Gli exit-poll condannano subito alla sconfitta il premier Matteo Renzi e la maggioranza del Pd che ha sostenuto il referendum per confermare la riforma elettorale approvata in Parlamento. Il Sì si ferma al 40,9% con 13.432.208 menre il No raggiunge il 59,1% con 19.419.507 voti.
Nella città di Matera hanno votato 32.801 persone, di cui 16.459 maschi e 16.342 femmine. Sono stati 21.968 coloro che hanno votato No, pari al 67,42%, 10.615 quelli che hanno votato Sì, pari al 32,58%. 36 le schede bianche, 181 le nulle, 1 quella contestata e non assegnata, 218 i voti non validi. L’affluenza nelle 62 sezioni della città di Matera alla chiusura dei seggi è del 68,24% dei cittadini chiamati al voto, pari a 48.058 votanti, di cui 23228 maschi e 24.830 femmine.
Risultati sezione per sezione a Matera
Matteo Renzi twitta qualche minuto dopo la mezzanotte: “Grazie a tutti comunque, viva l’Italia”. Poi annuncia le sue dimissioni.
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I consiglieri comunali di “Matera si Muove”, Angelo Bianco e Daniele Fragasso, esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto i occasione della consultazione elettorale. Di seguito la nota integrale.
I consiglieri comunali di Matera si Muove, Angelo Bianco e Daniele Fragasso accolgono favorevolmente la larghissima vittoria del NO decretata dalle urne referendarie, segno inequivocabile che l’elettorato ha espresso in maniera chiara e netta la volontà di riformare seriamente l’impianto istituzionale del paese bocciando sonoramente ogni ipotesi di riforma pasticciata e calata dall’alto. In particolare esprimono apprezzamento per il grande risultato acquisito dalla vittoria del NO in Basilicata con il 65,7%, soprattutto nella città di Matera, che con il 67,4% ha inteso definitivamente decretare la fine della vecchia nomenclatura politica rivendicando, con forza e coraggio, la volontà partecipativa dei cittadini al vero processo di cambiamento. Dall’elettorato è venuto un invito chiaro a trattare la materia costituzionale e delle riforme con il rispetto e l’attenzione che sono dovuti, senza speculazioni e rendite di poltrone o candidature alle quali i sostenitori del SI avevano puntato senza indugio, ma che ora si vedono costretti a ricredersi, a partire dalla Basilicata, dovendo fare i conti con un risultato storico che ha frantumato un intero apparato di potere aprendo al cambiamento del paese.
Alessandro Fundone e Saverio Paolicelli dei Comitati per il No al referendum di Potenza e Materana esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto i occasione della consultazione elettorale. Di seguito la nota integrale.
Anche in Basilicata, come nel resto d’Italia, i cittadini-elettori, con un’alta affluenza alle urne hanno votato NO, bocciando sonoramente la legge di riforma della Costituzione (per il metodo e i contenuti) che, una scelta politica scellerata del governo Renzi, aveva approvato, anche in relazione alla nuova legge elettorale, l’Italicum.
Tutti devono riflettere e prenderne atto, anche quanti si accingeranno le prossime volte a proporre nuove modifiche alla Costituzione, lontane dalle necessità e dai bisogni veri e reali degli italiani.
A distanza di dieci anni, quando è stata bocciata l’altra riforma voluta dal governo Berlusconi, i cittadini hanno di nuovo respinto una riforma che intendeva stravolgerla. Tutte e due le volte, con alcune differenze, non si sono proposte misure e modifiche per applicarla, ma per depotenziarla e “privatizzarla” concentrando il potere nel governo nazionale.
I Comitati per il NO, espressione del Coordinamento Democrazia Costituzionale, che hanno operato in Basilicata, con mezzi pressoché inesistenti, basandosi sul lavoro volontario e disinteressato di non molti cittadini, ringraziano gli elettori che hanno inteso seguire anche la loro indicazione, unitamente a quelle di associazioni e di forze politiche diversissime tra loro, ma convergenti sul giudizio negativo della riforma.
