“Di Maio non lo sa, ma dire che siccome oggi ci sono i consigli comunali, provinciali e regionali il numero di parlamentari voluto dai padri costituenti non ha più senso è come dire che l’esistenza dei treni regionali rende inutili gli aerei. È un ragionamento fallace e pretestuoso: la rappresentanza garantita dalle istituzioni locali non può né deve essere uguale a quella parlamentare. Il Parlamento – lo ricordo ancora una volta perché forse non è un concetto così scontato come dovrebbe essere – è il luogo in cui si formano le leggi che verranno applicate su tutto il territorio nazionale. Se i parlamentari devono decidere del destino del petrolio in Basilicata, per fare un esempio, ma il numero di deputati e senatori di quella regione è ridotto a tal punto da condannare la regione alla quasi totale irrilevanza politica, mi chiedo come potranno essere portate avanti le istanze del popolo lucano”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, tra i promotori del NO al referendum costituzionale.
“Di Maio – continua il senatore – dopo aver visto che il tema dei risparmi non funziona tanto, ha virato verso quella che definisce la ‘normalizzazione’ rispetto agli altri paesi. E anche in questo caso, lo invito a studiare meglio le carte, nello specifico il dossier di Camera e Senato cui anche lui ha accesso. L’Italia è nella media europea quanto a numero di parlamentari, e anzi rispetto a molti paesi i cittadini sono sottorappresentati. Se poi fa l’esempio della Germania o degli Stati Uniti, il cui sistema federale è molto diverso dal nostro, allora siamo di nuovo nel campo della pretestuosità. Checché ne dica lui, il gioco non vale la candela: qualche decina di milione di euro l’anno non giustifica questo abnorme indebolimento del Parlamento. A meno che questo non serva ad addomesticare le nostre istituzioni con parlamentari più facilmente controllabili da forze esterne”.