“Nella riunione del 13 giugno del comitato di sorveglianza del Po Fse 2014-2020 della Regione Basilicata abbiamo rappresentato la necessità di ridurre i tempi per l’effettivo trasferimento delle risorse ai soggetti beneficiari e di mettere in campo un monitoraggio delle ricadute sociali e soprattutto occupazionali delle varie misure finanziate dal programma operativo”. È quanto sostiene il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia. “Nella relazione annuale che ci è stata sottoposta emerge in modo lampante l’attuale discrepanza tra le risorse impegnate al 31 dicembre 2018, vale a dire 154,5 milioni di euro, pari al 53,36 per cento della dotazione totale del programma (289,6 mln), e le spese dichiarate dai beneficiati che ammontano a 49,8 milioni, ovvero meno di un terzo delle risorse impegnate e meno di un quinto delle risorse disponibili. Tale risultato meramente contabile – spiega il segretario aggiunto della Cisl Basilicata – se da un lato ha consentito di conseguire la cosiddetta riserva di performance di 17,4 milioni, con il benestare della Commissione europea, dall’altro evidenzia la difficoltà persistente della macchina amministrativa regionale e delle sue articolazioni funzionali a trasferire in tempi fisiologicamente accettabili le risorse impegnate ai beneficiari delle varie misure, con inevitabili conseguenze anche sull’impatto sociale delle misure”.
“Le cause di questo fenomeno – continua il sindacalista della Cisl – sono molteplici ma ritengo che sia fondamentale impegnare la pubblica amministrazione nel rendere questi processi molto più fluidi e tempestivi, anche perché questa situazione può generare conseguenze negative sulle aziende e sui cittadini. Inoltre, se vogliamo che i cittadini percepiscano l’Europa non come un organismo lontano che chiede solo sacrifici ma come un ente che mette a disposizione opportunità per un reale riscatto dal disagio economico e sociale in cui si trovano, è necessario approfondire, al di là della valutazione contabile, le ricadute sociali e occupazionali degli investimenti fatti nel nostro contesto regionale. In questo senso, come Cisl siamo rammaricati dal fatto che l’osservatorio regionale del mercato del lavoro stenti ormai da anni a decollare nonostante le insistenti sollecitazioni delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali che si sono ripetutamente spesi per la sua implementazione nella convinzione che l’osservatorio sia uno strumento indispensabile per mettere in campo strumenti sociali efficaci e per misurare l’impatto delle misure sulle principali variabili di contesto, in linea peraltro con quanto prescrive la stessa Unione europea”.