Referendum riduzione parlamentari, senatore Lomuti (M5s) suona la carica. Di seguito la nota integrale.
Il 20 e il 21 settembre sono vicini. Il Popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi sulla decisione del Parlamento di ridurre il proprio numero di membri da 945 a 600. Personalmente ritengo che già soltanto il coinvolgimento e la chiamata alla partecipazione degli italiani, ad una decisione così importante, sia un primo risultato positivo.
Ricordiamoci che questa riforma è stata votata in Parlamento all’unanimità. Cioè da tutte le forze politiche. Pertanto, vorrei dire a quelle che oggi paventano un dietrofront, promuovendo il NO, che così facendo non si fa altro che aumentare la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Scelte loro.
Nel merito, le ragioni di chi contrasta la riforma sono davvero molto deboli, a partire dal presunto spropositato aumento di potere dei Consigli regionali nella elezione del Presidente della Repubblica. Anche chi non mastica di Costituzione, con un semplice calcolo matematico, può comprendere che, la nostra Carta fondamentale, ha concepito e individuato il corpo elettorale del Presidente della Repubblica in quello dei membri del Parlamento.
Inoltre, chi è contrario alla riforma, sbandiera la presunta riduzione della rappresentatività. Falso. Le differenze rappresentative fra Regioni sono tangibili da sempre, specie al senato dove i cui membri sono eletti da queste in base al numero di abitanti. Su questo punto, cosa dicono tutti i neo costituzionalisti del NO?
Certo, attualmente esiste un significativo scompenso rispetto a quelle più piccole (penso alla mia Basilicata o alla vicina Molise) che però può essere -come lo sarà- superato da una nuova legge elettorale e che per questo, a mio avviso, tale argomento meriterebbe ancora più importanza e attenzione rispetto al referendum sulla riforma che andremo a votare il 20 e 21 settembre.
Quindi, auspico che si discuta di più della nuova legge elettorale ma indipendentemente dal taglio dei Parlamentari per il quale non esiste alcuno squilibrio costituzionale dato che, le due camere, saranno meno numerose ma conserveranno gli stessi poteri. Questo squilibrio, tanto urlato dai frontisti del NO, dipende da come funziona e lavora il Parlamento e dai suoi rapporti con gli organi istituzionali. Punto.
Infine, a chi critica questa riforma paventando squilibri e riduzioni della democrazia, mi permetto di ricordargli, invece, che tutto questo lo abbiamo rischiato davvero con le riforme di Renzi e Berlusconi, gli stessi che oggi si dicono contrari al taglio!
Sono così convinto della bontà di questa riforma che non ho minimamente esitato nel votarla, pur considerando che questa riduzione renderà più difficile una mia seconda elezione al Senato, caso mai dovessi decidere di candidarmi per un secondo mandato.
Nel caso, saranno i cittadini a deciderlo. È il bello della democrazia.
Proprio per questa mia convinzione inizierò a breve un tour per i paesi della Basilicata al fine proprio di spiegare le ragioni del SI.
Questa non è una riforma del MoVimento 5 Stelle ma di tutti gli italiani.