La tutela del diritto alla salute e la salvaguardia dell’ambiente sono obiettivi che l’Unione europea ha tenuto in forte evidenza fin dalla sua costituzione, per tale ragione negli ultimi anni è stato varato un ampio programma che guarda all’anno 2050 e il Parlamento europeo ha messo in conto un aumento della spesa pari al 20-30% per recuperare il tempo perso e gli errori compiuti nel passato.
In questo quadro non può passare inosservato il progetto ‘Lucas Ambiente e Salute’ della Regione Basilicata che garantirà l’attivazione virtuosa di un sistema di prevenzione, tutela e cura che descriverà a livello scientifico gli scenari del territorio lucano e gli eventuali impatti nelle 11 aree di maggiore rischio sul piano ambientale e sanitario.
Sulla questione interviene con una nota l’eurodeputata di Fratelli d’Italia Chiara Gemma.
“Grazie al costante impegno dell’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Cosimo Latronico, – evidenzia l’esponente politica – la settimana scorsa sono stati definiti i progetti strategici che si estenderanno nei prossimi cinque anni e saranno dedicati all’analisi di tutte le emergenze ambientali della regione, con monitoraggi approfonditi nelle aree di maggiore rischio tra cui alcune aree Sin (siti di interesse nazionale contaminati che necessitano di interventi di bonifica).
Il progetto ‘Lucas Ambiente e Salute’ non sarà la soluzione – sottolinea l’on. Gemma – ma potrà sicuramente contribuire a monitorare e far comprendere gli effetti degli inquinanti nel tempo e creare maggiori condizioni di consapevolezza e partecipazione da parte dei cittadini lucani”.
Le azioni operative del progetto ‘Lucas’ si svilupperanno in sinergia con altri interventi previsti dal Pnrr nel campo della prevenzione ambientale e sanitaria e verranno gestite dai Dipartimenti e dalle Agenzie competenti della Regione Basilicata e da una serie di soggetti scientifici, universitari e di ricerca, pubblici e privati.
Le 11 aree interessate sono i siti industriali contaminati di Tito Scalo, Ferrandina e Pisticci; la Val D’Agri e la Valle del Sauro per le estrazioni petrolifere; il Metapontino per il Centro nucleare Enea-Trisaia; il Vulture per il termovalorizzatore Fenice; Barile e Matera per i due cementifici; Potenza per la Ferriera; l’Area Nord-Occidentale del Pollino per la Centrale elettrica del Mercure.
Il progetto è finanziato con 27 milioni in 5 anni nell’ambito degli accordi con Total, Eni, Mitsui e Shell.