Pinuccio Rinaldi: “La strana bussola che guida la politica italiana”. Di seguito la nota integrale.
In un paese definito normale, come ebbe a dire un noto politico non più sulla scena, la bussola che dovrebbe orientare l’agire della politica, intesa come maggioranza ed opposizione, dovrebbe essere quella di considerare punti cardinali, i problemi di interesse collettivo irrisolti e ritenuti prioritari. Invece in Italia la bussola orienta l’agire politico su aspetti che prioritari non sono e che rispondono ad interessi vari e di parte, vedi ius soli e ius scholae. Argomenti non presenti nel programma politico votato dagli italiani, ma che Forza Italia ed opposizione ritengono funzionali ad un proprio interesse. Per Forza Italia è utile per marcare una sensibilità diversa e attraverso di essa cercare di allargare uno spazio politico. Per l’opposizione è funzionale al progetto di dividere ed indebolire la maggioranza. Questo agire politico, che in altre circostanze potrebbe sembrare normale, ora non lo è se consideriamo e ricordiamo quali sono i problemi che la Nazione è chiamata a risolvere. Con due guerre alle porte di casa, con la necessità di avere sull’argomento una posizione unica, con il dovere di condividere ogni azione possibile per allontanare lo spettro di una guerra nucleare e la paura di perdere ogni bene conosciuto, con la necessità di condividere ed avere uno sviluppo industriale che non distrugga posti di lavoro nel nome di un ecologismo utopico, con l’urgenza di avere un sistema giudiziario credibile ed efficiente, con una sanità che non sia in affanno e allo sbando, con una pubblica amministrazione che sia adeguata ai tempi dell’intelligenza artificiale, insomma con tutta una serie di grossi problemi da affrontare e risolvere, la politica e l’informazione si muovono come se tutti i problemi citati non esistessero.
I temi presenti nell’agenda della politica generati dall’opposizione, sono lontani dalle reali necessità della popolazione e le notizie offerte dalla stampa viaggiano sul binario lontano dagli interessi reali, ius soli e indagini sulla sorella del premier ne sono il segno.
In un paese “normale” la politica nelle condizioni date, dovrebbe impegnare il proprio tempo in dibattiti finalizzati a superare le ansie e le paure prima citate, mentre l’informazione dovrebbe sollecitare confronti ed analisi anch’essi tendenti alle soluzioni dei problemi e non a rincorrere, o peggio generare notizie che non aiutano a risolvere i problemi, ma che sono solo funzionali ad interessi di parte.
Trascurando che sia la politica che l’informazione, benché portatori di interessi esclusivi, in un paese normale, essi sono patrimonio di tutti, quindi devono essere orientati da una bussola che guarda agli interessi collettivi.