. L’Italia e gli italiani possiedono le precondizioni: umane, sociali, economiche – sì anche economiche se gli sprechi vengono definitivamente debellati – per giocarsela al meglio nella globalizzazione in atto. Ci vuole la generosità di chi non si tira indietro e si spende in prima persona. Milioni e milioni di cittadini che ridanno alla politica la sua dimensione più vera e nobile. Non è un’utopia. Al contrario è un bisogno che sale dal profondo del corpo stesso del Paese.
Corrado Passera ha deciso fin da giugno di candidarsi alla guida di Milano. Un gesto di generosità, lontano dai giochi tattici delle segreterie partitiche, che racchiude in sé anche una precisa valenza politica: testimoniare concretamente che l’Italia può essere modello in Europa, che una politica “alta” è possibile. Siamo convinti che ci siano le condizioni per costruire un largo consenso trasversale partendo da posizioni liberal-democratiche, popolari e riformiste, offrendo agli italiani soluzioni ambiziose e concrete attraverso persone competenti, oneste e capaci di vero spirito di servizio.
Set 18