Il Consigliere regionale Leggieri (M5S) replica ai colleghi Coviello e Vizziello: “Sul reddito di cittadinanza polemiche false e tendenziose.
Vadano a spiegare ai Lucani che è il “metadone del popolo”. Di seguito la nota integrale e le note già pubblicate in precedenza.
Non si è fatta attendere la replica – dopo il mio intervento a sostegno del Rdc e a denuncia delle parole vergognose della Meloni – degli esponenti di FdI in Consiglio Regionale, Tommaso Coviello e Giovanni Vizziello.
Il primo, Coviello, condisce la retorica propagandistica contro il RdC, con la solita denuncia trita e ritrita: “il Rdc si è dimostrato un ottimo strumento per far piovere denaro a vantaggio di ex terroristi, mafiosi, immigrati irregolari, truffatori e semplici furbetti appartenenti alla platea dei ‘non poveri’”. La difesa dell’avvocato Coviello in favore della leader Giorgia Meloni, dopo le triviali affermazioni di quest’ultima, mi è sembrata una sorta di difesa d’ufficio: poco sentita e quasi obbligata per dimostrare fedeltà al nuovo partito di appartenenza. Una uscita, quella del Consigliere Coviello, senza grossa tensione emotiva, a dir poco superficiale.
Il secondo, Vizziello, ripropone gli stessi interrogativi del compagno di partito Coviello aggiungendo che la Guardia di Finanza – a cui mi onoro di appartenere – “ha denunciato 5868 truffatori che percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza e tra i quali figurano camorristi, mafiosi, possessori di ville e auto di lusso”. Voglio precisare, inoltre, a dispetto di quanto erroneamente riferito dal collega Vizziello, che faccio tuttora parte del corpo della Guardia di Finanza da circa trent’anni – e sono fiero di esserlo- pur essendo in aspettativa obbligatoria, per mandato elettorale.
Evidentemente, dunque, come ammette Vizziello, i controlli ci sono. Le forze dell’Ordine continuano imperterrite la loro attività di monitoraggio – che pare risulti efficace, visti i numeri enunciati da Vizziello – per contrastare tutti i “furbetti”, mafiosi inclusi, che pensano di poter frodare lo Stato. Alle parole dei miei colleghi Consiglieri aggiungo solo che per il reato di illegittima percezione del Reddito di Cittadinanza è prevista la reclusione da 2 a 6 anni e che la platea dei “furbetti” può tranquillamente allargarsi anche alle diverse indennità sociali previste dallo Stato, quali per esempio le pensioni di invalidità. Numerosi ed ogni anno infatti sono i controlli delle Forze dell’Ordine che fanno emergere con puntualità una platea di “malati virtuali” e “falsi invalidi”.
Nessuna forza politica però si sognerebbe mai di indire un referendum per eliminare le indennità di accompagnamento o di invalidità, perché tutti gli attori in campo sanno benissimo, dati alla mano, che i “furbetti” sono la minoranza della minoranza – Rdc incluso.
Per le “colpe” di pochi incivili non possono essere cancellati anni di riforme mirate a sostenere i più deboli e gli emarginati. Coviello e Vizziello cadono nel qualunquismo, nella difesa a spada tratta di improvvide uscite della leader Meloni nel salotto dell’alta finanza, che la destra sociale alla quale sembra far riferimento Vizziello ha sempre aborrito; ma restiamo sul tema principale.
Sostenere e incentivare maggiori controlli potrebbe essere una proposta sensata, che evidentemente alla destruncola tutta selfie, linguacce, sguardi truci e distintivo, sfugge.
Meglio inferocire gli animi e parlare di Rdc percepito illegittimamente. Mi meraviglia che i Consiglieri di FdI non abbiamo incluso nel novero dei cattivi, illegittimi percettori del Reddito di Cittadinanza, pure i talebani, Gargamella e qualche meschino personaggio della Marvel. Eppure, basterebbe leggere, mensilmente, il rapporto dell’Osservatorio sul Rdc e sulla Pensione di Cittadinanza, per conoscere i numeri sulla povertà.
Vadano i colleghi Coviello e Vizziello, in occasione delle imminenti elezioni amministrative di ottobre, nelle piazze e sui palchi, a dire che il RdC è “metadone del popolo”. Vadano a spiegare ai lucani le “brillanti” uscite della loro leader, nella nostra regione, cannibalizzata in passato dal clientelismo più sfrenato, e afflitta da isolamento, emigrazione e povertà. Si impegnino, come esponenti del centrodestra che governa la Basilicata, a risolvere questi problemi.
Se è vero che il reddito di cittadinanza ha tutto il diritto di essere contestato e perfino abrogato cosa si ritiene di poter fare per governare questi numeri che non sono altro che persone in regime di povertà? Questo è il punto cari Colleghi, altro che propaganda trita e ritrita.
