Presunte molestie sessuali su whatsapp a funzionaria Dipartimento Regione Basilicata, Coordinamento regionale donne Cgil Basilicata: “Le dimissioni non sono sufficienti. Si faccia luce sulla vergognosa vicenda e si individuino eventuali errori e omissioni”. Di seguito la nota integrale.
Presunte molestie sessuali da parte di un dirigente della Regione Basilicata nell’esercizio del proprio ruolo, le dimissioni non sono sufficienti. Si faccia luce sulla vergognosa vicenda e si individuino eventuali errori e omissioni. Chiediamo che venga immediatamente attivato l’osservatorio sulla violenza di genere.
I fatti che vedono protagonista il direttore generale al dipartimento Salute della Regione Basilicata, Francesco Bortolan, accusato di presunte molestie sessuali nei confronti di più funzionarie nello svolgimento delle sue funzioni, non si può liquidare frettolosamente con il plauso alle dimissioni. È necessario che le istituzioni tutte agiscano per fare luce sulla vergognosa vicenda e far emergere eventuali errori e omissioni. Chiediamo inoltre che venga immediatamente attivato l’osservatorio sulla violenza di genere che non si è mai riunito negli ultimi cinque anni e che è attestato proprio all’assessorato alla Salute.
Non si può tacere di fronte all’ennesimo caso in cui l’ambito politico istituzionale regionale è interessato da vicende che vedono le donne oggetto di abuso di potere e vittime di una cultura maschilista e violenta, che mostra di essere estremamente diffusa proprio nella classe dirigente politica da cui dovrebbero invece provenire azioni rivolte a sostegno di un miglioramento della condizione femminile.
È innegabile, a nostro parere, considerata la frequenza di questi episodi e di queste vicende, che ci sia una responsabilità politica pesante da parte di chi effettua scelte o non assume, di fronte all’evidenza delle questioni, le decisioni conseguenti per porre fine a una situazione che vede la Basilicata salire troppo spesso alla ribalta delle cronache nazionali per fatti gravissimi che ledono la dignità delle donne.
Le dimissioni non sono pertanto sufficienti. Il presidente Bardi e l’assessore Fanelli facciano chiarezza nel rispetto di tutte le persone coinvolte e di tutte le donne.