Auditi in quarta Commissione consiliare le rappresentanti della Commissione regionale per le pari opportunità ed il Presidente della Confapi di Basilicata.
La quarta Commissione consiliare permanente presieduta dal consigliere Luigi Bradascio (Pp), ha audito le componenti della Commissione regionale per le pari opportunità, Ilaria Nitti, Giovanna Galeone e Caterina Cerbino, in merito alla proposta di legge n. 33 del 2014 di modifica alle leggi regionali n.9 del 1999 sulla “Istituzione di un fondo di solidarietà a favore di donne e minori vittime di reati di violenza sessuale” e n. 26 del 2007 sulla “Istituzione Osservatorio sulla violenza di genere e sui minori”.
Nella relazione di accompagnamento alle proposte della Crpo di rivisitazione della pdl 33/2014 si legge che “I percorsi di prevenzione ed intervento dedicati alla riabilitazione psico – fisica ed al reinserimento sociale delle donne e dei minori vittime di violenza sessuale richiedono un approccio trasversale ed una naturale progressione temporale dei programmi predisposti per il caso concreto. E’ indispensabile offrire strumenti in grado di intervenire ciascuno in un aspetto e in un momento specifici del fenomeno violento e delle sue conseguenze sulla vittima. In quest’ottica, i centri antiviolenza, le case rifugio e le case in semiautonomia costituiscono mezzi particolari di un unico piano di reintegrazione della persona vittima di violenza. I centri antiviolenza, quali presidi di prima assistenza, avviano un processo di presa in carico delle vittime di violenza sessuale, offrendo soccorso e supporto immediati e provvedono al monitoraggio del fenomeno violento. Il percorso delle donne e dei minori che si rivolgono in prima istanza ai predetti centri, prosegue, poi, nelle case rifugio, deputate ad accogliere, nel rispetto della riservatezza degli ospiti, le donne abusate e i minori a loro carico, che necessitano di protezione e cure, predisponendo percorsi di recupero psicologico e pedagogico ad personam. Acquisito, poi, un grado di riabilitazione sufficiente ad assicurare alle donne protette una certa autonomia, il programma di recupero prosegue nelle case in semiautonomia, ove la donna viene aiutata a ritrovare la propria indipendenza attraverso un percorso progressivo in cui ogni fase è propedeutica all’altra”.
Ilaria Nitti, nello specifico, ha sottolineato che “una quota del Fondo di solidarietà è da destinare proprio alle case in semiautonomia che è fondamentale assurgano a reale presidio per il recupero delle vittime di violenza allo stesso livello dei centri antiviolenza e delle case rifugio. Questa nostra istanza – ha spiegato – deriva dalla considerazione che i centri antiviolenza e le case rifugio sono concessionarie di provvidenza nazionali ai sensi dell’articolo 19, comma 3 della legge n. 248 del 2006 e dell’articolo 5 bis della legge n.119 del 2013 di conversione del decreto legge n. 93 del 2013. Per tale ragione, richiediamo che alle case sia destinata una quota importante del Fondo in questione, atteso che le stesse non risultano, allo stato attuale, beneficiarie di alcun sostegno economico statale. Occorre considerare che tutti e tre i presidi sono parte integrante e di pari importanza di un percorso unitario di risocializzazione delle vittime di violenza. Di primaria importanza – ha continuato Ilaria Nitti – è la costituzione degli ‘Elenchi di solidarietà’ presso i Consigli degli Ordini degli avvocati. L’elenco – ha esplicitato – viene stilato dagli Ordini professionali, tra gli iscritti che ne richiedano l’inserimento previa presentare di un curriculum che attesti comprovata esperienza nei procedimenti relativi ai delitti di violenza sessuale. Per quanto concerne la legge 26/2007 – ha concluso Ilaria Nitti – è doveroso garantire parità di rappresentatività ai rappresentanti degli ospedali di Potenza e Matera. Proponiamo, quindi, l’aggiunta all’articolo 3 della lettera “e” che preveda la designazione di due rappresentanti della task force “Codice Rosa”, ove costituita, scelti, appunto, tra i componenti dell’Azienda ospedaliera S.Carlo di Potenza e dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera”. Giovanna Galeone, dal canto suo ha rimarcato il fatto che “le case protette e i centri antiviolenza già ricevono fondi da altra legge regionale”.
La Commissione, in seguito, ha audito il presidente della Confapi di Basilicata, Nicola Fontanarosa, delegato dalle rappresentanze datoriali, sul disegno di legge in materia di “Sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva (SIAP)”. Fontanarosa ha espresso “condivisione per l’impianto del disegno di legge. Si è passati – ha affermato – da una legge sul sistema formativo basata, essenzialmente, su strumenti ed operatori ad un provvedimento legislativo che pone al centro il destinatario della formazione, il cittadino. E’ un approccio strategico innovativo, frutto di una nuova visione in un quadro logico e normativo di indirizzo e di governo. Siamo dinanzi – ha proseguito – ad un modo sistematico di fissare il rapporto di partenariato, anche economico e sociale. Si offre all’utente la possibilità di scegliere tra le varie offerte dei soggetti che operano sul mercato e, in questo, un ruolo fondamentale lo riveste il Catalogo unico regionale. La creazione di una rete tra soggetti pubblici e privati con la erogazione di servizi che li mettono in concreta relazione, l’innalzamento qualitativo delle prestazioni e la qualità della stessa offerta divengono parte attiva nell’inserimento lavorativo. Le politiche attive del lavoro vanno ricondotte alla regia regionale. Sì, quindi, alla definizione degli strumenti, alle reti territoriali, con una criticità, rilevabile maggiormente all’articolo 26 del ddl, in merito all’Agenzia regionale. Fermo restante la necessità della creazione subitanea dell’Agenzia regionale che deve porsi alla guida di un processo di miglioramento costante, innalzando il modello qualitativo di integrazione tra pubblico e privato, le criticità possono venire dalla spending review e da un appesantimento economico. Le preoccupazioni vengono, anche, dal dover rendere adeguata la struttura, pensando ai servizi, dal mantenere il numero giusto di persone tralasciando esuberi e le somme algebriche che non sono premiabili. Altra preoccupazione riguarda la scelta oculata degli spazi di attività, delle opzioni di mercato pubblico-privato. Al di là di questo – ha concluso Fontanarosa – l’importante è ricondurre il tutto a livelli di reali esigenze, abbandonando la logica di salvaguardia del mantenimento dello status quo. Ripensare, dunque, i servizi di qualità cogliendo questa grande opportunità per ammodernare il sistema imprenditoriale”.
Hanno preso parte ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Giannino Romaniello, Gianni Rosa (Lb-Fdi), Francesco Pietrantuono (Psi), Mario Polese e Achille Spada (Pd), Aurelio Pace (Gm), Gianni Leggieri (M5s), Michele Napoli (Fi).