“Con i fatti denunciati oggi dai giornali regionali e dal Tg3 Basilicata ritorna di forza all’attenzione della società civile il rapporto tra giovani e meritocrazia, un rapporto che è lo snodo fondamentale per la fiducia nelle istituzioni e nella politica e per il futuro delle giovani generazioni lucane che non vogliono andare via”. Lo afferma il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “senza forzature di parte, interpretazioni polemiche o speculazioni politiche è innegabile che la questione esiste da sempre e non può essere esorcizzata. Solo che si pensava che in questa nuova legislatura la questione fosse almeno “sospesa”. Invece c’è un gruppo di fortunati, anche se precari, che è riuscito a trovare una collocazione occupazionale in Regione, enti sub-regionali e pubblici e la massa di giovani che rivendica solo ed esclusivamente il rispetto dei principi di legalità e pari condizioni ma al di là di Garanzia Giovani non ha alcuna garanzia. Il tema – dice ancora Potenza – è delicato: in questo momento sono i giovani a pagare più di tutti i costi della crisi. Si tratta, più di ogni altra cosa, di costi umani, in termini di progettualità di vita, che mettono un’ipoteca sulla capacità dei giovani di formare nuove famiglie. Il continuo spostamento in avanti del momento d’ingresso nel mondo del lavoro prolunga la dipendenza dei giovani dalla famiglia e aumenta il loro senso di sfiducia ed emarginazione nei confronti della società e del Paese. Inoltre la meritocrazia e la trasparenza restano molto spesso soltanto “principi di carta” nel mercato del lavoro, lasciando fuori proprio quei giovani che avrebbero maggiori competenze e capacità da spendere. In proposito il Rapporto Giovani promosso dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica ci aiuta a comprendere le dinamiche. Il perdurare della crisi economica e la carenza di efficacia delle politiche passate ha generato una forte sfiducia nel futuro: oltre il 70% ritiene di avere poca o per nulla fiducia che l’Italia nei prossimi tre anni riuscirà a tornare a crescere sul livello degli altri paesi sviluppati. I giovani vedono le proprie capacità e intraprendenze indissolubilmente frenate dai limiti del “sistema Paese” e dalle carenze della politica finora incapace di rimettere le nuove generazioni al centro della crescita. Inoltre, i giovani italiani sono sempre più disillusi rispetto alla possibilità di trovare lavoro in Italia e sempre più disponibili a guardare fuori confine. Oltre l’85% degli intervistati (19-32 anni) è convinto, infatti, che in Italia siano scarse o limitate le opportunità lavorative legate alle proprie competenze professionali.
Sempre nel rapporto si legge come la principale causa della disoccupazione sia attribuita dal 37,3% dei giovani ai limiti dell’offerta del mercato del lavoro, considerata sia ridotta come quantità sia bassa come qualità, a cui va aggiunta una mancanza d’investimenti in ricerca e sviluppo. Il 20,9% ritiene che si debbano migliorare meccanismi di reclutamento, legati a regole troppo rigide e lontani dalla meritocrazia. Nel contesto attuale il 70% dei giovani vede il domani pieno di rischi ed incognite. Disoccupazione e impieghi precari spingono sempre di più i giovani ad essere concreti e pragmatici. Ma – avverte il segretario DC – attenzione perché le difficoltà a trovare un lavoro hanno intaccato nei giovani non solo la fiducia nelle istituzioni, in quanto hanno anche ridotto il senso di appartenenza sociale, portando i giovani a rifugiarsi nella rete parentale più ristretta al punto che solo il 35% circa ritiene che la maggior parte delle persone sia degna di fiducia.
Dunque riflettiamo: ognuno è corresponsabile della crescita e del destino della comunità a cui appartiene e dà il proprio contributo tramite il proprio lavoro e il proprio sacrificio. Ma le istituzioni e la politica regionali – conclude – non possono permettersi il lusso di inviare ai giovani laureati lucani messaggi negativi nemmeno come “incidenti di percorso”.
Nov 11