Via libera all’election day del 20 e 21 settembre: in quei giorni si voterà sia per le Regionali che per il referendum sul taglio dei parlamentari. A confermarlo è stata la Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione sollevati sull’abbinamento del referendum alla consultazione per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata, il senatore Gregorio De Falco, ex 5 stelle ora nel Gruppo misto, e +Europa.
Il ricorso proposto dalla Regione Basilicata è stato dichiarato inammissibile dalla Consulta (relatore Giovanni Amoroso) con riferimento sia all’avvenuta approvazione definitiva, l’8 ottobre 2019, del testo di legge costituzionale di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione sulla riduzione del numero dei parlamentari, sia al Dpr del 17 luglio 2020 di indizione del referendum popolare confermativo. La Corte, in linea con la propria giurisprudenza, ha infatti escluso la legittimazione soggettiva degli enti territoriali, in generale, e della Regione, in particolare, perché non sono potere dello Stato ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione. Con riferimento al ricorso presentato dal senatore De Falco nei confronti del Senato, del Governo e del Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale (relatore Nicolò Zanon) ha ritenuto che esponesse, in modo confuso e incoerente, critiche alla legge elettorale, alla riforma costituzionale, all’accorpamento delle consultazioni, all’utilizzo dei decreti legge e, infine, al procedimento di conversione in legge degli stessi, sovrapponendo argomenti giuridico-costituzionali tra loro ben distinti. Inoltre, pur sostenendo la violazione di plurimi principi costituzionali inerenti sia il procedimento legislativo sia quello di revisione costituzionale, il ricorso non ha chiarito quali attribuzioni costituzionali del singolo parlamentare siano state in concreto lese nel corso di questi procedimenti. Perciò è stato giudicato inammissibile.
Taglio parlamentari, Governatore Bardi: Basilicata gravemente penalizzata
“Rispetto la decisione della Consulta ma ribadisco la mia convinzione riguardo all’inopinata riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, che a questo punto, in caso di esito positivo del referendum, comporterebbe una lesione grave della rappresentatività parlamentare costituzionalmente riconosciuta alla Regione, che verrebbe drasticamente ridotta”. Così il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi commenta la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato non ammissibile il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sollevato dalla Regione Basilicata in merito al referendum sul taglio dei parlamentari.
“Il taglio dei parlamentari è un taglio alla democrazia e alla rappresentanza politica – aggiunge Bardi -, che i Padri Costituenti intesero garantire con uno specifico riferimento alle realtà meno popolate. Con la riforma una Regione del sud laboriosa come la Basilicata sarebbe ferita e avvilita a beneficio di Regioni del nord, mi auguro che i cittadini lucani esprimano il loro ragionato dissenso verso questo paventato furto di democrazia e di rappresentanza”.