“Metà della platea dei possibili destinatari del reddito di cittadinanza, che secondo recenti stime del Governo interesserà un milione e 375mila nuclei familiari, potrebbe essere rappresentata da lavoratori in nero e quindi da soggetti che non necessariamente versano in condizioni di deprivazione e che quindi non hanno diritto di ricevere i 780 euro previsti dallo strumento ideato dal Movimento 5 Stelle per abbattere la povertà in Italia”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale Michele Napoli, che nel commentare il grido d’allarme lanciato dalla CGIA di Mestre sul rischio che il Reddito di cittadinanza sia attribuito a chi non ne ha diritto, aggiunge:” Premesso che in un Paese che conta 5 milioni di soggetti in povertà assoluta e 9 milioni di soggetti in povertà relativa, qualsiasi policy diretta a contrastare la povertà merita la dovuta attenzione, le modalità operative del Reddito di cittadinanza, fondate soprattutto sull’Isee, creano oggettivi problemi di identificazione di quanti versano in condizioni di povertà ed hanno quindi diritto al sostegno monetario”.
“Del resto” -spiega l’esponente di Fratelli d’Italia- “Provvedimenti analoghi posti in essere negli ultimi anni quali il Reddito d’Inclusione, il Reddito minimo d’inclusione o d’inserimento, sono stati caratterizzati da elevati gradi di falsificazione, atteso che, le risultanze dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza hanno fatto emergere la presenza di 6 finti poveri ogni 10 accertamenti.”
“ L’Ufficio Studi della CGIA di Mestre stima la presenza in Basilicata di 29 mila lavoratori in nero”-aggiunge il Vice presidente del Consiglio regionale-“Che producono un PIL in nero quantificabile in 630 milioni di euro e che incide per quasi il 6% sul valore aggiunto regionale, producendo una rilevante economia sommersa, che corre il rischio di essere ulteriormente alimentata dal Reddito di cittadinanza”.
“L’esperienza fallimentare del Copes perpetrata in Basilicata dal governo di centro-sinistra e che ha mantenuto pressoché inalterato il livello di povertà nella nostra regione”-conclude Napoli- “E’ emblematica della necessità di programmare strumenti che non si riducano ad una semplice integrazione monetaria del reddito, ma prevedano, piuttosto, l’effettività per gli indigenti di servizi appropriati in tema di educazione, istruzione, formazione, occupazione, tutela della salute e disponibilità di una casa”.
Gen 08