Nel 2017 “la Basilicata ha visto diminuire le sue esportazioni, che hanno un valore complessivo di 3,9 miliardi di euro, del 13,3 per cento”, mentre “nel primo trimestre del 2018 le esportazioni di merci hanno mostrato una variazione tendenziale positiva (6,8 per cento)”. E’ quanto si ricava dal rapporto annuale “l’Italia nell’economia internazionale 2017-2018” dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, giunto alla 32^ edizione.
Rapporto Ice sull’export “Made in Basilicata”, l’intervento di Castelluccio (Noi con l’Italia)
Il Rapporto ICE sull’export del “made in Basilicata” ci consegna, tra i tanti, due dati su cui la riflessione e il dibattito non sono mai sufficienti. Il primo positivo riguarda l’export dei prodotti alimentari che nel primo trimestre 2018 segna un incremento del 21,9% rispetto al primo trimestre 2017. Il secondo è negativo: meno 10,3% in un anno per i prodotti dell’agricoltura. Mi tornano in mente, in proposito, le parole di Giovanni Rana, simbolo dell’imprenditoria alimentare e testimonial del made in Italy, che riconoscendo le grandi potenzialità delle nostre produzioni alimentari individua nel gap della logistica l’ostacolo più grave per chi voglia investire da noi e per chi voglia fare impresa. E’ da qui che istituzioni e politica devono partire per interrogarsi su cosa è stato fatto sinora e cosa fare per individuare a breve – medio termine le soluzioni più efficaci.
Lo afferma il consigliere regionale Paolo Castelluccio, “mettendo il dito nella piaga”: la piattaforma logistica di Pisticci e il progetto di Centro intermodale di Ferrandina, già contenuti nel Patto per il Sud – Basilicata, sono le grandi incompiute che riducono gli effetti del piccolo ma significativo miracolo dell’export alimentare lucano. Sono infrastrutture strategiche non solo per il Metapontino in collegamento con la nuova attività che attende il porto di Taranto che garantisca l’evoluzione verso un porto di terza generazione e lo sviluppo del traffico commerciale. Per il Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino le tre infrastrutture a servizio dell’agroalimentare di quest’area è fondamentale.
Quanto al dato negativo dei prodotti agricoli – dice Castelluccio – siamo solo alla conferma che l’agricoltura continua ad attraversare la fase più critica, forse degli ultimi 20 anni, e che interventi, bandi, azioni del PSR precedente e di quello del nuovo sessennio non hanno dato alcun beneficio tangibile puntando esclusivamente sulla sopravvivenza delle aziende.
Le indicazioni del Rapporto credo siano molto chiare: se l’economia lucana non vuole essere “automotive dipendente” e quindi puntare solo sulla Fca di Melfi – aggiunge – dobbiamo rilanciare quei comparti che, soprattutto nel Metapontino e nel Materano, hanno il più alto potenziale di crescita. ’La rivoluzione logistica’ di cui parla da tempo la Svimez con la costruzione di infrastrutture, filiere e servizi logistici ad alto valore aggiunto che aumentino il valore delle merci in transito generando ricchezza, è una buona proposta per superare il gap infrastrutturale regionale e favorire l’imprenditoria agricola e agro-industriale.
Sono dunque questi i segnali che – conclude – ci auguriamo il Governo nazionale colga e recepisca con adeguate ed efficaci misure in primo luogo di programmazione della spesa.