Il Consiglio regionale ha respinto oggi a maggioranza (con 6 voti favorevoli di Perrino e Leggieri del M5s, Rosa di Lb-Fdi, Romaniello del Gm, Napoli e Benedetto e 12 voti contrari di Miranda Castelgrande, Cifarelli, Giuzio, Lacorazza, Polese, Robortella, Santarsiero e Spada del Pd, Bochicchio del Psi,, Galante di Ri, Pace del Gm e Soranno di Pp) una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Giunta regionale, agli arresti domiciliari dallo scorso 6 luglio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Matera sulla sanità e sospeso dalla carica in base alla legge “Severino”, presentata nella precedente seduta dai consiglieri Perrino, Leggieri (M5s), Rosa (Lb-Fdi), Napoli, Castelluccio e Benedetto.
Successivamente, dorante la votazione del primo articolo della proposta di legge del consigliere Lacorazza (Pd) sul sistema di elezione del presidente della Giunta e dei consiglieri regionali”, constatata l’assenza del numero legale (in quel momento erano presenti in Aula i consiglieri Bochicchio, Galante, Lacorazza, Leggieri, Napoli, Perrino, Romaniello e Santarsiero), il presidente dell’Assemblea Santarsiero ha sciolto la seduta.
Mozione di sfiducia, il dibattito in Consiglio regionale. Gli interventi dei consiglieri Perrino, Polese, Leggieri, Rosa, Romaniello, Galante, Napoli e Pace
La mozione di sfiducia è stata illustrata in Aula dal consigliere Giovanni Perrino (M5s). “Come evidenziato dal procuratore capo Pietro Argentino – ha detto Perrino -, ‘il sistema sanitario è stato piegato interessi privatistici e logiche clientelari’. Argentino parla di concorsi pilotati col ‘taroccamento’ dei punteggi e la distruzione dei verbali con i voti reali ottenuti dai ‘raccomandati’. Il Gip Rosa Nettis parla di ‘un sistema di corruzione e di asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori, su sollecitazione di una moltitudine di questuanti espressioni di pubblici poteri apicali che si interfacciavano tra loro, in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse di dazioni indebite’”.“Il quadro accusatorio che emerge dai provvedimenti cautelari – ha aggiunto Perrino – appare di assoluta, inaudita gravità e rappresenta l’ennesimo, stavolta devastante, colpo alla credibilità ed onorabilità istituzionale della Giunta e, indirettamente, rappresenta, dinanzi a tutta la nazione, una inaccettabile onta per il Consiglio regionale della Basilicata. Al di là dei successivi esiti processuali, che rappresenta esclusiva attribuzione della magistratura, l’ultima gravissima e inquietante vicenda giudiziaria che ha coinvolto direttamente e personalmente il presidente della Giunta regionale, rende di fatto impossibile una prosecuzione, anche temporanea dell’attività della giunta regionale in questa coda finale della decima legislatura e impone al Consiglio regionale, ripristinando il necessario rispetto delle istituzioni e, ancor prima, dei cittadini Lucani il dovere politico e morale di porre finalmente termine, con qualche mese di anticipo, alla corrente legislatura”. “Vi chiediamo di dare un segnale ai lucani – ha concluso Perrino – e di dare seguito a questa mozione di sfiducia, cosa che potrebbe anche in qualche maniera servire alla maggioranza per provare a salvarsi la faccia”.
