Dare valore al cibo, ristabilire l’importanza della sua qualità ci aiuterà sicuramente a riscoprire e riapprezzare la nostra identità umana e sociale. Per questo condivido e sostengo l’iniziativa promossa dall’Associazione Prima Persona, in forte sintonia con quanto da tempo stiamo facendo a supporto dell’attività di Parrocchie, centri della Caritas, gruppi giovanili e del volontariato cattolico per venire incontro alle famiglie che hanno difficoltà a mettere il cibo in tavola. A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Basilicata Giuseppe Potenza che ha partecipato ieri all’incontro al Teatro Stabile del capoluogo.
Effettivamente, le dimensioni del fenomeno dello spreco alimentare – aggiunge – sono impressionanti: in Italia solo lo spreco alimentare “domestico”, cioè il cibo che le famiglie buttano perché scade prima che venga mangiato, vale 8,7 miliardi di euro (quasi 7 euro a famiglia a settimana, 500 euro annuali di alimenti non consumati) pari allo 0,5% del PIL. Una situazione che deve scuotere le coscienze di tutti tanto più in una realtà che vede crescere la povertà (una famiglia lucana su quattro) e come hanno ribadito esponenti della Caritas l’incremento di aiuti alimentari.
Per il segretario della Dc sono proprio iniziative di associazioni e di volontariato come quelle che fanno capo alla Fondazione Banco Alimentare (specializzata nella raccolta e nella distribuzione delle eccedenze alimentari) che rappresentano lo strumento più efficace per ridurre lo spreco ed accrescere la cultura della solidarietà. In proposito ritengo che la proposta di legge illustrata ieri dal consigliere regionale Mario Polese finalizzata a promuovere le attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari per contrastare la povertà ed il disagio sociale va nella giusta direzione di trasformare gli sprechi alimentari, o eccedenze, in opportunità verso quei soggetti che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale, promuovendo l’attività di recupero e con l’impegno a valorizzare la rete del volontariato. In Basilicata – dice Potenza – disponiamo di un tessuto associativo che non solo è un valore etico ma rappresenta l’occasione per un passaggio ulteriore verso l’occupazione nel cosiddetto Terzo Settore che richiede, come fa la pdl di Polese, un sostegno anche di natura economica.
Per combattere lo spreco di cibo ci sono inoltre opportunità che le nuove tecnologie informatiche – web e app su tutte – come ci è stato spiegato da chi le sta sperimentando con successo. Molte le piattaforme web e mobile che permettono di mettere in condivisione il proprio cibo ed evitare che si trasformi nell’ennesimo pasto cestinato e che si rivolgono direttamente ai grandi nomi dell’industria alimentare, della grande distribuzione e delle catene di ristorazione. L’obiettivo è raccogliere gli alimenti invenduti o i pasti già pronti ma non consumati e fornirli poi ad enti caritatevoli che si occuperanno di distribuirli alle persone che ne hanno bisogno e persino sono diffuse applicazioni che si rivolgono soprattutto a privati che vogliono scambiare tra di loro le eccedenze alimentari che hanno in frigo.
Diventa perciò fondamentale – conclude Potenza – un salto culturale passando da una visione caritatevole-assistenziale ad una di impegno civile per promuovere le relazioni umane attraverso i beni.