Gli esponenti di FDI, in riferimento a quanto accade qui da noi, sicuramente conoscono, il D.L. 4/2019 che istituisce la misura del reddito di cittadinanza, che prevede anche e soprattutto il Piano di rafforzamento dei Centri per l’impiego, presso cui ogni beneficiario è convocato per stipulare il Patto per il lavoro.
Dovrebbero essere a conoscenza, spero, che i centri per l’impiego in Basilicata sono gestiti dall’ARLAB, Agenzia Regionale LAB (Lavoro e Apprendimento in Basilicata), commissariata e senza direttore generale per cause solamente politiche da quasi tre anni. La nomina dovrebbe spettare proprio al partito della Meloni, perché non si è ancora arrivati a questa scelta? I problemi evidenti di una maggioranza sempre più allo sbando non possono essere pagati dai cittadini.
In Basilicata a causa dell’incapacità politico-amministrativa del centrodestra si è venuta a creare quindi una situazione di paralisi, in cui si rischia di perdere anche le risorse trasferite dal Governo centrale per il miglioramento dei servizi offerti dagli stessi Centri, così come previsto dal Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 4 del 2018, e a non cogliere l’opportunità di assumere a tempo indeterminato 114 nuove unità presso i CPI, così come evidenziato dal monitoraggio trimestrale del Ministero del lavoro sui piani di rafforzamento dei CPI.
A proposito, che fine ha fatto il pieno di rafforzamento dei CPI in Regione Basilicata?
I rappresentati di FDI conoscono questi aspetti?
Sono interessati a far assumere nuovo personale?
Come intendono gestire i fondi del PNRR per le politiche attive del lavoro?
Invece di esasperare gli animi e costruire fake news, lavorino per risolvere questi problemi.
Reddito di cittadinanza, Consigliere regionale Vizziello (Fratelli d’Italia) difende la Meloni: “Quante cose non sa il Consigliere Leggieri”. Di seguito la nota integrale e quella già pubblicata del consigliere regionale Leggieri (M5s).
“Lo sa, il consigliere Leggieri, che il 36% del reddito di cittadinanza va a famiglie che non sono povere, nel senso che non vivono in condizioni di povertà assoluta secondo la definizione dell’Istat?
Che nonostante quanto proclamato esattamente tre anni fa dall’allora ministro del Lavoro Luigi di Maio dal balcone di Palazzo Chigi-aboliremo la povertà dichiarò solennemente l’allora capo politico del Movimento Cinque Stelle- in realtà nel 2020 le famiglie italiane che vivono in condizioni di povertà assoluta, cioè che non sono in grado di acquistare un paniere di beni e servizitaleda garantire loro uno standard di vita minimamente accettabile, sono passate da un milione e 674 mila a due milioni, cioè che si è ampliata di un milione di soggetti la platea di quanti versano in condizioni di povertà assoluta?
Che lo scorso anno la Guardia di Finanza, alla quale peraltro il consigliere Leggieri ha appartenuto in passato, ha denunciato 5868 truffatori che percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza e tra i quali figurano camorristi, mafiosi, possessori di ville e auto di lusso, oltre ai fratelli Bianchi, quelli, per intenderci, che esattamente un anno fa massacrarono di botte, uccidendolo, il povero Willy Monteiro Duarte?
Lo sa il consigliere Leggieri che molti percettori del reddito di cittadinanza preferiscono lavorare in nero e percepire il sussidio piuttosto che contribuire a far crescere, in maniera legale e trasparente,l’economia del Paese?
Che tre regioni d’Italia(Campania, Sicilia e Calabria) raccolgono la metà, cioè 1,5 milioni, del totale nazionale dei beneficiari del reddito di cittadinanza( in tutto il Nord Italia i beneficiari sono 578 mila) e, nonostante questi dati che c’è un imprenditore del salernitano, che opera nel settore della logistica, che è alla ricerca di 60 camionisti che è disposto a pagare 3000 euro netti al mese e che non riesce a trovare, precludendosi così la possibilità di incrementare il fatturato della propria impresa?
Lo sa il consigliere Leggieri che i controlli relativi alla legittima percezione del reddito di cittadinanza sono solo successivi e a campione, scontando peraltro il grande limite del mancato incrocio delle banche dati(Pubblico registro automobilistico, catasto, anagrafe tributaria, casellario giudiziario, conto correnti), col risultato che molto spesso, come abbiamo evidenziato, il denaro finisce nelle tasche sbagliate, alimentando il senso di frustrazione e la sfiducia nelle istituzioni dei 41 milioni di italiani che pagano regolarmente l’IRPEF e che di fatto finanziano un sistema di welfare dominato dall’assistenzialismo puro e semplice.
Consigliamo quindi al consigliere Leggieri di analizzare con attenzione gli effetti prodotti negli ultimi tre anni dal reddito di cittadinanza, avvalendosi, delle fonti che saremo ben lieti di mettere a sua disposizione, prima di suscitare polemiche che regalano facili esposizioni mediatiche ma che corrono il rischio di allontanarci per davvero dai problemi reali della società.
Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) contro il Reddito di Cittadinanza, Consigliere regionale Leggieri (M5s): “Giorgia Meloni, triviale e truce al workshop dell’alta finanza”. Di seguito la nota integrale.
Sono di poche ore fa le parole vergognose della Leader di FdI, contro il Reddito di Cittadinanza.
Secondo Giorgia Meloni il RdC è paragonabile alla tossicodipenza e più nello specifico al metadone, farmaco utilizzato nella prevenzione dell’astinenza per chi sta tentando di disintossicarsi dalle droghe.
Le parole – già definite dal Presidente del M5S Giuseppe Conte come “volgari” – dimostrano ancora una volta la lontananza di certa politica dalla realtà più evidente del Paese.
La verità – diciamocela tutta – è che molto semplice prendersela con i poveri che non proporre misure adeguate per combattere la povertà.
In realtà non è la prima volta che Giorgia Meloni interviene nell’eterno dibattito contro il RdC utilizzando parole forti e senza senso; già il 21 luglio scorso – poco dopo l’annuncio di Matteo Renzi di voler indire un Referendum per abolire la misura – la Meloni utilizzò le stesse identiche parole, paragonando il RdC al metadone e definendo la stessa “una misura cretina e fatta male”.
Voglio ricordare a certa gente che millanta di aver sempre la ricetta pronta per ogni problema, che il RdC è una misura assolutamente opportuna -che pur deve essere soggetta a migliorie – e necessaria.
Utilizzo quindi nuovamente le parole del Presidente Conte che già intervenne in risposta alla parole della Meloni ricordando e invitando ad approfondire “le tante microstorie dei beneficiari del reddito, di oltre 1,3 milioni di minori e di mezzo milione di disabili per cui queste risorse rappresentano un sostegno imprescindibile per mangiare e per far fronte a bisogni di vita essenziali”.
L’unica vera tossicodipenza così evidente in Italia – specialmente negli ultimi periodi – è quella ideologica intrisa di frasi fatte e condita dalla costante ricerca di consenso e di like a mezzo social.
Sto aspettando, con eterna pazienza, i sedicenti leader di partito parlare e proporre soluzioni volte a combattere il precariato, a migliorare il mercato del lavoro, a combattere lo spopolamento di interi territori, ad arginare la fuga di migliaia di giovani disoccupati del Sud e del Paese Italia, ad incrementare i controlli verso la parte malata dell’imprenditoria italiana che sfrutta senza vergogna i nostri giovani migliori e poi attacca a man bassa qualsiasi forma di sostegno sociale indirizzata a prevenire e combattere la povertà e migliorare l’inclusione sociale.
A questi capitani coraggiosi, così forti verso i deboli ma sempre vili verso la parte più potente e ricca del paese, così ideologicamente collusi con quegli interessi economico – finanziari sempre pronti a far valere le loro ragioni, va il mio più profondo disprezzo.
L’italia ha bisogno di una classe dirigente responsabile in questo momento storico delicatissimo. La destruncola da stadio, tutta selfie e sguardi truci lascia il tempo che trova.
Reddito di cittadinanza, Consigliere regionale Coviello (Fratelli d’Italia): “Sterili polemiche da parte di chi dal balcone di Palazzo Chigi voleva abolire la povertà”
“A fine settembre ricorre un importante anniversario: la celebre immagine di un euforico Luigi Di Maio, sulla balaustra del balcone di Palazzo Chigi, annunciare con esultanza da stadio, l’accordo sul nascente ‘Reddito di cittadinanza’. L’allora ministro del Lavoro ed inquilino del Mise, prima di trasferirsi alla Farnesina, aveva promesso di: ‘Abolire la povertà’ ma alla prova dei fatti, purtroppo, non ha abolito l’indigenza, non l’ha neppure mitigata”. Lo afferma il consigliere regionale di FdI Tommaso Coviello che aggiunge: «In compenso, come dimostrano le numerosissime operazioni della Guardia di Finanza, si è dimostrato un ottimo strumento per far piovere denaro a vantaggio di ex terroristi, mafiosi, immigrati irregolari, truffatori e semplici furbetti appartenenti alla platea dei ‘non poveri’, disincentivati a procacciare un lavoro o incentivati, come noto, a procacciarne uno definito in gergo ‘in nero’ e poco o nulla sono stati in grado di fare i noti navigator, a tratti ‘giustificati’ dalla pandemia e dalle sue drammatiche conseguenze economiche”.
“È necessario e fondamentale – conclude il consigliere di FdI -che ci siano politiche attive per favorire l’occupazione e il sostegno, purché abbiano criterio, forma e sostanza, requisiti che la principale misura del Movimento 5 stelle non ha mai soddisfatto. Chi monta ad arte sterili polemiche per le parole di Giorgia Meloni sembra voler applicare il mantenimento al metadone: una forma di immobilismo assistenziale per chi non è in grado di risolvere il problema della disoccupazione ma pretendeva, certamente in buona fede e con molto entusiasmo, di abolire la povertà”.