“La mozione di sfiducia un atto totalmente e tristemente sterile, un’arma spuntata per un agone politico che meriterebbe ben altri argomenti di confronto e non le scorciatoie strumentali dei giacobinismo per indebolire la democrazia e avvantaggiarsi a colpi di improvvisazioni demagogiche, tutto ciò a pochi mesi da un voto che non subirebbe variazioni temporali seppure questa mozione fosse approvata”, ha detto il consigliere Mario Polese del Pd, che ha denunciato “una battaglia politica oggetto di una campagna di odio e di livore personale, come sta accadendo anche in dispregio dei principi della nostra Costituzione per la quale ogni cittadino, nessuno escluso, è innocente fino all’ultimo grado di giudizio”. “C’è un sentimento forcaiolo strisciante – ha aggiunto ancora Polese -, pericoloso per l’intera tenuta democratica del nostro Paese, parente culturalmente a quegli stessi sentimenti di aggressione e veemenza contro le debolezze e le diversità che è proprio delle esternazioni di Salvini e di Di Maio, major e minushabens di uno stesso scellerato cliché, quello della mortificazione quotidiana dei diritti civili e sociali del nostro paese al netto delle appartenenze e casacche. Siamo chiamati a produrre leggi, proporre idee per garantire ai lucani sicurezza e garanzia del futuro tanto per quei cittadini che ci hanno votato tanto per quelli che non ci hanno sostenuto, non siamo delegati a sostituirci ai giudici, a ergerci a censori soprattutto se questo è motivato da meri calcoli elettorali. Non abbiamo il diritto di interferire, il tema è troppo serio, i tribunali di piazza si facevano nel Medioevo, oggi siamo nel 2018 ed io non farò lo stesso errore. Al contrario l’emozione per il rapporto umano e personale, prima ancora che politico con Marcello Pittella, sono certo che anche in questa occasione sta per far valere le proprie ragioni e la propria estraneità. Noi – ha concluso – abbiamo il dovere di portare a termine gli impegni assunti con i cittadini”.
Gianni Leggieri (M5s) ha accusato con forza “il sistema del partito democratico, un sistema clientelare che va spazzato via, in cui è rimasta solo la cultura delle poltrone. Non siamo qui per fare i pubblici ministeri, ma dobbiamo esprimere il nostro giudizio politico, nascondere la polvere sotto il tappeto non serve a nessuno. Il Consiglio regionale si trova in una situazione veramente particolare. Due indagini in corso, oltre a Pittella anche un altro consigliere è sottoposto a misure cautelari. Potete sostenere che non è successo niente? La realtà è chiara: abbiamo un sistema diffuso di malaffare che coinvolge i vertici della politica lucana, con comportamenti messi in atto senza alcuna vergogna da chi comanda. Se ritenete che sia normale un sistema fondato sulle raccomandazioni fate bene a votare contro la mozione di sfiducia. Questa classe politica ha fallito, è ora di andare a casa ed è giusto mettere fine a questa esperienza”. Leggieri ha inoltre parlato “della situazione di stallo di questo Consiglio regionale, che ormai si riunisce solamente per decretare la mancanza del numero legale. Parliamo del fatto che la democrazia in questa regione è un miraggio, visto che ormai gli assessori non si preoccupano neppure più di rispondere alle interrogazioni, parliamo del fatto che le proposte di legge ormai vengono rimpallate dalle Commissioni al Consiglio senza essere discusse, ricordo il disastro del bilancio regionale e dei rilievi già mossi dalla Corte dei Conti in attesa del Giudizio finale. Tutte argomentazioni valide per dichiarare il fallimento dell’esperienza di questa maggioranza. Prima o poi – ha concluso Leggieri – le lezioni arriveranno e sarete spazzati via perché la vostra arroganza non vi permette di ammettere di aver fallito, perché il vostro sistema ormai non regge più e le promesse non mantenute in tutti questi anni vi si stanno ritorcendo contro. Perché il vento del cambiamento è arrivato anche in questa regione e non potrete arrestarlo”.
