Recovery Fund, senatore De Bonis. “Manca visione strategica nel pacchetto da 17 milioni di euro illustrato da Ministro Bellanova per agricoltura”. Di seguito la nota integrale.
“Devo notare, purtroppo, l’assenza di una visione strategica complessiva nel pacchetto di progetti illustrato oggi dalla Ministra Bellanova. Un impegno di risorse tanto poderoso come i 17 miliardi di euro destinati all’agricoltura dal Recovery Fund richiederebbe ben altro approccio. Bene avrebbe fatto la Ministra Bellanova a convocare gli Stati generali dell’agricoltura, coinvolgendo università, economisti, agricoltori, giovani, associazioni e consumatori. Perché vi sia davvero quel cambio di passo verso un’agricoltura e un’economia sostenibili, come ci chiede non soltanto l’Europa ma il pianeta stesso, bisogna dotarsi di una programmazione strategica che indichi la rotta da seguire”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, commentando le parole della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova durante l’audizione in Commissione.
“In questo modo – continua il senatore – si rischia invece di mettere in campo interventi frammentati che in alcuni casi sono persino in contrasto con i principi del green deal europeo e potrebbero quindi essere bocciati dall’UE. Per questo motivo ho chiesto alla Ministra di fornire alla nostra Commissione un quadro sintetico dei progetti in cantiere, per esprimere un parere e coadiuvare il lavoro del governo”.
“Dobbiamo inoltre ragionare su come coinvolgere veramente i giovani e gli agricoltori. Se la Ministra ha veramente a cuore i temi del green deal, dovrebbe impegnarsi sul fronte della formazione, di concerto con la Ministra Azzolina, favorendo la nascita di scuole e di università dedicate all’agricoltura biologica, per educare gli agricoltori e i giovani a una riconversione green ormai improrogabile”.
“Devo annotare ancora – conclude De Bonis – che nella relazione della Ministra è assente una visione dei numeri sulla forestazione produttiva. Quanti alberi vuole piantare il governo italiano, anche per favorire lo sviluppo della tartuficoltura? E anche per quanto riguarda le reti irrigue non si capisce bene come si intenda intervenire: vi sono vaste aree che potrebbero essere usate ma dove sono incomplete le infrastrutture idriche. A oggi non c’è una politica seria per incentivare il risparmio idrico. Stessa vaghezza si nota per quanto riguarda la zootecnia estensiva di qualità nelle aree interne, che andrebbe favorita per ripristinare la sostanza organica dei suoli e la presenza dell’uomo. Infine, mi auguro che la Ministra voglia davvero, come ha dichiarato, approfondire la questione del diserbo elettrico, che va diffondendosi in Germania per sostituire i diserbanti chimici. Per il momento, sappiamo che i PSR di molte regioni continuano a finanziare l’uso di pesticidi o di agenti chimici come il glifosato, in particolare nella semina su sodo, per la quale il contributo sembra essere circa il doppio dell’agricoltura biologica. Il che è paradossale in un’ottica green”.