“Il prossimo 20 e 21 settembre anche i lucani saranno chiamati ad esprimere il loro giudizio in merito al quesito referendario, espressione di una riforma istituzionale parlamentare a valenza solo numerica, con molteplici risvolti negativi in relazione alla sua validità politico-costituzionale. Ebbene chiarire subito la mia posizione, voterò no, un ‘no’ convinto, deciso, inequivocabile a salvaguardia della rappresentanza politica parlamentare della Basilicata”. Lo fa sapere il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto. “Molteplici sono i fattori giustificativi del mio orientamento. Si è deciso infatti ex abrupto il taglio dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. Alcuni pensano erroneamente di godere della bella botta data al sistema del ‘poltronificio’, dimenticando che a piangere in caso di vincita del ‘si’ saranno regioni come la Basilicata che vedono ridotta la propria componente parlamentare complessivamente da 13 a 7 rappresentanti, infatti i senatori passerebbero da sette a tre e i deputati da sei a quattro. Un numero esiguo e insignificante per una realtà regionale come la nostra, caratterizzata morfologicamente da un territorio molto esteso a bassa densità. Siamo al cospetto di una riforma parlamentare regressiva e antidemocratica. Frutto di spot abbaglianti, gettati in pasto all’opinione pubblica , con il miraggio di risparmi accertati (veramente minimi) e di lotta agli sperperi della spesa pubblica. Onestamente – sostiene Quarto – gli stessi risultati si possono ottenere riducendo le indennità parlamentari e i costi dell’entourage ad essa abbinato. Invece no si è deciso di perseguire una riforma parlamentare utilizzando lo strumento referendario, pensando di infliggere un colpo mortale alla già derelitta democrazia rappresentativa. Tutti i cittadini hanno diritto di avere sul territorio una rappresentanza numerica degna di tal nome. Il vero problema invece reale per la nostra democrazia parlamentare è costituito ‘dal bicameralismo perfetto’, istituto ormai anacronistico e antistorico in tutti i suoi aspetti. La Basilicata con un numero ridotto di rappresentanti registrerebbe la totale scomparsa di esponenti della minoranza, questo è ingiustificato, inaccettabile. Eleggendo un senatore ogni 300.000 abitanti, province come quella di Matera non sarebbero più presenti in Senato. Pertanto le istanze dei cittadini materani, peculiari al nostro territorio sarebbero affidata a deputati di altre regioni con componenti rappresentative più numerose, un pericolo grave, da scongiurare da evitare. Votiamo numerosi ‘no’ per scongiurare un disastro. ‘No’ quindi al taglio della democrazia e delle prerogative costituzionali dei cittadini. Meglio costruita e rispondente alle esigenze reali e democratiche sarebbe stata la riforma prevista in passato del ‘Senato delle regioni’, con la quale si garantiva la rappresentanza regionale nel pieno rispetto delle esigenze territoriali e localistiche. La stessa, infatti, pur comportando una drastica riduzione del numero dei senatori rispettava al meglio i principi e i dettami costituzionali. Quello che ho delineato è uno scenario in prospettiva, prossimo, non bello, deleterio per Matera e per tutta la Basilicata. Ecco perché – conclude il consigliere regionale – diventa categorico votare no, un no convinto al taglio dei parlamentari, per ribadire il diritto della Basilicata ad avere una rappresentanza territoriale adeguata, nel pieno rispetto della volontà popolare e dei diritti costituzionalmente riconosciuti”.
Set 15