La prima Commissione (Affari istituzionali), presieduta da Piero Lacorazza, ha ascoltato mercoledì 23 maggio in merito all’attuazione del regionalismo differenziato il presidente dell’Upi Basilicata Nicola Valluzzi, il dirigente dell’Ufficio Autonomie locali della Regione Emilio Libutti, il dirigente generale del Dipartimento Politiche della persona Donato Pafundi, Antonio Pedota dell’Asp, Maddalena Berardi dell’azienda ospedaliera San Carlo, Antonio Colasurdo del Crob di Rionero e Gaetano Annese dell’Ospedale di Matera.
Emilio Libutti ha parlato di una “sfida importante perché c’è la necessità di revisione complessiva ma anche di riallocare competenze e ruoli all’interno di un sistema regionale. Bisogna presentarsi con le carte in regola e bisogna che il sistema Regione Basilicata abbia un assetto ben chiaro con una fotografia reale dell’esistente, sia per i punti di eccellenza da valorizzare sia per i punti critici. Tra questi ultimi certamente c’è il sistema della frammentazione dei Comuni nell’ambito regionale che richiede una strategia di lungo periodo per fare in modo che queste istituzioni abbiano una nuova mission da realizzare, garantendo servizi migliori. In questi anni abbiamo immaginato di rafforzare il sistema delle autonomie, cosa non facile perché abbiamo a che fare con 131 diverse situazioni e anche con gruppi politici diversi, con resistenze campanilistiche tra un Comune ed un altro. La strategia che ha animato la regione in questi anni è stata quella di partire nel 2013 da un sistema della governance locale frazionato, togliendo le comunità montane e sostituendole con le aree programma. Se questo percorso del regionalismo differenziato deve andare avanti è necessario che sistema di governo locale e struttura burocratica siano adeguati a questa nuova sfida. Le riforme camminano con la forza delle gambe di chi deve attuarle. Dunque occorrono il riordino delle funzioni provinciali, la semplificazione dei rapporti tra cittadini ed istituzioni pubbliche, l’incentivazione dell’associazionismo dei Comuni con l’unione dei comuni ed un unico ente intermedio da ridisegnare che ha personalità giuridica”.
Sullo stesso argomento è stato ascoltato il presidente della provincia di Potenza e dell’Upi Nicola Valluzzi. “Il tema dell’equilibrio finanziario – ha detto – è sufficiente affinché si possa chiedere maggiore autonomia. Ma il bilancio regionale con la mancata parifica non è proprio rispondente ai principi di contabilità pubblica e presenta un equilibrio indotto da più di un decennio. Questa vicenda deve aiutare a recuperare una condizione di equilibrio effettivo del bilancio, condizione essenziale per accedere al regionalismo differenziato. Ci vuole un riassetto della burocrazia regionale e non possiamo avventurarci in esercizi evolutivi del regionalismo avanzato se abbiamo deficit che riconosciamo come tali. Il ruolo centrale delle Province potrebbe costituire l’elemento di attenzione maggiore per la rideterminazione delle competenze amministrative e non credo che la gestione dei servizi pubblici essenziali possa essere relegata ad agenzie di nomina diretta. Non possono essere sottratti dal controllo democratico”.
L’impatto del regionalismo differenziato nel settore della sanità è stato invece al centro dell’intervento del dirigente generale del Dipartimento Politiche della persona Donato Pafundi e dei responsabili delle aziende sanitarie regionali. “Il settore della sanità – ha detto Pafundi – vive ora in Basilicata un livello economico di tranquillità e serenità in pieno equilibrio. Ha risorse bastevoli per garantire le prestazioni ai cittadini. Abbiamo chiuso tutti i debiti pregressi dal 2009 al 2016 e tutte le aziende hanno chiuso in positivo. La Regione Basilicata però è obbligata a rispettare un vincolo imposto da una legge nazionale del 2014 e questo comporterà che il nostro sistema sanitario dovrà mandare via persone senza poterle rimpiazzare mentre abbiamo risorse sufficienti per incrementare il personale nelle aziende sanitarie. Una situazione assurda perché così le programmazioni regionali vengono ad essere inficiate. La programmazione invece deve rimanere in capo alle aziende dal momento che c’è il rispetto del vincolo finanziario. Sul sistema tariffario c’è una norma per la tariffa unica nella regione e le tariffe devono essere valide sia per residenti che per i non residenti in regione”.
Sulle opportunità del regionalismo differenziato nel settore della sanità si sono espressi anche Antonio Pedota dell’Asp, Maddalena Berardi dell’azienda ospedaliera San Carlo, Antonio Colasurdo del Crob di Rionero e Gaetano Annese dell’Ospedale di Matera. Tra i temi sollevati quello del personale, dei posti letto per acuti, l’attenzione verso la cronicità, necessità del turn over. Per tutti il regionalismo differenziato non può che portare benefici.
E sull’impatto che il regionalismo differenziato può avere nel settore della scuola si sono espressi il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Claudia Datena e la dirigente dell’Ufficio Scolastico e universitario della Regione Anna Pedio. “I dati a nostra disposizione – hanno evidenziato entrambe – ci mostrano una Basilicata sta perdendo e continuerà a perdere , nella scuola, nei prossimi anni, tantissimi alunni e docenti. Avremo dunque posti di lavoro in meno e le scuole chiuderanno. E’ in gioco la nostra regione, è a rischio la sua esistenza. Ecco perché il regionalismo differenziato non può che essere salutato positivamente da chi in questo settore opera”.
Nel corso della breve discussione sono intervenuti i consiglieri Pace, Romaniello e Galante.
La Commissione ha infine preso atto di due provvedimenti della Giunta, il primo avente ad oggetto determinazioni dell’organo amministrativo della società Acquedotto lucano relative alla nomina dell’amministratore unico nella persona di Giandomenico Marchese e il secondo determinazioni organo amministrativo della società Sviluppo Basilicata relative alla nomina dell’amministratore unico nella persona di Gaetano Antonio Torchia.
Oltre al presidente dell’organismo, Piero Lacorazza, hanno partecipato alla riunione i consiglieri Vincenzo Robortella (Pd), Antonio Bochicchio (Psi), Paolo Galante (Ri), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Giuseppe Soranno (Pp), Gianni Leggieri (M5s), Giannino Romaniello ed Aurelio Pace (Gm), Francesco Mollica (Udc), Nicola Benedetto e Michele Napoli.