Il professore universitario materano Giovanni Schiuma si inserisce nella polemica tra l’Amministrazione Comunale di Matera e l’Università degli Studi di Basilicata scaturita a seguito delle sollecitazioni da parte del Comune di Matera di liberare l’immobile di San Rocco occupato dall’Unibas per trasferire tutta l’attività didattica nel Campus universitario in via Castello, in fase di ultimazione. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Giovanni Schiuma: Il Comune di Matera senza coordinamento strategico con l’Università
L’ennesima riprova dell’assenza di pianificazione e coordinamento strategico dell’amministrazione comunale. L’amministrazione non ha saputo costruire un rapporto di collaborazione con l’università nella sua interezza come istituzione regionale deputata alla creazione e diffusione della cultura e delle competenze essenziali per lo sviluppo locale. Molteplici possono essere i fondamentali e non rinunciabili contributi che l’università può dare alla città di Matera, dal supporto alla redazione degli strumenti programmatici come l’oramai fantomatico Piano Stategico, piuttosto che il piano strutturale e i regolamenti di sviluppo della città; alla progettazione e implementazione di iniziative per costruire un ecosistema locale di innovazione e di competenze; per non parlare dell’essenziale ruolo che l’università gioca per i processi di internazionalizzazione e dell’ispessimento del mondo economico produttivo locale. Questi erano gli obiettivi che stavo perseguendo prima di dimettermi dal ruolo di assessore con la delega – tra le altre – all’università. Ed infatti da subito appena nominato avevo convocato un tavolo di coordinamento con l’università per garantire l’impegno e l’impiego delle migliori energie accademiche dell’Unibas; nonché per accompagnare in modo virtuoso l’uso del nuovo campus e concordare azioni sugli attuali contenitori. Purtroppo da allora il vuoto. Ma l’amministrazione è sembrata e sembra più interessata a gestire gli spazi già disponibili, piuttosto che costruire la trama del tessuto culturale e del capitale sociale indispensabile per riempire i contenitori di valore e di progetti sostenibili nel tempo. Lungo è l’elenco delle opportunità già mancate. La mia opinione – in accordo a come avrei operato – è che sarebbe stato necessario costruire un dialogo permanente e non occasionale per co-pianificare e co-progettare le azioni di sviluppo da mettere in campo – incluso le modalità di sviluppo dei contenitori che come proclamato dovrebbero essere destinati ai centri di innovazione. Occorre infatti ricordare che non basta mettere un’etichetta dietro la porta o assegnare degli spazi a dei soggetti perché questi si trasformino in un motore di sviluppo imprenditoriale e innovativo. L’esperienza di Basentech avrebbe dovuto fare scuola. Innumerevoli sono le esperienze internazionali di successo che l’amministrazione dovrebbe studiare ed usare come base informativa per assumere decisioni. È tempo che l’amministrazione si raccordi seriamente ad un gruppo di esperti per evitare azioni che potrebbero essere inefficienti o ancor peggio inefficaci e depauperanti delle opportunità e risorse della nostra comunità.
Nella foto www.SassiLive.it Giovanni Schiuma
bell ! bell!, dicono a Bari. Se Atene piange, Sparta non ride. A Potenza si dice: un’ maronna mia e l’at cumm aggià fa.