Resoconto tavolo trasparenza nucleare, No Scorie Trisaia: insufficienti le risposte sull’Itrec e sui reflui petroliferi radioattivi. Di seguito la nota integrale.
Il tavolo della trasparenza sul nucleare in Basilicata è stato istituto con Ordinanza P.C.M. 3355/2004 e delibera GR1806/2004.Il tavolo dovrebbe riguardare, oltre il sito della Trisaia di Rotondella, tutta la gestione di ogni attività di rilievo “in materia di tutela della salute e dell’ambiente dal nucleare” nella nostra regione anche per altre materie civili e industriali (es:campo medico e petrolifero) il tavolo della trasparenza – lo ricordiamo – viene convocato poco e su richiesta. In data 5/04/24, su pressante richiesta del sindaco di Rotondella, è stato convocato il tavolo della trasparenza sul nucleare in Basilicata. Le nostre domande al tavolo erano inerenti la produzione di materiale potenzialmente radioattivo in regione e sul decommissioning dell’itrec, ed in particolare abbiamo richiesto di conoscere:
Da Regione e Arpab cosa è stato autorizzato in merito allo scarico di tali sostanze radioattive in aria e acqua presso un impianto autorizzato dalla regione Basilicata che tratta reflui petroliferi tossici e radioattivi a monte del Lago del Pertusillo? come e dove sono smaltiti i rifiuti petroliferi radioattivi nella nostra regione? Su entrambi questi quesiti dagli enti pubblici titolati alle autorizzazioni non sono state fornite risposte.
Da Sogin, quali sono i volumi di stoccaggio presso i capannoni in via di realizzazione e in progetto (ICFP E NSD1)? In merito non ci è stato fornito al tavolo il dato della stima di previsione dei rifiuti che si prevede di produrre nel sito, riservandosi Sogin di fornirlo. Per No Scorie, in una regione che ha subito vari tentativi di essere riempita di scorie nucleari dal 1978 ad oggi, l’approccio produttivo-logistico sui volumi dei capannoni da realizzare previsti da Sogin va integrato da un approccio valutativo/storico prima che le istituzioni locali diano le loro autorizzazioni.
Da Sogin, ci hanno confermato che i cask dovrebbero essere allocati nel capannone ICFP in costruzione. Le info sulle procedure ministeriali, però non erano chiare su quali altri capannoni erano interessati allo stoccaggio dei cask .
Sulla contaminazione chimica (cromo e trielina) la Sogin questa volta ha ricondotto la fonte all’impianto Magnox , a differenza dell’ultimo tavolo. Oltre al ribadire “è tutto sotto controllo” non ci è stato dato modo per via del tempo di valutare però attentamente lo stato sulla contaminazione e la bonifica in atto.
Trisaia Rotondella, “dopo 7 anni ancora non si conosce la fonte di contaminazione chimica”
Sul sequestro di una condotta operata dai Noe quest’estate, gli enti pubblici presenti al tavolo ci hanno informato che la condotta è stata dissequestrata, ma non c’è stato modo di approfondire per via del tempo ulteriormente la questione anche sull’utilità di questa condotta e sui controlli che vengono fatti sullo scarico nel fiume .
Abbiamo Ringraziato la Prefettura per aver redatto da tempo il piano di protezione civile nucleare esterno e consigliato ai comuni di divulgarlo.
Abbiamo consigliato inoltre all’amministrazione comunale di Rotondella di riunire anche in municipio gli attori interessati al tavolo anche per aver le risposte non fornite al tavolo.
Eppure dai questi tavoli (anche molto animati e partecipati) sono stati in passato un momento di confronto e crescita per amministrazioni, associazioni e la stessa Sogin. Giusto per ricordarlo negli anni (dal 2004 in poi) in questo tavolo siamo riusciti a far valere il concetto di controllore e controllato in regione Basilicata; la stessa Arpab si è formata sui monitoraggi radioattivi e ha avuto accesso al centro Itrec. Lungo la fascia jonica abbiamo avuto le prime centraline pubbliche sul controllo della radioattività. Si è inoltre aperto un dibattito internazionale sulla restituzione delle barre di Elk River con interessamento dei governi e soprattutto si è iniziato a discutere sui principi dei criteri Ispra sulla sicurezza delle dighe e degli impianti nucleare a valle (criterio passato nei criteri Ispra per la scelta del deposito nazionale di scorie). Ma è servito anche per capire cosa accadeva nel sito (incidenti a parte), e vigilato sul fatto che potesse diventare un sito provvisorio definitivo.