“Il rapporto Svimez su ‘Economia e la società del Mezzogiorno’ conferma le difficoltà strutturali del Mezzogiorno d’Italia amplificate dalla emergenza pandemica e poi dalla crisi energetica con la guerra in Ucraina. Mi auguro che il presidente Bardi, oggi rappresentato dall’assessore Galella, faccia tesoro dei rilievi sottolineati dai tanti interventi di rilievo che ci sono stati stamani”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Polese di Italia Viva che sottolinea: “Sono emersi tanti stimoli. Spunti che dovrebbero essere il punto di partenza per ragionare concretamente sul futuro della nostra Regione che, se non si cambiano paradigmi, rischia di essere a tinte molte fosche”. “Spero – continua Polese – che Galella si faccia portavoce con il presidente della Regione e gli altri assessori delle tante ombre che sono emerse e sono state evidenziate e non si soffermi solo sui teoremi della Basilicata bella e perfetta così com’è”. Ricordando il grande meridionalista Gerardo Bianco, sul quale anche il direttore dello Svimez Luca Bianchi si è soffermato nella sua relazione, Polese sottolinea: “La cosa che più mi ha fatto riflettere dei dati della Svimez è che un laureato lucano su due lascia la nostra Regione. Un fenomeno che se non contrastato destina la nostra Regione a un futuro di povertà e appiattimento intellettuale. Questo a fronte di una politica che invece punta sull’assistenzialismo che costa una cifra di oltre 80 milioni di euro l’anno. Servono scelte più lungimiranti e coraggiose se davvero si vuol offrire una opportunità ai giovani e contrastare realmente la povertà con politiche di prospettiva e non di corto respiro. Utilizzare risorse solo per fronteggiare le crisi e tamponare il presente con il solo reddito di cittadinanza, non porta nuovi posti di lavoro e non crea meccanismi virtuosi tra conoscenza e territori che invece sono l’unico modo per rendere la nostra terra attrattiva per i giovani e per i professionisti”.
“Altra questione sulla quale andrebbero fatti degli approfondimenti istituzionali è quella dell’utilizzo dei fondi del Pnrr che se da un lato esalta la bravura degli amministratori comunali lucani che brillano, rispetto agli altri, per capacità di vincere bandi, dall’altro ci dice che il meccanismo di premialità del Pnrr crea troppi antagonismi tra enti che alla fine rischia di generare disparità e divisioni sociali. Dinamiche sulle quali da decenni si amplia la forbice tra Nord e Sud. Su questo trovo illuminanti le riflessioni del professor Sandro Staiano che consiglia di non continuare a imporre politiche penalizzanti per il Sud che rimane l’unica reale opportunità per il rilancio del nostro Paese”.
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