Rapporto Agenas sulle aziende sanitarie pubbliche, Consigliere regionale Cifarelli (PD): sull’Asm effetto disastroso di Bardi e Pulvirenti. Di seguito la nota integrale.
Non c’era bisogno del rapporto Agenas con i dati aggiornati al 2023 del modello di valutazione della performance manageriale delle aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali per capire quanto male stesse la sanità in provincia di Matera e che l’ASM fosse tra le peggiori cinque aziende sanitarie italiane insieme a Asl Napoli 1 Centro, Asp di Crotone, Asp di Enna e Asp di Vibo Valentia. E’ quanto dichiara il Consigliere regionale del PD, Roberto Cifarelli.
“Come Partito Democratico in questi anni abbiamo dato voce, insieme ai sindacati ed alle associazioni materane, al malessere manifestato anche platealmente dai cittadini per la condizione di estremo degrado della sanità nel materano, ad iniziare da quella offerta dall’ospedale Madonna delle Grazie. Bardi, Leone e Fanelli dovrebbero dare conto del disastro realizzato in questi anni per mano della ex Direttrice Generale dell’ASM di Matera Sabrina Pulvirenti che ha portato i cittadini a non avere fiducia nella nostra sanità ed a ricercare le cure fuori regione”.
Non si tratta di voler adottare il metodo del tanto peggio, tanto meglio ma di prendere atto che il Presidente Bardi non né ha azzeccata una soprattutto in materia sanitaria, e gli assessori – Leone e Fanelli – che si sono succeduti al governo della sanità lucana negli scorsi cinque anni hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza. Il monitoraggio che Agenas ha eseguito prende in considerazione 110 Aziende sanitarie territoriali italiane e la risultante che riguarda quella di Matera fotografa un’immagine negativa della nostra sanità che raffigura in maniera chiara quella che è la percezione reale dei cittadini materani e lucani.
L’Agenas, continua Roberto Cifarelli, certifica il “danno” procurato all’ASM di Matera dall’ex DG Sabrina Pulvirenti capace di rompere il rapporto di fiducia tra Ospedale di Matera, sanità territoriale e cittadini al punto che si preferisce sempre di più curarsi fuori regione”.
Nel merito le valutazioni circa gli indicatori che attribuiscono il risultato negativo a Matera riguardano: gli indicatori sulle percentuali di screening (mammella, cervice, colon) eseguiti sulla popolazione target; il parametro dell’assistenza distrettuale, la valutazione degli indicatori (dotazione dei servizi territoriali; cure primarie; presa in carico del territorio); ospedalizzazioni evitabili e il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale; la valutazione sugli indicatori dell’assistenza ospedaliera (degenza media nei reparti di medicina interna e geriatria; l’indice di fuga per prestazioni di media e bassa complessità); la valutazione sul rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di colecistectomia, protesi all’anca, ginocchio e spalla; valutazioni circa la sostenibilità economico-patrimoniale (costi pro-capite e indice di tempestività dei pagamenti); la valutazione degli indicatori per l’area Investimenti (capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio).
Il punto di ripartenza non può che essere la nuova direzione strategica dell’ASM di Matera e, soprattutto, la elaborazione di un nuovo piano sanitario regionale. Se vogliamo invertire il paradigma di una sanità lucana involuta e troppo spesso screditata, non ci si può affidare esclusivamente, come è stato in questi anni, alla abnegazione del patrimonio umano rappresentato dai medici, dirigenti sanitari, infermieri e dalle altre professioni, conclude Roberto Cifarelli.