Marino Maria Contaldo, Segretario Cittadino PD Ferrandina si inserisce nel dibattito avviato in questi giorni dopo le dimissioni del segretario regionale Mario Polese sul futuro del Partito Democratico. Di seguito la nota integrale.
La forza delle idee
Io lo so benissimo e, come me, ne sono consapevoli quasi tutti i semplici militanti del Partito Democratico di Basilicata.
Siamo consapevoli di attraversare un momento storico difficilissimo; sappiamo di essere in un contesto in cui il PD Lucano vive un drastico calo di popolarità e di fiducia.
Ma sopratutto siamo consapevoli di espiare colpe che in gran parte non ci appartengono.
Ed è inutile piangersi addosso, o peggio ancora fare a ping pong con le responsabilità, anche perchè, non tutti i mali vengono per nuocere.
Che sia chiaro però!
Noi lo sappiamo che la colpa non è nostra.
È solo che finora abbiamo voluto evitare un’ulteriore polemica sterile che ci avrebbe allontanato ancor di più dalle reali esigenze delle persone.
Quelle persone che dovrebbero essere al centro di ogni progetto popolare e progressista che possa veramente definirsi tale.
Le donne e gli uomini che vogliono sentirsi liberi dai lacci dell’assistenzialismo e che vogliono fondare la propria vita su merito e dignità.
Ecco chi abbiamo lasciato per strada. Per raccogliere cosa poi?
Una volta riempivamo le piazze…. Oggi ci accontentiamo delle luccicanti sale congressi degli alberghi.
Dobbiamo tornare in mezzo alla gente, senza subire quella fastidiosa percezione di essere ormai estranei ai reali bisogni degli ultimi.
Prendiamo a cuore quanto prima e più di prima le istanze che provengono dalle casalinghe, dai precari, da chi lotta ogni mese per dare un futuro dignitoso a se stesso ed ai propri figli.
Sconfiggiamo l’autocelebrazione e la convinzione (sbagliata e cieca) di essere depositari della verità assoluta.
E torniamo a parlare con la voce della gente.
Il nostro tempo è adesso!
Non possiamo permetterci di aspettare ancora.
Non possiamo permettere che l’unica formazione sociale progressista e democratica si dissolva ogni giorno di più, inquinata dal correntismo sterile o peggio ancora da una serie di veti incrociati posti su ogni argomento che ci costringono ad operare nelle sabbie mobili.
È necessario prendere atto, ma farlo davvero, che un ciclo politico è finito e che bisogna ripartire.
Ricostruire dalle fondamenta una casa in cui accogliere chiunque si senta parte di un progetto che abbia quale proprio fulcro meritocrazia e dignità, pluralismo e solidarietà.
È questo che il nostro popolo ci chiede; sono questi i valori sui quali i Padri Costituenti hanno fondato la Repubblica.
Questo è il Partito Democratico.
E se per far ciò è necessario scombinare tutti gli equilibri, allora facciamolo.
Facciamo in modo che sia data la possibilità ad una nuova classe dirigente di operare, di farsi conoscere, di spiegare la propria idea di futuro.
Siamo noi a dover vivere il futuro, e allora, perchè non provare a cambiarlo?
A patto che ce ne sia data la possibilità.