“I signori del petrolio vogliono ancora dettare le regole del gioco in Basilicata e non solo, e i cittadini, in particolare quelli della Val d’Agri, continuano a essere gli agnelli sacrificali di politiche energetiche scellerate. Come se il disastro ambientale in atto non fosse già sufficiente, adesso Syndial, società del gruppo ENI, vuole costruire un centro di trattamento delle acque di produzione che solleva gravissime perplessità. Questo andazzo, però, deve finire. Dopo aver presentato pochi giorni fa un’interrogazione parlamentare al ministro Costa, ho deciso di procedere con un’istanza allo stesso ministro per sollecitare un intervento urgente a tutela dei cittadini”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, che ha depositato oggi presso la Prefettura di Matera un’istanza al ministro dell’Ambiente Sergio Costa ex art. 309 del D.LGS 152/2006 affinché valuti “senza indugio, ove ritenga che vi siano i presupposti, l’opportunità di assumere provvedimenti immediati in ordine alla tutela ambientale e alla salute dei cittadini”.
L’iniziativa, così come l’interrogazione presentata l’11 luglio allo stesso ministro, ha come oggetto il progetto presentato da Syndial S.p.A. per la costruzione, nella località Le Vigne di Viggiano (Potenza), di un impianto di trattamento delle acque di produzione provenienti dall’impianto petrolifero COVA di Viggiano. Il progetto, la relativa valutazione di impatto ambientale (VIA) e la richiesta di autorizzazione integrata ambientale (AIA), erano stati pubblicati l’11 gennaio scorso sul sito della Regione Basilicata.
Tuttavia, sono molti gli aspetti presenti nel progetto e nella VIA che non convincono gli esperti e le associazioni, e che hanno spinto gli attori coinvolti nel territorio ad attivarsi per bloccare la procedura. In particolare: 1) caratterizzazione inesistente del refluo da trattare; 2) errata classificazione del rifiuto; 3) valutazione di impatto ambientale errata perché parziale; 4) dati relativi al trasporto su gomma non corretti e non coerenti; 5) errata valutazione delle conseguenze dovute al rischio incidenti relativo al trasporto su gomma di chemicals e di rifiuti pericolosi concentrati; 6) fuorviante valutazione del rischio rumore; 7) effetto accumulo della radioattività e degli idrocarburi residui nell’acqua trattata.
Inoltre, considerare valida la VIA di Syndial trasferirebbe certamente le responsabilità delle conseguenze ambientali e sulla salute in capo alle autorità regionali. Per questo motivo,il 9 luglio scorso le associazioni avevano chiesto al Dipartimento ambiente ed energia della Regione di dichiarare, in autotutela, l’impossibilità a procedere della Conferenza di servizio.
“Sono venticinque anni che questa regione paga dazio agli interessi dei signori del petrolio”, ha affermato il senatore De Bonis. “Oggi arriva Syndial a cercare di insediarsi nel territorio scaricando tutte le responsabilità sulle autorità locali. Oltre al danno la beffa insomma. Tra l’altro, è un tema che non riguarda solo noi. Le acque reflue confluirebbero infatti, attraverso il depuratore, nell’invaso del lago Pertusillo, da cui si approvvigiona anche la Puglia. E stando alle attuali valutazioni, è altamente probabile, per l’effetto accumulo, un forte inquinamento da isotopi radioattivi e da idrocarburi pesanti”.
“Ma, come direbbe Totò, ‘accà nisciuno è fesso’. Non è più il tempo degli indugi. Bisogna agire usando tutte le leve consentite dalle istituzioni per combattere questo colonialismo energetico. Abbiamo diritto a immaginare un futuro diverso, un tipo di sviluppo che ci consenta di respirare aria sana e bere acqua pulita. La procedura che ho attivato grazie all’art. 309 del codice dell’ambiente è sicuramente una misura più diretta ed efficace delle tante petizioni lanciate da comitati vari e personaggi in cerca d’autore che sanno solo incanalare il dissapore”.