Giuseppe Potenza, Presidente del Comitato Nazionale degli iscritti della DC 1992-93, ha inviato una nota per commentare la valutazione del Pontificato di Papa Francesco contenuta nell’indagine mensile dedicata da Swg Lab. Di seguito la nota integrale.
“Il vero portato della “rivoluzione gentile” di Papa Francesco si può leggere in una dinamica ben più complessiva: il suo pontificato ha riacceso il senso (e l’orgoglio) dell’essere cattolici oggi”. E’ sicuramente la valutazione più interessante contenuta nell’indagine mensile dedicata da Swg Lab a quella che efficacemente viene definita “una nuova epica dell’essere cattolici”. Nell’indagine non ci sono tanto i temi caldi della comunione ai divorziati o dei gay (che pure riscuotono consensi), quanto la capacità del Papa di suscitare speranze e la sua volontà di insediare una Chiesa di popolo. Quello dei cattolici è uno strano destino: tirati per la giacchetta quando serviamo a colmare le lacune di una società sempre più chiusa nel proprio egoismo, ma subito messi a tacere e invitati a tornare nel sagrato quando disturbiamo perché tentiamo di dire la nostra. E’ ora di rispondere a questi attacchi con la forza dell’orgoglio che nasce dalla nostra missione nella società. Dobbiamo smetterla di chinare la testa e lasciare che i nostri valori vengano annacquati da un relativismo etico che rischia di travolgere il futuro dell’umanità. E’ ora di reagire all’egemonia politica e culturale di chi mostra tutta la propria arroganza con accuse pretestuose che nascondono solo intolleranza. Ed è proprio Papa Bergoglio ad avvertire la spinta verso una nuova valenza etica ed epica dell’essere credente che arriva dalla contemporaneità e cerca di
rispondere alle nuove domande, alla voglia di emozioni di fede, al desiderio di ritrovare speranza, all’urgenza di serenità, all’auspicio di guardare al domani con un po’ più di futuro in tasca, alla necessità di intravvedere segnali di giustizia e gioia intorno a sé.
Per questo la risposta agli attacchi anti-cattolici deve essere decisa e senza tentennamenti ma, soprattutto, deve assumere forme molto concrete: le sfide che abbiamo di fronte sono straordinarie ed è in questi processi di complessità sociale che va posta con chiarezza la questione della cultura cattolica che poggia sul bene comune. Ecco allora la “molla” che ci vede impegnati nella vicenda della rappresentanza politica e giuridica della Democrazia Cristiana che si trascina da troppi anni. Siamo finalmente ad una svolta: il 18 novembre prossimo a Potenza illustreremo ai giornalisti le motivazioni giuridiche e politiche dell’esposto presentato al Tribunale di Potenza per l’ottemperanza delle sentenze del Tribunale di Roma, della Corte di Appello di Roma, della Corte di Cassazione a sezioni riunite. Sentenze che hanno messo fine alle dispute tra le diverse formazioni politiche, durate per 19 anni, che si richiamavano ai valori e alla formazione politica della D.C. storica, ma non avevano la legittimazione giuridica del simbolo scudo crociato con la scritta Libertas e del nome Democrazia Cristiana. Sarà dunque il Tribunale di Potenza a breve a pronunciarsi sull’esposto che chiama direttamente in causa Casini, Buttiglione, Gerardo Bianco, Alfano, e tanti altri che continuano ad usare impropriamente il simbolo storico della DC.
A sorreggerci sono le parole dure di Papa Bergoglio: “la crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa la quale presuppone sempre un’economia e un mercato che non escludono e che siano equi”. Il vigore del suo richiamo, rispetto a quello dei suoi predecessori, sta nel far agire la fede nella contemporaneità; sta nella spinta verso “un progetto di sviluppo integrale che – come precisa lo stesso
Bergoglio – per essere reale, deve raggiungere ed offrire possibilità a tutti”.