Mauro Martiello, Segretario regionale Alleanza Ecologica Movimento Popolare interviene sul dibattito in corso all’interno del PD in vista delle primarie del 12 luglio in cui sarà eletto il nuovo segretario regionale. Di seguito la nota integrale.
Non sono riuscito a trovare un senso a tante “italianezze” tipiche del nostro Paese.
Difficile dare un significato a tante bizzarrie italiane. Il perché di tante cose, diventa complesso rebus senza alcuna soluzione e ragione apparente. Poi magari una ragione c’è pure, ma il rischio di stancare la mente nella ricerca,costringe a desistere dal cercarla. Sarà forse questa la ragione stessa?
Inarco le spalle all’altezza degli orecchi e, rassegnato, commento: “Mah, le solite cose all’Italiana”.
Per governare un comune, un semplice consigliere, pur non dovendo decidere nulla d’importante per la vita dei suoi concittadini, deve essere eletto con un’espressione di voto, chiara e inequivocabile; scritta a matita su una scheda elettorale. Se deve governare l’Italia, questa possibilità di scelta, è vietata per legge dal sistema elettorale.
Sistema elettorale che, in assenza di successivi coinvolgimenti decisionali, è l’unico strumento con cui gli elettori partecipano alle scelte politiche del paese (fatto salvoil ricorso allo strumento referendario tanto complesso nella proposizionequanto disatteso dal voto).
Seper governare il paese non è ritenuto necessario poter scegliere con preferenza,viceversa, parrebbe democratico farlo per la scelta del segretario di partito. Ovvero,chiunque, anche chi non è iscritto a quel partito, può indicare la sua preferenza per un candidato Segretario, piuttosto che per un altro. Sfida tutta al maschile come da tradizione, previo pagamento della quota di partecipazione di2€ (salvo aumenti). Cifra che occorre per gustare un cappuccino con brioche, leggendo e commentando le notizie politiche locali, tra amici al bar sotto casa.
Ciononostante,pur non avendo tessere del partito (che comunque non sembra sia necessarioavere per scegliere il segretario di un partito regionale), anche noi, animati dalla voglia di partecipazione, siamo interessati al dibattito interno del PD sulla scelta del segretario regionale.
Ci anima la speranza che il futuro segretario regionale del PD, dopo l’investitura a suffragio universale, riconduca sul tavolo del confronto delle forze del centrosinistra, i temi che animano il dibattito politico nella nostra regione che non può restare di esclusiva responsabilità del PD.
Su questa ipotesi, però, non c’è stata ancora possibilità di confronto perché i documenti programmatici a supporto delle candidature alla segreteria regionale dei candidati, tutti e tre meritevoli di ogni considerazione, indicano esclusivamente nel correntismo nazionale tipico del partito democratico, la propria ragione di scelta. Dal Renzismo al Civatiano ex Cuperliano, passando per il Pittelliano, neo rivoluzionario.
Sarebbe interessante, viceversa, confrontarsi su come s’immagina il partito democratico in funzione dei cittadini (che pure sono chiamati a esprimersi sul segretario),e su come s’intende costruire le future politiche di alleanza giacché qualcosa è mancato guardando alle esperienze amministrative).
Un segretario politico regionale, secondo noi, dovrebbe indicare le linee strategiche con cui proseguire nelle esperienze politiche o volerle rivoluzionare definitivamente; dovrebbe parlare di priorità programmatiche e di cose da fare dal giorno dopo l’insediamento della nuova segreteria, fino alle prossime tornate elettorali, escludendo (responsabilmente) l’ipotesi di una sua diretta partecipazione sgombrando così il campo da impietosi giudizi sull’uso della segreteria per mere ambizioni personali.
Dovrebbe porre maggior risalto ai temi per cui ridare centralità al partito e a eventuali coalizioni, in un quadro decisionale per tutti i temi che riguardano la pubblica amministrazione. Un segretario regionale, all’atto della sua candidatura per questo ruolo, deve esprimersi con chiarezza dando indicazioni precise sulla volontà o meno di perseguire l’esperienza di coalizione con i partiti del centrosinistra a livello regionale, oppure se affidarsi all’autosufficienza.
Dovrebbe esprimere un giudizio su quanto è accaduto in questi anni in conseguenza delle scelte politiche operate riguardanti le attività amministrative dove il PD è stato ed è protagonista, senza temere alcun rischio d’impopolarità. E indicare la strada per le scelte future.
Ecco, queste indicazioni rafforzerebbero il nostro valore nel voto, rendendo ancora più forte la futura guida politica del Partito Democratico nell’ambito di future alleanza (atteso ancora l’alleanza democratica di centrosinistra sia tra gli obiettivi da perseguire da parte del PD).
Tutto il resto, a torto, ci parrebbe ambizione personale.
Mauro Martiello, Segretario regionale Alleanza Ecologica Movimento Popolare