Una vignetta di Pasquale Doria e i testi di Costantino Di Lillo esprimonono in maniera efficace quanto è accaduto nelle ultime settimane in Basilicata. Di seguito la storia che ha segnato la fine della Regione Basilicata, almeno per quanto riguarda la seconda legislatura guidata da Vito De Filippo.
Basilicata isola felice
Finalmente !
Finalmente scopriamo di non essere più periferia !
Finalmente possiamo dire di non essere secondi a nessuno !
La Lombardia, il Lazio… mioddìo: sinanche l’Abruzzo !
E noi? Neanche un Batman ci meritiamo ?
E come ci presentiamo in società ?
Ma… (…) non tutti nella capitale
sbocciano i fiori del male,
qualche scontrino – senza pretese –
lo abbiamo anche noi qui in paese. (…)
Così cantava Fabrizio tanti anni fa.
Forse pensava a noi, Basilicata Felix, oasi di pace, senza criminali, senza farabutti, senza corruzione, senza cronaca nera.
Non è una vera città – diceva un mio amico: senza puttane, una città non è una città.
Senza bassifondi, senza periferie poco raccomandabili, senza movimenti nella notte, una città non è una vera città: rimane un paese. E ci si annoia. Questo mio amico si annoiava. E andò via.
Ma finalmente ora qualcosa si muove.
Le cronache dei telegiornali cominciano ora ad esser più sapide, non solo vecchietti smarriti nel bosco, non solo parate della fanfara dei pompieri in pensione, non solo compleanni di centenari sdentati e satirelli, non solo l’ansioso monitoraggio del turismo sulla sellata, ma finalmente un po’ di vera sana cronaca nera.
Omicidi, scontrini, rapine, rimborsi, incendi dolosi, truffe.
Accipicchia! direbbe il mio amico.
(lui non dice accipicchia, lo sapete pure voi, ma va be’), accipicchia! qualcosa si muove!
Il mio amico potrebbe magari pensare di tornare, forse possiamo dire di esser progrediti.
La Basilicata ora non è più un Paese.
E’ diventata, di buon diritto, una città.
Amen
Vignetta di Pasquale Doria – testi di Costantino Dilillo