Adesso, sgomberato il campo dalla pseudo riforma, si è già aperto un nuovo scenario in cui le forze politiche, a partire da quelle maggiori, con estrema responsabilità devono gestire il dopo referendum, provvedendo a governare il Paese e a dotarlo di leggi elettorali che tengano conto delle indicazioni della Corte Costituzionale, affrontando i gravi problemi esistenti, senza ricatti di nessun genere da parte di nessuno verso altri.
Comitato del NO Referendum Modifiche Costituzionali di Pisticci e Marconia: “Vittoria del popolo italiano e della Costituzione”.
Ha vinto ancora una volta la Costituzione, contro l’arroganza, la prepotenza, la mancanza di rispetto per la sovranità popolare e i diritti dei cittadini”.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi.
Il popolo italiano ha sconfitto chi ha voluto fare della carta costituzionale uno strumento di lotta politica e ha, con ampio margine, respinto il tentativo di stravolgerla. È finita una lunghissima campagna elettorale voluta dal presidente del consiglio che, colpevolmente, ha trasformato, la riforma della costituzione in un plebiscito su se stesso ponendo in secondo piano le vere emergenze della nazione. Il giudizio degli elettori è stato severo nel vanificare la scelta di una minoranza di voler imporre una visione di parte su questioni che per loro natura appartengono all’intera popolazione e che necessitano della massima condivisione. Il popolo, ancora una volta, ha saputo trovare le ragioni per opporsi a una narrazione non veritiera della realtà, ancora una volta è stata battuto un intero sistema che pone al centro la conservazione della supremazia delle esigenze finanziarie a discapito degli interessi generali della popolazione, ancora una volta è stato evidenziato l’imbarazzante scollamento tra la realtà dei comuni cittadini e gli obiettivi di una classe politica cieca affascinata dalle derive populiste: è fallito il tentativo della casta di travestirsi in anticasta.
Il Comitato del no di Marconia e Pisticci saluta con orgoglio il risultato del nostro comune che ha respinto la riforma Renzi/Boschi/Verdini con il 75,76% di no e ringrazia le ragazze, i ragazzi, le donne e gli uomini che hanno reso possibile questo risultato straordinario.
Il Comitato del No, nel respingere il tentativo di far passare la bocciatura del quesito referendario come la vittoria dei “populisti”, invita a una riflessione seria e auspica un ritorno della centralità della politica e la fine della ricerca di scorciatoie per la soluzione di problemi che vanno ben al di là della modifica dell’architettura della nostra Repubblica Parlamentare. Riteniamo, infatti, che le dimensioni della bocciatura delle indicazioni del governo, del più grande partito italiano, della Confindustria, delle più grandi testate giornalistiche, delle banche più potenti del mondo, ecc; vada ben al di là del tema referendario e che molte delle cause sono da ricercare nel profondo disagio di ampie fasce della popolazione stanca della cecità di chi si ostina a pontificare su impercettibili benefici derivanti dalla mirabolante azione di governo e non vede la sofferenza degli ultimi, sempre più numerosi: si guardino i dati Istat sulla povertà assoluta e sulla povertà relativa, che fotografano un considerevole aumento di persone costrette a vivere in condizioni di povertà e un progressivo impoverimento del ceto medio.
Si tratta oggi, dopo la sbornia referendaria a cui il governo ci ha sottoposti, di capire quali sono gli obiettivi verso cui indirizzare l’azione politica e, in tal senso, non si può continuare a non ricercare la massima unità delle forze in campo perché la vera sfida è quella di attuare realmente la nostra Costituzione ancora capace di offrire gli strumenti per la ricostruzione di uno stato sociale a misura dei cittadini e non degli indici di borsa.
Se non si capisce che il vero debito pubblico da eliminare sono le sacche di povertà e il disagio sociale, bisognerà mettere in conto forme di protesta ben più importanti che la sconfitta di un capopartito accecato da un ego sterminato.
