Raffaello de Ruggieri: “La Zona economica speciale della Cultura di Matera, la “Fabbrica Giardino” di La Martella”. Di seguito la nota integrale.
La Zona economica speciale della Cultura di Matera – La “Fabbrica Giardino” di La Martella
La Zes della Cultura di Matera non è una baldoria ludica, non è una appetitosa tavola enogastronomica, non è un festival di produzioni artistiche, non è uno strumento di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
La Zes della Cultura di Matera è una ghiotta piattaforma produttiva dove far atterrare rigorose imprese manufatturiere del “made in Italy”.
Non è una improvvisazione, ma è il frutto di una lunga maturazione progettuale partita nel lontano 1987, quando affermai che la cultura è produzione, diffusione e scambio e non già consumo o acquisto. In questo scenario Matera andava considerata come impresa inserita in un mercato.
Successivamente maturai la convinzione che la nuova autonomia economica del Mezzogiorno doveva passare da un legame stretto tra identità e tecnica, tra autenticità ed innovazione, e che il Mezzogiorno deve rivendicare ciò che serve e non ciò che manca. Ed oggi servono spazi di produzione economica capaci di esprimere lavoro e occupazione.
Il giorno 22 settembre u.s., sul tema, il Governo nazionale così si è espresso “l’industria culturale e creativa plasma il modello di crescita del Paese.Pensare una nuova economia della cultura significa, anzitutto, poter parlare di industria della cultura”.
Sono stanco di leggere solo le lamentazioni quotidiane degli analisti, che si limitano a denunciare i mali storici della Basilicata, senza saper prescrivere moderne ricette curative per sanare il corpo malato della nostra regione.
Per me esiste un’unica medicina: favorire l’insediamento di imprese poiché senza imprese non ci sono investimenti, senza investimenti non c’è lavoro, senza lavoro non c’è crescita, senza crescita non c’è futuro.
Matera, da città attraente deve divenire attrattiva per le imprese culturali e creative perché coerenti con la vocazione del nostro territorio e perché vivono un momento di grande espansione.
Il 20 settembre 2024 è stato censito lo stato di salute di questo settore manufatturiero. Oggi la filiera culturale e creativa si compone di 284.000 imprese in crescita del +3,1% rispetto al 2022 con una occupazione di oltre 1,5 mln di persone (di cui 886 mila occupati nei settori culturali e creativi); la filiera è cresciuta sia dal punto di vista del valore aggiunto generato da imprese (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente) che da quello dell’occupazione (con una variazione del +3,2% rispetto al 2022).La cultura e la creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto di circa 297 miliardi di euro.
Si impone, quindi, un cambio di visione. Il territorio deve attrezzarsi per ospitare semi innovativi di civiltà industriale.
In questo scenario l’estensione della Zes a tutto il Mezzogiorno non garantisce l’omogeneità competitiva del vasto territorio meridionale. Vi sono aree, come la Basilicata, che per carenze storiche di infrastrutture e di servizi non risultano attrattori di investimenti. Occorrono, quindi, “misure di perequazione che scontino gli oggettivi esistenti gap di competitività”.
Consapevole di ciò la Regione Basilicata, nel confezionare il progetto “Zes della Cultura”, ha ritenuto di offrire i seguenti ulteriori vantaggi competitivi: la locazione a canoni calmierati degli spazi produttivi; la presenza di una sede ITS di secondo livello per la formazione degli occupandi e degli occupati; la sede dell’area formativa dell’ISIA Roma Design per creare i professionisti del futuro; un centro di settore per lo studio, la ricerca, le indagini di mercato e la pubblicità delle pregevoli filiere produttive lucane; la cabina di sorveglianza per contrastare la contraffazione dei prodotti italiani di qualità immersi nella galassia sconfinata del commercio mondiale on-line; la presenza organica dell’asilo nido e della scuola materna per i genitori lavoratori; la fruizione di essenziali servizi comuni (spazi di comunicazione e di commercializzazione, aree meeting, sala mensa, biblioteca aziendale, ecc.) di assoluta qualità funzionale e progettuale.
Per tali ragioni la Zes della Cultura di Matera è un progetto industriale, perché mira a promuovere l’insediamento in Matera di fabbriche della conoscenza.
Lo spazio che dovrà ospitare “la più bella fabbrica della cultura d’Europa”, dovrà avere un’estensione di almeno 6 ettari, accoppiando l’indiscutibile “brand” Matera a quello di Adriano Olivetti. In coerenza con questa fermentazione progettuale olivettiana si è scelto il borgo La Martella e si è definito il complesso industriale da realizzare come “fabbrica giardino”, in linea con la “fabbrica con vista” di Pozzuoli, inaugurata da Olivetti nel 1955.
La “fabbrica giardino” fiorirà in un ombreggiato “parco” perché come affermò Adriano Olivetti “esprimere lavoro in una bella fabbrica può essere attraente e determinante per la scelta degli investimenti”.Sarà un’architettura industriale dilatata e diluita nella topografia del parco, con volumi “ad altezza d’albero” e con una sequenza organizzata fatta di progressivi e specifici spazi produttivi, non esuberanti e rotti da lampi avveniristici (l’area promozione, l’area meeting, la cabina di sorveglianza del mercato digitale).
Questa qualità logistica fa parte del processo competitivo su cui corre la ZES della Cultura di Matera, destinataria dei richiamati vantaggi competitivi aggiuntivi.
Sarà questa dimensione del lavoro industriale a fornire alla “fabbrica giardino” di La Martella la fisionomia di un laboratorio creativo in grado di migliorare le performance aziendali, attuando l’insegnamento olivettiano che voleva la fabbrica costruttrice anche dell’equilibrio economico, sociale, culturale ed urbanistico del territorio in cui opera, perché elemento stimolatore di tutta la vita locale.
Raffaello de Ruggieri