Progetto infermiere di comunità per Marmo-Platano, Ferrone (PD): bene il progetto, vigileremo nella fase di attuazione. Di seguito la nota integrale.
Anche se non nascondiamo la preoccupazione per il “buco” di bilancio per la sanità lucana e i provvedimenti che ne seguono, guardiamo con attenzione all’attuazione nell’area Marmo-Melandro dei progetti di Razionalizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali (Infermieri di Famiglia e Comunità) , per una spesa di 1 milione di euro e di Telemedicina al servizio della comunità per 800 mila euro contenuti nella dgr 371 (15 maggio) che recepisce l’Accordo di Programma Quadro relativo alla Strategia dell’Area Interna Marmo Platano 2014/2020. Così Carmine Ferrone (Pd), consigliere provinciale ed assessore al Comune di Bella. Le attese e le aspettative delle nostre comunità che avvertono forte il bisogno di cure ed assistenza socio-sanitaria sono rivolte in particolare al progetto che ha l’obiettivo di inserire la figura dell’infermiere di comunità nell’area interna, di concerto con il dipartimento regionale Servizi alla persona e all’Azienda Sanitaria Locale di Potenza. I nuovi bisogni socio-sanitari della popolazione sono sempre più espressione dell’allungamento della vita, dell’aumento costante delle malattie cronico-degenerative, dell’apparire e del dilagare di nuove patologie sociali, tipiche del nostro tempo, quali le dipendenze, i malesseri psicologici ed altro ancora. Come accade in altre Regioni – aggiunge Ferrone – l’auspicio è che l’attivazione di nuovi modelli assistenziali che superino la logica prestazionale e che garantiscano la “presa in carico” della persona, e della loro situazione, avvenga in tempi rapidi. Il modello assistenziale “infermiere di comunità” ha trovato esperienze positive in molte aree del Paese e si può definire “relazionale” in quanto pone al centro la persona, i suoi famigliari e la comunità e li considera all’interno di un rete di relazioni e connessioni formali e informali, in cui il problema trova soluzione perché vengono modificate le relazioni che lo generavano. L’evoluzione in atto della dinamica demografica, poi, e la conseguente modificazione dei bisogni di salute della popolazione, con una quota crescente di anziani e patologie croniche, devono spingere verso un ampliamento strutturale ed organizzativo della rete dei servizi sanitari, soprattutto nell’ottica di rafforzamento dell’ambito territoriale di assistenza. In un simile contesto, l’infermiere di comunità rappresenta una risorsa importante: il professionista sanitario che accompagna e orienta le persone in condizioni di fragilità e cronicità e che, in stretta collaborazione con il MMG, assicura la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare che ambulatoriale, diventando punto di riferimento per la comunità per quanto attiene all’informazione sanitaria, alla promozione alla salute e all’accesso ai servizi. Vigileremo sulla fase di attuazione del progetto perché favorisca la promozione e il mantenimento della salute della persona, , grazie ad un’offerta assistenziale capace di garantire non solo prestazioni, ma anche di soddisfare i bisogni ancora inespressi con l’obiettivo finale di accompagnare il paziente nel suo percorso di riappropriazione del proprio progetto di salute e di vita.