La quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta da Massimo Zullino ha approvato alla unanimità la proposta di legge, di iniziativa dei consiglieri Bellettieri (FI) e Zullino di modifica alla legge regionale in materia di autorizzazioni delle attività specialistiche odontoiatriche.
“Nelle more di una riorganizzazione delle norme in materia di autorizzazioni delle attività specialistiche odontotecniche – si legge nella relazione – la modifica della legge si rende necessaria a causa dei notevoli ritardi e incertezze in ordine all’effettuazione dei controlli da parte degli enti istituzionali preposti, generati dalla complessità delle disposizioni in materia di autorizzazioni”.
La modifica stabilisce che: “per le strutture già in esercizio, l’adeguamento dei requisiti strutturali,
fermo restando l’osservanza degli obblighi derivanti dal d.Lgs n 81/08 e altre leggi o regolamenti da autocertificare al momento della istanza, deve essere effettuato entro sei anni dall’entrata in vigore della presente legge”.
“Risulta evidente – viene precisato nella relazione – l’inadeguatezza del termine precedentemente previsto (5 anni) per l’adeguamento delle strutture già operanti ai requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi prescritti dalla normativa vigente e da cui scaturisce l’esigenza della modifica proposta, per la quale non derivano oneri maggiori a carico del bilancio del Consiglio regionale”.
Prima della votazione sono intervenuti i consiglieri Pittella e Cifarelli.
La Commissione ha espresso, sempre alla unanimità parere favorevole sulla delibera di giunta regionale avente ad oggetto “l’approvazione dell’avviso per interventi di sostegno per le scuole dell’infanzia paritarie- criteri e modalità”. I finanziamenti sono finalizzati, secondo le priorità individuate dalla Regione, a favorire e sostenere l’inserimento, anche nelle scuole paritarie, dei bambini diversamente abili; supportare e agevolare le scuole paritarie nell’erogazione di ogni tipo di servizio connesso alla gestione, in particolare, nei comuni dove non esiste alcuna scuola dell’infanzia statale o comunale, favorire l’assunzione di personale. In particolare, è previsto un contributo di quattromila euro per ogni bambino diversamente abile che necessita di insegnante di sostegno e che è accolto gratuitamente nella scuola, un contributo speciale aggiuntivo di 3.500 euro, soprattutto per le scuole localizzate in comuni dove non esistono scuole per l’infanzia statali o comunali, per il funzionamento e la gestione. Previsto, inoltre, un contributo aggiuntivo di 1.500 euro per le scuole che hanno attivato le fasce di reddito per la retta scolastica.
Individuati contributi straordinari da destinare agli istituti scolastici paritari per fare fronte a situazioni impreviste ed eccezionali. Il contributo sarà assegnato in proporzione al numero degli studenti iscritti e liquidato, sulla base della disponibilità di bilancio, nella misura massima del 70 per cento della spesa sostenuta e documentata.
La Commissione, ad unanimità, ha anche ha dato il via libera alla delibera sul Piano regionale per il diritto allo studio anno scolastico 2018-2019.
Il piano – si legge nella relazione – costituisce uno strumento fondamentale per la governance dell’istruzione, del diritto all’apprendimento e alla conoscenza lungo tutto l’arco della vita rafforzando il coinvolgimento di tutti gli attori preposti al processo formativo: famiglie, scuole, enti locali, associazioni educative e culturali. La Regione contribuisce al cofinanziamento delle spese sostenute dai Comuni (servizi di mensa, di trasporto, per la convittualità degli studenti, per i centri rurali di raccolta) con l’obiettivo di garantire a tutti i destinatari pari opportunità nell’accesso ai servizi per il diritto allo studio. Il piano del diritto allo studio fissa i criteri per l’assegnazione dei contributi. Ai fini dell’attribuzione dei benefici, l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) delle famiglie è determinato, relativamente al piano 2018/2019 in euro 11.305,72. Lo stanziamento totale per il 2019 previsto dalla Regione Basilicata è di euro 1.100.000,00.
Ai lavori erano presenti oltre al presidente Zullino (Lega), Marcello Pittella (AB), Carlo Trerotola (Prospettive lucane), Gerardo Bellettieri e Vincenzo Mario Acito (Fi), Gianuario Aliandro (Lega), Vincenzo Baldassarre (Idea), Giovanni Vizziello (FdI), Roberto Cifarelli (Pd) e Giovanni Perrino (M5s).
Odontoiatri, Zullino e Bellettieri: “Proposta di legge prima risposta”
I consiglieri della Lega e di Forza Italia soddisfatti per l’approvazione all’unanimità in quarta commissione della loro proposta di legge che modifica i tempi per l’adeguamento dei requisiti strutturali per le attività specialistiche
Soddisfazione viene espressa dai consiglieri regionali Massimo Zullino (Lega) e Gerardo Bellettieri (Forza Italia) per l’approvazione, avvenuta all’unanimità in quarta commissione, della proposta di legge, da loro presentata, che modifica la legge regionale in materia di autorizzazione delle attività specialistiche odontoiatriche.
“Ringraziamo tutti i commissari, di maggioranza e di minoranza – dicono – che hanno voluto dare il via libera alla nostra proposta che risolve una problematica evidenziataci, nell’audizione del 1 agosto u.s. da parte del presidente dall’ordine dei medici e degli odontoiatri – dr. Donato Mariano Galizia”.
“Questa maggioranza unita e compatta – aggiungono – si è fatta carico del problema ed ha, in tempi rapidi, iniziato a dare delle prime risposte. La modifica della norma con la quale passano a sei gli anni previsti per l’adeguamento dei requisiti strutturali rispetto ai cinque stabiliti dalla legge regionale 28/2000, consente un ulteriore e aggiuntivo tempo affinchè le strutture sanitarie pubbliche e private possano adeguarsi.
