Potere al Popolo contro il Daspo urbano. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Dal primo febbraio, nella città di Potenza, è entrata in vigore “l’Ordinanza sindacale di divieto di accattonaggio” voluta dal sindaco De Luca.
La misura è una conseguenza del decreto Minniti del febbraio dello scorso anno, con il quale si introduceva il cosiddetto “Daspo urbano”, ovvero la possibilità di punire con multe e allontanamenti dal suolo cittadino chiunque attenti al “pubblico decoro”. Ricordiamo, a qualche smemorato, che un simile decreto fu sostenuto da tutta la destra italiana e fu firmato dall’allora ministro leghista Maroni.
Allora, come ora, non si riesce a capire perché un uomo o una donna, ridotti a chiedere l’elemosina in strada, rendano difficoltoso il libero utilizzo e la normale e sicura fruizione degli spazi pubblici…
Nel provvedimento del sindaco De Luca, si legge che la decisione è stata assunta anche “per prevenire e contrastare le situazioni che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione”.
Creare un collegamento tra elemosina e attività illecite è lontana da quella che dovrebbe essere un’analisi corretta e attenta della realtà sociale; è un’operazione dannosa poiché infonde intolleranza e paura generalizzata per i più deboli e per tutti coloro che vivono ai margini della società.
Noi di Potere al Popolo – Basilicata reputiamo profondamente ingiusto, oltre che inefficace, pensare di poter risolvere problemi come il disagio e la povertà semplicemente nascondendoli alla vista dei “cittadini per bene” attraverso misure repressive di ordine pubblico.
I cosiddetti “ultimi”, siano essi italiani o stranieri, non possono essere emarginati ulteriormente, ma aiutati e reinseriti in un contesto di utilità sociale, indagando, però, sulla condotta di chi opera in contesti di disagio ed emergenza sociale, al fine di scongiurare la possibilità di lucro da parte di alcune false e ipocrite organizzazioni sociali.
L’unica punizione utile è quella nei confronti di chi sfrutta la sofferenza altrui e non di coloro che vivono un’esistenza di sofferenza e precarietà.
Ci chiediamo a questo punto chi siano i veri accattoni: coloro i quali chiedono “qualche spiccio” fuori dai supermercati o chi li usa nella speranza di ottenere qualche voto in più?