Un inferno di orrore, morte e distruzione si sta abbattendo ormai da troppo giorni sulla striscia di Gaza.
Non possiamo rimanere in silenzio di fronte al massacro che si sta perpetrando su civili innocenti, per gran parte bambini.
L’OMS ha dichiarato che “la striscia di Gaza è vicina alla catastrofe sanitaria e umanitaria”, la popolazione è ormai allo stremo, stretta tra bombardamenti a tappeto e mancanza di beni primari e cure mediche.
I morti aumentano di ora in ora: ad oggi si contano più di ottomila morti tra i quali circa 3400 bambini, a cui si aggiungono decine di migliaia di feriti e più di seicentomila sfollati.
Nessuna ragione può giustificare un massacro di tale portata.
Pertanto, il Comitato per la Pace di Potenza sarà presente, come a Matera e in tante altre città, con un presidio permanente, a partire da venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 novembre, dalle ore 19:00 alle ore 20:00, in Piazza Mario Pagano.
Invitiamo tutta la cittadinanza a unirsi a noi per chiedere l’immediato cessate il fuoco e la fine di ogni violenza.
“Restiamo umani, anche quando l’umanità intorno a noi pare si perda” (Vittorio Arrigoni)
La Cgil di Potenza aderisce al presidio indetto dal Comitato per la pace del capoluogo lucano per sabato 21 ottobre in piazza Matteotti a partire dalle 18,30. “Esprimiamo preoccupazione per la nuova esplosione di violenza e per il conflitto in atto in Medio Oriente che mette a rischio la sopravvivenza di moltissimi civili – afferma il segretario generale Vincenzo Esposito – I tragici eventi di questi giorni sono fenomeni nei quali tutti siamo coinvolti e che vanno guardati nella loro complessità storica e strategica dal punto di vista del contesto internazionale. Nessun equilibrio o disequilibrio geopolitico può giustificare una comunità internazionale inerme che non si fa portavoce di diplomazia, pace e diritti umani. La guerra deve finire. È urgente che ci sia un fermo impegno da parte della comunità internazionale per garantire la pace per le popolazioni della regione. È urgente fermare ogni azione violenta ed è necessario l’intervento degli attori internazionali per l’avvio di tutte le operazioni umanitarie e diplomatiche finalizzate all’applicazione degli accordi di Oslo”.