Certamente – concludono Zullino e Bellettieri – anche la norma nella sua complessità va comunque rivista anche nei requisiti specifici per le strutture e sarà oggetto di nostra attenzione. L’atto di oggi è comunque un importante punto di partenza”.
Sanità, audito in quarta Commissione Michele Cataldi
Il presidente dell’associazione Sanità futura è intervenuto in merito alle problematiche sanitarie relative all’applicazione della legge 28/2000 che disciplina la definizione dei requisiti minimi strutturali
La quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta da Massimo Zullino ha ascoltato il presidente dell’associazione Sanità futura, Michele Cataldi, in merito alle problematiche sanitarie relative all’applicazione della legge 28/2000 che disciplina la definizione dei requisiti minimi strutturali, funzionali e organizzativi delle strutture sanitarie pubbliche e private, il controllo e la vigilanza sulle medesime nonché le procedure per il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione, all’apertura ed all’esercizio dell’attività sanitaria.
“L’istituzione di una consulta composta dalle associazioni di categoria in rappresentanza della sanità privata, l’avvio di un’apposita task force che metta a confronto i diversi attori della sanità lucana per evitare, tra l’altro, contenziosi, un intervento per ‘liberare’ la somma integrativa ‘risparmiata’ dopo la chiusura della ex clinica Luccioni”.Queste alcune delle richieste presentate da Cataldi che ha spiegato come “Sanità futura è nata nel 2000 e rappresenta una ventina di strutture sanitarie private accreditate di specialistiche ambulatoriali delle sessanta presenti in tutto sul territorio. Siamo – ha detto – un’associazione storica, insieme ad Anisap, tra le più vecchie”.
All’attenzione dei commissari, Cataldi ha portato “una serie di dossier irrisolti, provenienti dalla passata gestione che si sono aggravati e moltiplicati. Anche Cannizzaro, presidente di Cicas, da voi ascoltato, vi ha evidenziato il problema gigantesco delle strutture sanitarie accreditate che dal 2015 hanno portato più di 180 ricorsi davanti al Tar ma perfino dopo le delibere bocciate la Regione non ha fatto cambiamenti”. Cataldi ampliando il discorso ha anche affrontato le questioni legate al decreto ministeriale 70 e al Cup (Centro unico di prenotazioni della Regione Basilicata) sottolineando “la necessità di un cambio di rotta affinché nessuno metta in discussione l’universalità del servizio pubblico, con l’auspicio che possa esserci una proficua collaborazione tra strutture pubbliche e private”. Per Cataldi “migliorare il servizio sanitario regionale dovrebbe essere una missione comune al di là delle rivendicazioni di parte e, in questa logica, anche le strutture private devono essere disponibili a riconfigurarsi sulla base delle necessità del sistema. Riguardo al decreto ministeriale 70, invito la Commissione a svolgere un’attività ispettiva perché in regione più che una riforma è stata fatta una controriforma, un’operazione di maquillage contabile. Il decreto ha imposto di non oltrepassare soglie di deficit ma le cause di quest’ultimo sono rimaste e si sono anche aggravate”.
Altra questione sollevata è l’interpretazione del costo della mobilità attiva sulla quale Cataldi ha invitato ad un’approfondita riflessione. “Ogni anno – ha sottolineato – cinquanta milioni di euro ci vengono tolti. Per questo è necessario venga rivista quella che definisco una mistificazione di quanto previsto dal decreto Balduzzi e che ha avuto come conseguenza la considerazione della mobilità attiva come parte della spesa”. Secondo Cataldi “è possibile agire per attrarre pazienti da fuori regione anche attraverso una collaborazione tra strutture pubbliche e private che possono mettersi in rete ma, ad oggi, nessuna struttura pubblica ha convenzioni con quelle private”. A riguardo il presidente di Sanità futura ha spiegato di aver chiesto un incontro al Crob di Rionero “per vedere come raccordarsi e fare un percorso attraverso un protocollo d’intesa dando così un senso alle attività”. “Ci hanno chiesto – ha poi continuato – di entrare nei servizi del Cup. Noi l’avevamo chiesto 15 anni fa. Si vuole spacciare la favola che questa è una misura per abbassare le liste di attesa ma le strutture sanitarie sono già piene, che noi entriamo nel Cup o meno. Accadrà che non si riusciranno ad accettare ricette perché non hanno testato la piattaforma software. Noi dovremmo consegnare i dati dei pazienti ad una piattaforma di cui non sappiamo nulla. Noi nel Cup ci vogliamo entrare ma a determinate condizioni”. Cataldi ha, inoltre, invitato a rivedere la legge regionale n 28 del 2000 perché “ad oggi le modifiche sono state molte e possono esserci molte interpretazioni. Sulla legge 28 vi faremo una proposta mentre l’auspicio è che venga quanto prima rispettata la norma che prevede il ricettario anche per i medici delle strutture”.
Nel corso dell’audizione sono intervenuti Perrino, Trerotola e Acito. Quest’ultimo ha chiesto a Cataldi di consegnare alla commissione un documento come promemoria delle numerose questioni trattate.
Ai lavori erano presenti oltre al presidente Zullino (Lega), Marcello Pittella (AB), Carlo Trerotola (Prospettive lucane), Gerardo Bellettieri e Vincenzo Mario Acito (Fi), Gianuario Aliandro (Lega), Vincenzo Baldassarre (Idea), Giovanni Vizziello (FdI), Roberto Cifarelli (Pd) e Giovanni Perrino (M5s).