Pinuccio Rinaldi: “Il naufragio di Cutro tra sentimento e razionalità”. Di seguito la nota integrale.
I recenti drammatici fatti accaduti sulla spiaggia di Cutro, impongono delle corrette valutazioni per evitare di guardare gli stessi accadimenti con la sola lente dell’umanità senza quella della razionalità e viceversa.
Dato per scontato che non alberga in nessuno la volontà di non soccorrere e aiutare chi ha bisogno, resta quindi la necessità di valutare il più obiettivamente possibile quanto accaduto e da esso trarne le possibili soluzioni per evitare che il tutto possa ripetersi.
La storia giacché magister vitae insegna che le emigrazioni sono sempre esistite e sempre esisteranno, poiché frutto della conseguenza della evoluzione del genere umano e delle sue ricadute in ambito economico-commerciale-tecnologico e politico e ognuna di queste migrazioni ha conosciuto sacrifici, lutti e tragedie e ognuna di esse ha avuto sia l’integrazione che l’epilogo.
I vari Stati sia di partenza che di arrivo, attori di questo fenomeno migratorio hanno sempre intrapreso politiche tendenti al contenimento e mitigazione del fenomeno, certo non hanno avuto la stessa caratura, giacché questa caratura è funzione degli interessi di ogni Stato, ed è questo quello che ancora oggi avviene.
Per evitare il ripetersi di simili tragedie oltre a migliorare le dinamiche di soccorso è necessario cercare di “governare” il fenomeno, cosa non semplice e immediata.
Le difficoltà date dalle economie e dalle politiche interagenti dei singoli STATI attori del fenomeno, non sono coincidenti ma quasi sempre sono concorrenti, quindi le politiche atte a mitigarle e superarle richiedono tempo, nel quale tempo le tragedie restano sempre possibili.
La razionalità vorrebbe che tutti partecipassero alle possibili soluzioni senza distinzioni tra governo ed opposizione, visto anche che nel perdurare del fenomeno migratorio il governo e l’opposizione si sono avvicendati nel ruolo senza aver dato ad esso la soluzione.
Il fenomeno migratorio in genere e nella fattispecie il naufragio di Cutro, visto con la lente dell’umanità genera molta tristezza e compassione e ci rende pronti a slanci di generosità, accompagnati dalla riprovazione per la mancata capacità di evitarli.
Pur conservando la stessa umanità dimentichiamo cosa avviene quando la tragedia non succede, la quasi totalità di queste persone si ritrova nelle condizioni di nessuna umanità e fuori da ogni legalità, e però innanzi a questa condizione ogni slancio di generosità si ferma perché ci rendiamo conto di non avere le soluzioni giuste. L’assenza di soluzioni produce la conseguenza di rendere possibile ogni considerazione, si discute d’immediatezza delle manifestazioni di cordoglio e della sua forma, si organizzano cortei e talk show, si scrivono articoli, si ricordano le tragedie consumate, però tutto nel segno della divisione.
Mitigare ed integrare il processo migratorio richiede prima di ogni altra cosa l’unità di intendi e una visione condivisa dello stesso.
In assenza di questo ciò che resta è solo retorica che non giova alla causa e certifica il mancato equilibrio tra sentimento e razionalità.
Pinuccio Rinaldi