L’impegno del sottosegretario alle infrastrutture, Armando Siri, che al termine del suo tour in Basilicata, molto elettorale e poco istituzionale, ha annunciato che consegnerà al Governo un ‘dossier Basilicata’, un ennesimo dossier, con le necessità infrastrutturali della nostra regione, coincide con la lucida indicazione della Svimez: senza investimenti pubblici nelle infrastrutture non ci può essere alcuna minima ipotesi di rilancio del Sud.
E’ quanto afferma il segretario regionale di IdV Angelo Rosella per il quale il divario ancora troppo vistoso tra Nord e Sud si evidenzia proprio nei diritti di cittadinanza che Svimez definisce “limitati” al Sud e nel divario nei servizi pubblici anche e soprattutto derivanti dal gap infrastrutturale.
Ancora oggi al cittadino del Sud, nonostante una pressione fiscale pari se non superiore per effetto delle addizionali locali, mancano (o sono carenti) diritti fondamentali: in termini di trasporti e collegamenti veloci, di vivibilità dell’ambiente locale, di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura per la persona adulta e per l’infanzia. In particolare, nel comparto socio-assistenziale il ritardo delle regioni meridionali riguarda sia i servizi per l’infanzia che quelli per gli anziani e per i non autosufficienti. Più in generale, l’intero comparto sanitario presenta differenziali in termini di prestazioni che sono al di sotto dello standard minimo nazionale come dimostra la griglia dei Livelli Essenziali di Assistenza . E ancora – dice Rosella – i nuovi e aggiornati dati sulla mobilità ospedaliera interregionale per la nostra regione testimoniano le carenze del sistema sanitario meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e la lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri. I lunghi tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali sono anche alla base della crescita della spesa sostenuta dalle famiglie con il conseguente impatto sui redditi. Strettamente collegato è il fenomeno della “povertà sanitaria”, secondo il quale sempre più frequentemente l’insorgere di patologie gravi costituisce una delle cause più importanti di impoverimento delle famiglie italiane, soprattutto nel Sud. I divari si confermano anche per quel che riguarda l’efficienza degli uffici pubblici in termini di tempi di attesa all’anagrafe, alle Asl e agli uffici postali. La Svimez ha costruito un indice sintetico della performance delle Pubbliche Amministrazioni nelle regioni sulla base della qualità dei servizi pubblici forniti al cittadino nella vita quotidiana: fatto 100 il valore della regione più efficiente (Trentino-Alto Adige) emerge che quelle meridionali, ad eccezione della Campania che si attesta a 61, della Sardegna a 60 e dell’Abruzzo a 53, sono al di sotto della metà: Calabria 39, Sicilia 40, Basilicata 42.