Leonardo Pinto, Presidente Onorario ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere): “25 aprile festa nazionale che continua a dividere. L’antifascismo riesce a fermare la deriva conservatrice? Di seguito la nota integrale.
Se fosse così, Meloni e FdI dovrebbero stare al 2% o non esisterebbero nello scenario politico italiano. Invece non è così. Secondo gli ultimi sondaggi Fdi risulta il primo partito in Italia con il 28% di voti. Sembra che più si incalzi con l’antifascismo più crescono i consensi per FdI. Sarà una pura coincidenza, ma è proprio così.
Si tratta questione seria che va affrontata con molto laicismo per evitare equivoci e fraintendimenti.
Per parlarne correttamente bisogna preliminarmente rispondere alla seguente domanda: in Italia vi sono rischi concreti di una replica del fascismo?
Ritengo proprio di no.
La XII disposizione finale e transitoria della Costituzione, vieta la riorganizzazione -sotto qualsiasi forma- del disciolto partito fascista, mentre la Legge 645/1952, c.d. legge Scelba, si occupa dell’attuazione della predetta disposizione; le Sezioni Unite della Cassazione con la recentissima sentenza depositata il 17 aprile hanno affermato che il saluto romano, se manifestato in determinati modi e circostanze, può essere reato.
Pertanto, lo Stato dispone di adeguati strumenti per prevenire ed evitare l’organizzazione di movimenti e partiti fascisti. Non si comprendono quindi le strumentalizzazioni politiche che si fanno sul fascismo morto, sepolto dalla guerra, vietato dalla legge.
Ma c’è di più!
Gli anticorpi del fascismo e di qualsiasi sistema autoritario sono contenuti nella stessa Costituzione. La quale prevede norme di diretta applicazione che prevalgono sulle leggi ordinarie. Per intenderci, un esempio per tutti: l’art.21 della Costituzione prevede che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure.
Di conseguenza, la libertà di parola, anche quando questa non è gradita, è un diritto di rango costituzionale ampiamente tutelato purché la notizia, la manifestazione di pensiero, la critica, la cronaca abbiano i requisiti della continenza, della verità oggettiva o putativa e dell’interesse sociale.
Il vero problema che esiste oggi in Italia non è il fascismo morto e sepolto senza possibilità, come visto, di resurrezione, ma la corretta e completa attuazione della Costituzione Repubblicana innanzitutto da parte di quelli che si dichiarano antifascisti. I quali devono comprendere che affermare che la Costituzione è antifascista è perfettamente inutile se poi non viene applicata e rispettata.
La domanda a questo punto, come diceva Lubrano, nasce spontanea: non è che i cittadini, stanchi e disgustati del mancato rispetto della Costituzione, della legge in generale, dell’indicibile affarismo politico, votino Meloni per cambiare o, peggio, per dispetto, sebbene questa si dichiari platealmente una patriota conservatrice?
Non ritengo che gli Italiani la votino in quanto conservatori trumpiani. Non lo sono mai stati e non lo sono.
La prova l’abbiamo avuta alle recenti elezioni regionali.
Il centrodestra in Basilicata non ha vinto per suoi meriti, ma per i demeriti della nomenklatura del PD (Speranza, Boccia, Bubbico, De Filippo, Santarsiero, Folino, Cifarelli & C.) che ha tentato di imporre la candidatura Chiorazzo spaccando lo stesso PD, il M5S allontanando dall’area progressista associazioni e movimenti politicamente alternativi al centrodestra. Giusto per capirci. A questo va poi aggiunto il fallimento politico del centrosinistra fino al 2019, tra cui il disastro della sanità pubblica.
Orbene, dopo ottant’anni è utile alimentare furiose divisioni in occasione della festa del 25 aprile che, in quanto festa nazionale, non é non dev’essere festa di una sola parte degli Italiani?
Mi piace ricordare, perché sempre utile e attuale, che in altri Paesi vi sono stati sanguinosi conflitti fratricidi i cui motivi ed effetti sono stati superati guardando avanti, senza torcicolli e nel superiore interesse della Nazione.
Nel Sudafrica, Nelson Mandela, diventato Presidente dopo 27 anni di carcere, è stato l’uomo di governo della riconciliazione e pacificazione nazionale insignito del premio Nobel per la pace.
Non si comprende perché in Italia non debba accadere la stessa cosa.
E’ innegabile il dato storico: la vittoria delle armate anglo-americane sui nazi-fascisti con il contributo di partigiani azionisti, cattolici, comunisti e di quel che rimase dopo l’8 settembre ’43 dell’esercito italiano dello stato monarchico.
La ns. Costituzione, che ha tenuto conto anche dei vinti, non è stata pensata ed attuata in maniera ideologica, ma per affermare principi e diritti a prescindere dalle appartenenze politiche passate, attuali e future.
Sbaglia chi non condanna chiaramente e seccamente le aberrazioni del fascismo (leggi razziali, difetto di democrazia ecc.) e, per controbilanciare, contrappone alle stesse le aberrazioni del comunismo fatte di genocidi, limitazioni di libertà ecc.. Le une e le altre, unitamente agli stermini nazisti, rappresentano crimini contro l’umanità.
Dunque, seguiamo l’esempio di Nelson Mandela; privilegiamo l’interesse supremo della Nazione abiurando fanatismi anacronistici neppure utili a chi li pratica. Solo così la festa del 25 aprile diventerà la festa di tutti gli Italiani e non l’occasione per fare la contabilità dei morti. E’ il mio auspicio nel quale credo fermamente.