Paolo Castelluccio, consigliere regionale Forza Italia: dal Metapontino e dal Materano un no piu’ pesante
“Con il 68,15% e quasi 8 punti percentuali in più del dato nazionale complessivo e superiore ai risultati regionale e della provincia di Potenza, il NO in provincia di Matera è stato più pesante. Soprattutto nel Metapontino lo “schiaffo” a Renzi e ai Renziani regionali e locali è decisamente più forte come testimoniano il 77,9% di Scanzano Jonico, il 75,7% di Pisticci, il 73,6% di Policoro, il 72,2% di Montalbano, il 68% di Bernalda. Ma in tutto il Materano – a partire dall’ottimo risultato della città di Matera (67,4%) – con un più che soddisfacente livello di partecipazione al voto è stata sonoramente bocciata la riforma pasticciata del Premier e di una parte del Pd che in Basilicata si è speso con i suoi uomini più rappresentativi facendo arrivare oltre a Renzi numerosi esponenti di governo. Soprattutto dal Metapontino è venuta una chiara risposta al tentativo del Premier di mettere le mani sulle risorse energetiche cancellando la volontà di Comuni e popolazioni della costa metapontina contro ricerche ed estrazioni nel Golfo di Taranto e quindi a poche miglia dalle spiagge. E’ stato quindi sventato l’attacco centralistico alle autonomie locali. L’Italia non può risollevarsi con il centralismo, che invece è la vera cifra di una riforma che puntava ad annichilire le autonomie, annientare i corpi intermedi inserendosi in un contesto di inquietante e spregiudicato accentramento del potere. Il centralismo non è la ricetta del centrodestra, che deve invece ripartire dalla centralità della persona e dalla sussidiarietà. Dunque, nel centrodestra nazionale e lucano è tempo di riflessione con la convinzione che quando ci si presenta all’elettorato uniti e coesi i cittadini dimostrano di seguire le nostre indicazioni di voto.Per questo dopo il voto si pone la necessità di ricostruire il nuovo centrodestra che capitalizzando il NO al renzismo esprima una credibile proposta alternativa. L’occasione che ci è stata offerta dall’elettorato non può essere persa anche se non vanno sottovalutati tutti i problemi aperti e che vanno affrontati, in primo luogo quelli di carattere programmatico”.
Comitati di Possibile della provincia di Matera: ha vinto la Costituzione più bella del mondo.
Alla fine, i cittadini italiani hanno stracciato il vestito della riforma e hanno scoperto la vera anima populista, iniqua e squilibrata di una proposta nata male, scritta malissimo e finita come doveva, bocciata e rispedita al mittente.
Renzi voleva una legittimazione popolare e ha ricevuto una bocciatura sonora, commettendo l’errore di personalizzare il dibattito referendario.
Il risultato referendario, con la netta affermazione del NO, ci consegna importati riflessioni, a partire dal dato del SUD del paese, una netta bocciatura, conseguenza di un disagio rimasto per troppo tempo inascoltato. A nulla sono servite le visite interessatedi Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Regione ec. ecc., e non poteva che essere così, umiliati in questi tre anni di governo Renzi, un governo a trazione nord-centro che non ha saputo ascoltare il grido di dolore di un pezzo del paese che necessita, invece, di misure strutturali importanti, per superare la fame di lavoro che porta le nostre giovani generazioni ad abbandonare la propria terra al suo destino.
Abbiamo, assistito allo spettacolo indegno delle promesse dell’ultimo minuto, mentre le risorse vengono sistematicamente indirizzate in direzione opposta. Tutto questo, in aggiunta al tentativo di spogliare il sud anche delle sue risorse naturali, con una operazione statalista, ha svegliato lo spirito brigante di un popolo stanco ma mai supino.
Ora, ci auguriamo che la si smetta con letture socio-politiche, al sud, per esempio, la Lega di Salvini non esiste, eppure abbiamo il dato piu’ importante per il NO, al sud non abbiamo registrato una mobilitazione importante dei partiti ma bensì di un movimento spontaneo di popolo, forse e’questa la lettura reale del dato referendario.
Infatti, i primi dati reali sui flussi confermano che i cittadini hanno votato senza tenere conto delle indicazioni dei partiti….
In Basilicata, il popolo ha presentato il conto salato a quanti nelle istituzioni hanno fatto campagna elettorale per l’astensione al referendum del 17 aprile, tradendo la nostra terra, per essere nelle grazie del Presidente Renzi.
Hanno scorazzato in lungo e in largo per chiedere un SI ma hanno ricevuto un sonoro NO. Ora qualcuno, invece di aspettare che passi la nottata, come ha detto il Premier Renzi, prenda coraggio e formalizzi l’unico atto possibile.
