Giovanni Petruzzi, Presidente Associazione “L’Alternativa” in una nota spiega il suo no al referendum per il taglio dei parlamentari. Di seguito la nota integrale.
Il ventilato taglio della rappresentanza parlamentare è il punto d’approdo di una deriva dirigista, centralista ed accentratrice che ha caratterizzato le scelte legislative inopinatamente compiute in questo terzo millennio in Italia, privando progressivamente i cittadini di importanti livelli istituzionali più vicini ai propri territori e della possibilità di scegliere direttamente da chi farsi rappresentare negli ambiti elettivi.
Agli abusi ed agli sprechi di un sistema politico incapace di autoriformarsi con efficacia ed alle malversazioni di singoli esponenti politico-istituzionali si è sinora fornita una risposta demagogica che, nel rincorrere la dilagante canea qualunquistica, ha intaccato il rapporto diretto che ci dovrebbe essere tra elettori ed eletti ed ha penalizzato le realtà territoriali più piccole e periferiche.
In sostanza, insieme all’acqua sporca si vuole buttare anche il bambino.
Questa furia demolitrice si è inizialmente riversata sugli Enti Locali intermedi, a partire dalle Comunità Montane, soppresse senza tenere conto delle peculiarità e delle situazioni di oggettivo disagio e svantaggio dei territori montani, come gran parte della Basilicata, che necessitano di organismi istituzionali che specificatamente si occupino della valorizzazione della montagna e della riduzione del gap di sviluppo che si registra in queste aree.
Si è proseguito riducendo il numero dei consiglieri regionali, con consequenziale espulsione della possibilità di rappresentanza istituzionale per le aree più marginali di una regione, e cancellando la possibilità per i cittadini di scegliere democraticamente e direttamente gli amministratori delle Province.
Con il taglio dei parlamentari si completa l’opera dei moralizzatori a buon mercato che considerano la democrazia un mero costo ed intendono continuare ad accentrare nelle mani delle oligarchie di partito la nomina di deputati e sanatori, in continuità con le scellerate leggi elettorali varate nell’ultimo quindicennio, i famigerati “Porcellum” e “Rosatellum”, che, cancellando i collegi uninominali e non prevedendo le preferenze, hanno sottratto ai cittadini qualsiasi possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare in Parlamento.
Si tratta di un vero e proprio taglio alla democrazia, che produrrà effetti negativi nei territori più fragili, come la Basilicata, che si vedrà dimezzato il numero dei parlamentari e, quindi, la possibilità di incidere maggiormente nelle dinamiche politiche nazionali.
Provo, altresì, repulsione nei confronti della strisciante sudditanza all’egemonia politico-culturale dell’antipolitica, sia quando essa è mossa dalla preoccupazione di sintonizzarsi con gli orientamenti prevalenti nel popolo che quando è strumentalmente ispirata dal timore che cada il governo.
Per queste motivazioni voterò NO a quest’ulteriore taglio alla democrazia rappresentativa, invitando le donne e gli uomini di buona volontà a fare altrettanto il 20 e 21 settembre prossimi.
Ago 31