Leonardo Pinto (presidente onorario Ansb): “Riflessioni sui conflitti bellici in atto e sulle prossime elezioni regionali”. Di seguito la nota integrale.
Quando penso ai conflitti in atto mi sento cittadino del mondo impotente che, dopo aver ragionato con se stesso, prende atto con amarezza che tali conflitti sono la conseguenza dell’ordine mondiale stabilito da Roosevelt, Stalin e Churchill nella conferenza tenuta nel febbraio 1945 prima della fine della 2^ guerra mondiale, nel corso della quale furono prese decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull’assetto futuro della Polonia, e sull’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Nella successiva conferenza tenuta nel luglio-agosto 1945 a Potsdam da Americani, Russi e Inglesi, ormai vincitori della guerra, ribaditi gli accordi di Yalta, si decise lo smembramento della Germania e delle aree di influenze dei vincitori, non solo in Europa.
Brenno, capo dei Galli, dopo aver sconfitto i Romani, nelle trattative che seguirono con gli stessi pronunciò la famosa frase: “guai ai vinti” (vaevictis). A Yalta e Potsdam i vinti non furono presenti; quindi non ci fu la possibilità che il barbaro Brenno concesse ai Romani con la conseguenza, non solo “guai ai vinti”, ma di un nuovo ordine mondiale fondato su unilaterali interessi presenti e futuri dei vincitori, tra cui la proclamazione dello Stato d’Israele nel 1948.
Veniamo all’ONU.
Nell’ottobre 1945 è stata fondata l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), prevista nel “patto” di Yalta, per promuovere la pace e la sicurezza internazionale attraverso un sistema di sicurezza collettivo. Tale Organizzazione sarebbe dovuta intervenire, anche manu militare, per far cessare le ostilità belliche dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e dopo l’eccidio di Hamas nella striscia di Gaza e conseguente risposta altrettanto micidiale di Israele.
Questo purtroppo non è avvenuto.
L’ONU, conformemente alle sue finalità istitutive, nel 1954 autorizzò interventi militari per bloccare l’occupazione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord. Anche successivamente ci sono decisioni in tal senso. Ma nulla ha fatto per l’invasione dell’Ucraina e per il conflitto sulla striscia di Gaza. Da ciò consegue che degli eccidi in atto, di stampo nazisti, non sono responsabili le parti contendenti, ma tutte nazioni aderenti all’organizzazione delle nazioni unite.
Cosa fare? Assistere inermi agli eccedi? Assolutamente no!
Ritengo che per essere concreti, essendo insufficienti strilli e e striscioni, sia necessario che un membro dell’ONU, che potrebbe essere l’Italia, prenda una chiara posizione richiamando la stessa ai suoi doveri istituzionali.
Dunque, il problema è politico che non può trovare soluzione con l’attuale compagine governativa nazionale.
In Italia nessuna forza politica (mi piacerebbe essere smentito) ha finora affrontato la questione nei termini esposti.
E allora bisogna impegnarsi seriamente per avere un prossimo Governo regionale e un Presidente che abbiano altresì a cuore la pace tra i popoli e che sollecitino il Governo nazionale a richiamare l’ONU ai suoi “doveri” istituzionali. Non ritengo che tale obiettivo si possa raggiungere con Bardi, Chiorazzo o altri delle stesse cordate politiche.
La mia regola di vita é: nulla di ciò che è umano è impossibile!
Chiudo ricordando che la storia ci insegna che l’utopia è sempre matrice di rivoluzioni e cambiamenti profondi.