Un appello a tutta la Basilicata affinché dica “no” al referendum costituzionale del prossimo 29 marzo. Lo hanno lanciato stamani, a Potenza, in una conferenza stampa, il segretario dei Radicali lucani, Maurizio Bolognetti, e il senatore Pd Gianni Pittella (eletto in Campania), ricordando che “con l’approvazione della riforma e il conseguente taglio di senatori e deputati, la Basilicata vedrebbe la sua pattuglia di parlamentari (attualmente 13) dimezzata con un’inevitabile perdita di ‘peso’ politico e istituzionale”.
Di seguito le motivazioni illustrate in conferenza stampa da Bolognetti e Pittella per votare no al referendum del 30 marzo in cui gli italiani dovranno decidere se tagliare il numero dei parlamentari eletti dai cittadini.
C’è una quarantena di cui occorre parlare e della quale ci occupiamo da tempo: la quarantena dello Stato di diritto, della Costituzione, del diritto e dei diritti.
In un contesto fatto di “democrazia reale” montante, c’è chi vende merce avariata e disegna scenari che dovrebbero rendere inquieto ogni sincero democratico e chiunque abbia a cuore la democrazia rappresentativa.
Quali riflessi avrà la riduzione del taglio dei parlamentari per una regione come la Basilicata? Qual è la rotta seguita da avvocati e governi del popolo che in realtà dovremmo definire contro il popolo?
A chi parla di “costi della politica”, a chi vorrebbe imbrigliare gli eletti con il vincolo di mandato, a chi sogna la democrazia dei plebisciti, diciamo una volta di più che i costi di cui occorrerebbe parlare sono i costi dell’antidemocrazia.
Nel paese in cui da 70 anni non riusciamo a rispettare l’art. 49 della Costituzione, in cui si è fatto di deputati e senatori meri nominati dalle oligarchie di partito, anziché discutere della qualità della nostra democrazia, delle democrazie occidentali, si racconta alla gente che il problema è costituito dal numero di coloro che ci rappresentano. Poco importa se l’Italia si colloca al 22° posto in Europa nel rapporto eletti-elettori se dal sacro blog e a reti quasi unificate da mesi raccontano, in assenza di reale contraddittorio, che occorre tagliar teste e tutto andrà per il meglio e sorgerà l’alba di un nuovo giorno.
Marco Pannella diceva che a volte occorre rischiare l’impopolarità per non essere antipopolari. Noi questo rischio d’impresa intendiamo accollarcelo ed è per questo che con convinzione diciamo ai cittadini di votare NO.
C’è da prendere atto, intanto, che a pochi giorni dal voto l’imminente tornata referendaria è stata letteralmente cancellata ed è difficile trovarne traccia finanche negli annunci mortuari. Su quale base i cittadini esprimeranno la loro opinione se consideriamo che già partiamo gravati da un pesante handicap?
Alla luce degli effetti che le note disposizioni governative stanno avendo sulle iniziative referendarie, come Partito Radicale abbiamo chiesto al Governo di rinviare il voto al 31 maggio.
E’ del tutto evidente che quel poco di campagna consentita ai promotori del NO sia stata definitivamente compromessa.