Facciamo invito, invece, a quanti impegnati nel governo della cosa pubblica a cambiare rotta, smetterla con politiche populiste, aprire i palazzi alla partecipazione attiva dei cittadini, comprendere nel governo della cosa pubblica le istanze e smetterla con il clientelismo politico.
Per questo Noi di Possibile, intendiamo aprire una stagione di partecipazione utilizzando da subito gli strumenti a disposizione, a partire da quelli contenuti nel nuovo statuto regionale.
Vogliamo riappropriarci del diritto-dovere di essere cittadini attivi e per questo utilizzeremo la piazza virtuale e quella reale.
Numeri e curiosità sul referendum.
L’affluenza nelle 62 sezioni della città di Matera alla chiusura dei seggi è del 68,24% dei cittadini chiamati al voto, pari a 48.058 votanti.
Clicca qui per i dati sull’affluenza nella città di Matera e nei Comuni della provincia di Matera
Clicca qui per i dati sull’affluenza nella città di Potenza e nei Comuni della provincia di Potenza.
Sono cominciate alle ore 7 e si concluderanno alle ore 23 le operazioni di voto per il referendum costituzionale. Subito dopo avrà inizio lo spoglio senza soluzione di continuità. In nottata è atteso il risultato finale.
Sono 48.058 i votanti materani chiamati alle urne. A Matera in particolare hanno diritto al voto 23.228 uomini e 24.830 donne. Alcune curiosità: i ragazzi che compiono 18 anni il 4 dicembre sono 5. I centenari sono 7. I votanti diciottenni, che esercitano quindi per la prima volta il diritto al voto, sono 266. Il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri ha votato alle 10,30 nella sezione 50 della scuola elementare di Padre Giovanni Minozzi in via Lucana.
In Basilicata sono 466.999 (227.236 maschi e 239.763 femmine) i cittadini chiamati al voto per il referendum costituzionale: le sezioni totali sono 681 (452 in provincia di Potenza e 229 in quella di Matera). nel Materano sono 159.972 (77.846 maschi e 82.126 femmine), nel Comune capoluogo di provincia 48.058 (23.228 maschi e 24.830 femmine).
Nel Potentino gli elettori sono 307.027 (149.390 maschi e 157.637 femmine), a Potenza 56.003 (26.596 maschi e 29.407 femmine.
I dati di affluenza verranno publicati in tempo reale su SassiLive, sui relativi profili social Facebook e Twitter Twitter alle 12, alle 19 e alle 23.
La domanda sulla scheda ll quesito presente nella scheda elettorale per il referendum è il seguente: “Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente ‘Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”. Non è previsto il raggiungimento di un quorum: la consultazione sarà valida indipendentemente dal numero dei voti espressi.
A votare sono chiamati 46.714.950 elettori sul territorio nazionale – di cui 1.344 residenti all’estero che hanno optato per il voto in Italia, nonché 3.963.580 residenti all’estero e 31.462 temporaneamente all’estero che hanno presentato richiesta di voto per corrispondenza.
La fotogallery del voto al referendum del sindaco di Matera (foto www.SassiLive.it)
Anche se per Renzi la “scoppola” poteva essere più sonora, il popolo italiano ha dimostrato che dietro le chiacchiere non va più e che non sopporta i politici dalle facili promesse a dai discorsi pieni di aggettivi, sostantivi che durano due ore per dire “faremo”. Ogni volta si parte da Adamo ed Eva si dicono quattro cazzate ed il capitolo è chiuso. Questo per il Governo Nazionale.
Per quanto riguarda il Governo Regionale di Basilicata il risultato è eloquente. Il lucano in generale e, il materano in particolare, questo Governatore non lo vuole. Lo ha “detto” ad aprile e lo ha confermato il 4 Dicembre che con il voto espresso (una percentuale di NO tra le più alte d’Italia) questa Regione con questo Governatore non va da nessuna parte. Credo che il Governatore di Basilicata dovrebbe seguire Renzi, anzi, avrebbe dovuto farlo prima. Comunque, non è mai troppo tardi.
nino silecchia