Il Popolo della Famiglia Basilicata avvia la raccolta di firme per sottoscrivere la proposta di legge per l’istituzione dell’indennità di maternità per le madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare. Dal 28 novembre sarà possibile sottoscriverla presso la sede municipale di piazza Matteotti a Potenza, necessario un documento in corso di validità. La proposta di legge di iniziativa popolare, prevista dall’art. 71 della Costituzione, è stata presentata presso la Corte di Cassazione il 9 Novembre 2018 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 262 del 10 Novembre 2018.
QUALI OBIETTIVI SI PREFIGGE IL REDDITO DI MATERNITÀ?
Il crollo della natalità è la prima emergenza nazionale cui porre rimedio, in Basilicata, se possibile, la situazione è addirittura peggiore, perché le conseguenze di un saldo nati-morti, costantemente negativo (e che pone l’Italia tra i paesi con il più basso tasso di natalità al mondo) sono devastanti, e capaci di minare le colonne portanti dell’intero sistema sociale. Allo stesso tempo, si vuole mettere al centro la cultura della vita contro i falsi miti di progresso spacciati come forme di liberazione delle donne, e dare un riconoscimento tangibile alla decisiva funzione sociale e lavorativa svolta dalla donna attraverso la maternità e la cura della famiglia.
12.000 EURO NETTI ALL’ANNO PER 8 ANNI
Il Reddito di Maternità non è una ‘mancetta elettorale’, come i lucani sono abituati a ricevere malgrado i rinvii elettorali strategici, e nemmeno la solita una tantum in stile ‘bonus bebè’, ma è un intervento strutturale. Il RdM prevede dodicimila euro netti annui alla mamma che non ha altri redditi o impieghi per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili alla nascita di un altro figlio, e che diventano vitalizi alla nascita del quarto figlio o di un figlio con disabilità. Nei primi otto anni di vita del bambino con il RdM la madre percepisce novantaseimila euro.
LA DONNA POTRÀ LAVORARE ESTERNAMENTE O RESTARE IN FAMIGLIA AD ACCUDIRE I FIGLI COME PROPRIA LIBERA SCELTA, NON IMPOSTA DALLE CIRCOSTANZE.
Gli obiettivi del RdM sono il riconoscimento della centralità della donna nella società, e la cancellazione della discriminazione di cui è fatta oggetto la madre casalinga, considerata una sorta di “donna di serie B” priva di salario e di diritti, con il riconoscimento invece della decisiva funzione sociale e lavorativa svolta con la maternità.
DOVE REPERIRE I FONDI NECESSARI?
A regime, il RdM costerà tre miliardi di euro all’anno. La proposta di legge indica lo stanziamento del primo triennio. Per il Popolo della Famiglia lucano e nazionale è fondamentale la sostenibilità finanziaria della proposta, ed è per questo che nella proposta di legge indichiamo anche i centri di spesa, segnatamente il ‘fondo della presidenza del Consiglio, da cui trarre le risorse necessarie.