Dopo la presunta gaffe attribuita a Di Maio e prontamente oscurata da Emiliano interviene il materano Vincenzo Viti, già parlamentare e oggi consigliere dello Svimez. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Leggo della gaffe attribuita a Di Maio e prontamente oscurata da Emiliano, prodigo mallevadore delle fortune di Matera Capitale per quel che si comprende dal confuso filmato. Ne traggo la convinzione della assoluta banalità che governa la riflessione politica. Ed anche della inadeguatezza con cui “entriamo” nelle questioni che ci toccano da vicino.
Mi chiedo: che importanza hanno le cognizioni geografiche di Di Maio, pur se assistite da Emiliano e corroborate dal facondo e simpatico califfo pugliese? Ovviamente nessuna. Specie se osserviamo che il tema vero non è se Matera alberghi in Puglia o in un’altra marca di frontiera, ma se Di Maio abbia contezza del “dove” si situi il Mezzogiorno oggi nella sua geografia mentale. A Matera si può arrivare per tante strade,salvo che per quella ferroviaria apulo-lucana,ma occorrerebbe collocarla dentro una strategia che per il momento non si intravede. E che non potrebbe non ripartire nel segno dello “sviluppo” proprio dal Sud come continente geopolitico,
La Lezzi che è Ministro mobilissimo e di oneste intenzioni dovrebbe mettere a punto coordinate coerenti e appropriate razionalizzando le emozioni elettoralistiche . Cio’ che pretenderebbe che il Mezzogiorno venga assunto nella sua autentica dimensione strategica e nella cornice mediterranea che ne valorizzi le potenzialità espansive. Che diventi un “pezzo” decisivo della visione nazionale ed europea del Paese così come il meridionalismo è parte organica della cultura nazionale ed europea . Concezione di latitudini larghe e profonde che va ben oltre la erogazione del reddito di cittadinanza, strumento che somiglia molto alla applicazione allargata del reddito di inserimento voluto dal “vituperato” governo Gentiloni.
Per queste ragioni sarebbe necessaria la declinazione di Culture cui il grillismo è estraneo, a partire da un moderno industrialismo, da un ecologismo razionale non meno che rigoroso, da una visione prospettica e positiva della economia, non irrigidita nella claustrofobia di un monachesimo curtense e penitenziale.
Il tema vero della nostra difficile transizione è come rendere governabili gli spiriti animali del salvinismo e insieme rispondere alle esigenti domande di giustizia sociale e di etica pubblica. Una contraddizione che si esprime in forme virali nel corpo sfibrato della società italiana, che chiede di essere guidata da una cultura di governo che non c’è e che va elaborata nel vivo di un processo politico tuttora confuso e privo di autentici protagonisti.
Anche in Basilicata il quadro non è confortante.
Prendiamo confidenza con personaggi erratici, frutto di improvvise escogitazioni, spinti da venti lontani e da presunzioni smodate, ma si evita di prendere atto della inanita’ della politica, chiusa in chiacchiere di vicinato, sorda al dovere di una chiara presa di coscienza. Finanche timorosa di rendiconti veri, critici ma anche, per carità, oggettivi, ( perché negare ciò che è stato realizzato,pur con i limiti storicamente noti?). Bilanci da sottrarre perciò alla speculazione di improvvisati demagoghi e di venditori di almanacchi. Registro con curiosità un incrudelimento dei toni, un infittirsi di lamentazioni e di apodittiche recriminazioni. Molte delle analisi, perfino colte e documentate, appaiono caricarsi dei linguaggi del “dies irae”,in vista del condensarsi di una opposizione “sociale” che si prepara a replicare all’ assenza di una vera dialettica politica.
Credo sia tempo di rimettere
ordine nella agenda della politica ripartendo dai fondamentali, tanta è la confusione sotto il cielo.
Lasciamo Di Maio alle sue amnesie. Pensiamo alle nostre. ben più gravi.
Ill.mo dott.Viti, ottimi analisi, ma lei per tutti questi lunghissima anni di militanza politica si e’ mai fatto autocritica per aver fatto parte, ed tutt’ora ne fa parte (svimez), del sistema che questi guasti li ha prodotti e difesi????
La riflessione che prorompe dalla lettura di siffatto articolo è proprio questa : da quale pulpito viene la predica ! Caro Viti tu sei l’emblema di una classe politica che da 50 anni (Dc-Margherita-PD) governa questa regione con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Se la Puglia (per un proprio tornaconto e’ vero) non avesse potenziato aeroporto e SS96 saremmo ancora ad aspettare la ferrovia dello stato e la barzelletta dell’avvio superficie di Pisticci.
Per mero pudore, On. Viti, ci risparmi il suo vacuo eloquio e si goda una tranquilla pensione.
Basilicata=immobilismo. E’ evidente che lassù qualcuno e’ preoccupato.