Quale futuro per i borghi lucani? Intervento di Cosimo Latronico, parlamentare della XVI e XVII legislatura. Di seguito la nota integrale.
E’ ormai sempre crescente l’attenzione verso i borghi ed i centri storici minori, ed è in crescente aumento la considerazione verso la loro semplice e misteriosa bellezza. Si viaggia sempre, e più verso la riscoperta del ‘genius loci’ che vi alberga. I nostri paesi, arroccati e solitari, alcuni insediati su rugosi e impervi calanchi, altri incastonati sulle montagne e sulle colline, hanno una trama urbanistica peculiare: un castrum chiuso al cui interno si sviluppava un portale di case schierate a difesa come un labirinto attorno alla chiesa spesso o al castello. In Basilicata, le piazze sono piccole, sono slarghi, di solito, che un tempo pullulavano di gente per la vita comune . La piazza, pur nella sua semplicità, era il salotto del paese. Non c’era un centro, anche se piccolo, senza una piazza. Lo spazio pubblico per eccellenza. Sono borghi, i nostri paesi, costruiti sui cammini, su itinerari solcati dalle vie romane, percorsi sino a qualche anno fa dagli asini e dai muli recalcitranti, di chi ogni giorno lavorava la terra arsa e sempre fertile di speranza e di attesa.La valorizzazione dei nostri comuni è diventata negli ultimi anni un’opportunità concreta di investimento. I piccoli borghi sono riconosciuti come patrimonio cultuale che racchiudono beni tangibili e memorie, come luoghi per intraprendere iniziative ed azioni capaci di sviluppare un progetto di sviluppo economico e sociale . In questa prospettiva, diventano essenziali, per un intervento di valorizzazione vincente l’iniziativa , il sostegno e l’approvazione della comunità locali , il loro protagonismo, in quanto è la comunità locale che è titolare, fruitrice e garante del suo patrimonio civico . Sarebbe di estremo interesse se la nostra Regione, in fase di definizione del nuovo Accordo di partenariato sui fondi SIE (fondi europei) 2021/2027, avviasse un processo di scrittura e promulgazione di una specifica Misura per i nostri paesi, di rigenerazione urbana e territoriale, che favorisse il recupero delle trame connettive tra i luoghi riscoprendo e mettendo sempre più alla luce gli itinerari storici , ambientali e paesaggistici . La nostra Basilicata nelle diverse epoche è stata attraversata da diverse strade che la connettevano al resto del Paese . La via Popilia ; ad est l’Appia antica che collegava Roma e lo Jonio ; la Herculia, che partiva dall’Ofanto (pons Aufidi). Poter valorizzare questi itinerari, ed altri ancora, per realizzare percorsi di storia e sentieri di benessere, sarebbe un progetto sicuramente rivitalizzante . Negli ultimi anni, a causa del Covid-19 e dei numerosi periodi di lockdown e zona rossa che hanno coinvolto il nostro Paese, sono emersi delle nuove tendenze del vivere e del lavorare. Si cercano zone lontane dalle città non solo a fini turistici, ma per risiedere in periodi dell’anno o addirittura per tutto l’anno, salvo che in particolari periodi sia necessario essere in presenza negli uffici cittadini. E’ il fenomeno dei cosiddetti “city quitters”: persone che decidono di lasciare lo stress e la frenesia delle grandi metropoli per abbracciare uno stile di vita più tranquillo e rilassato senza però recidere i rapporti con la città. Telelavoro, lavoro agile e in linea generale non avere vincoli rispetto al luogo in cui poter portare avanti le proprie attività stanno dando vita a nuovi comportamenti e talvolta a formule ibride tra lavoro e vacanza con formule che mettono la vacanza e il lavoro in ragione del ricorso al digitale e alle nuove tecnologie. Queste nuove tipologie di turismo e soprattutto queste nuove preferenze rispetto al luogo in cui vivere e alla volontà di conciliare una maggiore qualità della vita con il proprio lavoro si traducono in un’enorme opportunità per borghi e aree interne in quanto possono portare ad intercettare non solo più turisti : i “cittadini temporanei”. In questa prospettiva sarebbe auspicabile attivare formule di partenariato pubblico – privato per ripopolare i nostri borghi in veri e propri paesi digitali , incentivando l’albergo e la residenze diffusa: sarà necessario migliorare la ricettività da Rete e al contempo azionare la leva pubblica per una complessiva riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree pubbliche, per rendere i nostri paesi ancora più attrattivi e accoglienti. Si dovrà incentivare la ricettività residenziale e la stanzialità. Si avrebbe una effettiva destagionalizzazione delle presenze, incrementando la vendita dei nostri prodotti agroalimentari, oleari ed enogastronomici. I nostri paesi rivivrebbero. Tornerebbero ad essere paesi in cammino.