La vicenda del ddl sulle unioni civili ha l’indubbio merito di far tornare al centro del dibattito politico-culturale“il problema politico dei cattolici”, “la rappresentanza politica dell’area cattolica”, “il partito cattolico o il partito dei cattolici”, problema per troppo tempo rimosso. Non è più sufficiente scendere in piazza, come è accaduto per il Family Day o andare a pregare a Medjugorje. E’ il momento di rilanciare un progetto dei cattolici in politica. E’ quanto afferma il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza aggiungendo che i cattolici praticanti sono preoccupati della mancanza di riferimenti in politica che difendano i valori da loro condivisi. Sul piano dell’impegno politico istituzionale occorrono cattolici pronti ad impegnarsi con una motivazione profonda che va oltre l’interesse personale, che superi l’indifferenza o la delusione, ma occorre anche la formazione come competenza tecnica, perché è fondamentale colmare il “distacco” tra il pensiero, l’elaborazione culturale e politica e i problemi concreti della gente. Occorre la capacità o anche il coraggio di fare delle scelte lungimiranti per il bene di tutti. Dato il momento storico che viviamo, possiamo senz’altro affermare – continua Potenza – che uno dei compiti prioritari dei cristiani è quello di impegnarsi per sanare la frattura aperta tra etica e politica, evitando la sterile tentazione di “fare la morale” alla politica, e con la consapevolezza che non è sufficiente sia l’etica delle mani pulite che quella dello scontro per il potere, imparando sulla propria pelle che l’azione politica comporta sempre una gradualità nella realizzazione del bene comune. Ma – aggiunge il segretario Dc – non partiamo da zero:la recente manifestazione per la difesa della famiglia, che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone , la maggior parte appartenenti a movimenti cattolici di base, ha posto con forza la questione dell’impegno dei cristiani in politica.Tramontata la possibilita’ di ricostruire un partito unico dei cattolici, si pone comunque la questione del ruolo dei cattolici in politica.Il grado di civilta’ di una comunita’ nazionale si misura sul grado di promozione dei diritti in queste categorie di persone. Gli slogan, le direttive dall’alto, la politica muscolare di chi grida piu’ forte non servono e non sono utili alla causa.Il confine che misura l’impegno dei cattolici in politica e’ questo: la difesa e la promozione dei piu’ deboli.
E Papa Francesco, che ha rinnovata l’antropologia cristiana, lo testimonia tutti i giorni ispirando l’azione quotidiana dei cattolici in politica. Abbiamo sprecato troppi anni e il rischio è che ne possiamo sprecare altrettanti: è possibile pensare ad una nuova “ripartenza” politica dei cattolici italiani. Nel rispetto, però, dei capisaldi costitutivi che hanno caratterizzato da sempre l’esperienza e il cammino della tradizione cattolico democratica”.