Sul Rapporto dell’economia in Basilicata diffuso nei giorni scorsi da Banca d’Italia si registra un inntervento di Aurelio Pace, Presidente regionale di “Progetto Popolare”.
Discutere i dati diffusi da Banca d’Italia facendone sempre questione di parte, non rappresenta l’utile confronto che la
politica non dovrebbe attribuire meramente ai numeri. La maturità politica di una classe dirigente comprende che
elementi micro e macro economici non dipendono solo dalle politiche regionali. Pur avendo noi spesso la vertigine di essere
“l’ombelico del mondo”, alcuni fenomeni congiunturali, dovuti alla condizione complessiva dell’economia, del credito e del
mercato del lavoro, non dipendono solo da noi ma è compito di una politica attenta provare, per propria parte, ad incidere sui
fattori locali. Se un’amministrazione regionale, consapevole delle difficoltà dei conti degli enti locali, prova a consolidarne i
bilanci, fa una operazione di cui negli anni successivi beneficeranno i cittadini. È quello che accadrà anche dopo
Matera 2019, conferendo importanti benefici strutturali ben saldi nel tempo. I dati positivi negli anni sul turismo nascono da
questo. Di ciò hanno contezza gli amministratori locali di Potenza del recente passato che oggi commentano i dati di
Banca d’Italia con qualche dimenticanza. Allo stesso modo, se Banca d’Italia afferma che la Basilicata “continua una azione di
crescita e torna a dati economici pre-crisi”, con i migliori indicatori del Mezzogiorno non è esclusivamente merito di chi
l’ha amministrata ma mi pare che da questo a parlare di situazione deprecabile ci sia di mezzo molta faziosità politica. È
per questa ragione che leggo con fiducia i dati che vengono pubblicati e invito chi ha il dovere di governare questa Regione,
a partire da essi per migliorarne i punti di forza e risolvere le problematicità evidenti nella società lucana. Noi che facciamo il
tifo per la Basilicata auguriamo sempre il benessere di questa terra, chiunque la governi, ed è per questo che guardiamo con
attenzione alle scelte regionali ma anche a quelle nazionali. Per esempio vogliamo capire meglio le esternazioni sul petrolio del
governo nazionale non commentate colpevolmente dal governo regionale. Il petrolio non può essere valutato solo come fattore
economico, se disgiunto dal tema della salute e della compatibilità ambientale. Per queste ragioni aspettiamo un
commento del governo regionale al blocco degli investimenti infrastrutturali al sud. Non ho ascoltato parole di difesa per la
Basilicata sul tema del regionalismo differenziato, che di sicuro non rappresenta una opportunità per questa terra. Se per molte
altre regioni esso è “croce e delizia”, per noi rischia di rivelarsi solo “croce” se non regolamentato a livello nazionale da
apposite limitazioni. Per questa ragione, ai dati positivi di Bankitalia diamo un giudizio soddisfatto ma non entusiastico: sappiamo che molti fatti ancora potranno condizionare la tenuta complessiva sociale ed economica della Basilicata. Per questo
invitiamo ognuno a fare la propria parte, evitando difese corporative e dimenticando quanto di un’azione regionale
ognuno ha beneficiato. Concludo ricordando a tutti un fattore importante: i dati Bankitalia vengono pubblicati periodicamente
ed esiste una natura comparativa in essi che ci permetterà di confrontarli. Negli ultimi anni la Banca d’Italia ha promosso la
Basilicata. In molti avanza l’urlo: “io speriamo che me la cavo!