“I mille modi in cui il Sud può essere emarginato e l’Italia intera penalizzata. Questa volta parliamo di porti. In base agli studi di autorevoli esperti di logistica, la decisione di puntare quasi esclusivamente sulle infrastrutture di Genova e Trieste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza appare del tutto ingiustificata e antieconomica e lascia a quelle del Meridione solo la pesca, il crocierismo e poco più. La verità, però, è che i porti di Taranto e Gioia Tauro sono tecnicamente meglio attrezzati di quello ligure e di quello friuliano per gestire l’enorme traffico mondiale di container, oltre che per convogliare tir più pesanti e treni più lunghi. Potrebbe crearsi un polo logistico strategico e proteso sul Mediterraneo che diventerebbe anche il terminale europeo della nuova via marittima della seta. I due porti del Nord, al contrario, subiscono da diversi anni una battuta d’arresto nella crescita e necessitano di ingenti risorse pubbliche per essere ammodernati, peraltro non prima del 2026. In questo modo, quindi, non solo il Sud ma l’intero paese perderanno tempo e risorse preziose per l’inspiegabile scelta di privilegiare, come sempre, lo sviluppo di una sola parte del paese. Tutto questo in barba alla filosofia stessa del Recovery, che ha tra i suoi principali obiettivi il riequilibrio dei divari territoriali. Per questo ho presentato un’interrogazione ad hoc al ministro Giovannini, per porre alla sua attenzione queste valutazioni e invitarlo a riconsiderare la distribuzione delle risorse in ambito portuale, logistico e infrastrutturale”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, che ha presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini sulla scelta di dare priorità, nel PNRR, ai porti settentrionali rispetto a quelli meridionali: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1315563/index.html