“La mozione di sfiducia è uno strumento previsto da statuto e regolamenti, è nelle prerogative dei consiglieri. Se esiste vuol dire che può essere utilizzato” ha detto Gianni Rosa (Lb-Fdi) replicando a Polese. “I fatti che sono emersi con l’inchiesta della magistratura – ha aggiunto Rosa – dimostrano che siamo di fronte a una gestione personale della cosa pubblica rispetto ai doveri di un amministratore che dovrebbe badare al bene comune. Oggi dobbiamo discutere del governo regionale e di ciò che è avvenuto in questi anni. La questione giudiziaria non mi interessa, io mi occupo di fatti e mi aspettavo che il blocco dei concorsi e dell’appalto degli interinali fosse stato fatto. Invece con l’appalto per gli interinali all’Arpab state continuando sulla stessa strada”. Rosa ha poi fatto riferimento alla nomina dei commissari delle Asl. “E’ emerso che avendo valutato l’impercorribilità giuridica della proroga – ha detto – si sia scelto di eludere l’impedimento normativo con un ricorso irrituale all’istituto del commissariamento. Dopo tre anni dalla nomina di questi direttori generali, nonostante le minoranze, compreso il sottoscritto, denunciano la illegittimità, questo governo ha deciso di commissariare confermando le stesse persone”. Rosa ha inoltre richiamato l’articolo 54 della Costituzione, in base al quale “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. Dov’è il vostro onore? – ha chiesto ai consiglieri della maggioranza. “Non me ne frega assolutamente nulla di Di Maio e Salvini, io ho soltanto ascoltato cittadini che hanno detto: ‘mio figlio in quel concorso probabilmente non è stato ammesso perché non era il più bravo’, per poi scoprire le ‘liste verdi’ dei raccomandati. Avete scelto di andare avanti? Bene, ma almeno fatelo con onore, annullate l’appalto di 45 milioni per gli interinali in sanità”.
“Non ho condiviso i contenuti della mozione, che recita espressamente quanto è scritto nell’ordinanza – ha detto Giannino Romaniello del Gruppo misto -, ma confermo il giudizio politico che riguarda le scelte del governo regionale, anche sugli ultimi fatti che sarà la magistratura a decidere se sono penalmente rilevanti. Oggi siamo costretti a prendere atto che dei cittadini che hanno partecipato a concorsi per trovare lavoro, non lo hanno trovato perché qualcuno è stato favorito. Un dato politico che attiene anche al modo in cui si è operato. Il centrosinistra aveva cercato prima del 2010 di avviare un processo di riorganizzazione della sanità, ma non è stato in grado di portarlo avanti. Dal punto di vista organizzativo sono rimaste le stesse Asl di allora, e quando abbiamo affrontato il tema del decreto 70 dovevamo riprendere il ragionamento sul superamento del sistema incentrato sugli ospedali, rafforzare la medicina del territorio”. A parere di Romaniello “siamo di fronte al fallimento di una strategia di gestione della sanità, culminato in un atteggiamento ondivago della Giunta sul commissariamento delle Asl. Non meraviglia che i pubblici ministeri indichino questo come uno dei temi in cui si è violata la norma. E’ mancata una visione della sanità e non solo, del resto se dal 2006 ad oggi la Regione non ha fatto le gare del trasporto pubblico una ragione ci sarà, e la magistratura fa emergere queste incongruente e questa incapacità a governare questi processi. I fatti ultimi non evidenziano che questo modo di esercitare la funzione di governo danneggia la politica, purtroppo siamo nell’epoca in cui quell’idea di politica come servizio è accantonata, siamo nella epoca dell’uomo solo al comando e in parte la vicenda della sanità dimostra che si è affermato questo concetto. Questa idea della politica ha fatto allontanare i cittadini. Si faccia quindi ‘un passo di lato’, questo è l’unico modo per ridare una prospettiva al centrosinistra. Non ho sottoscritto la mozione ma non posso non votare la sfiducia perché una classe politica deve farsi da parte per dare la possibilità ai lucani di esprimere un’altra classe politica. Auspico un confronto politico – ha concluso Romaniello – che faccia emergere un progetto per la nostra terra”.
“Siamo stati chiamati dall’opposizione – ha detto Paolo Galante di Realtà Italia -, in una sorta di sfida su fatti e questioni giuridiche, che sono cosa distinta dalla responsabilità politica. Siamo stati quasi chiamati come maggioranza ad un obbligo morale di difesa, che non trova in quest’Aula una giusta collocazione. Il nostro tribunale sono i cittadini, che valuteranno. Qui non difenderò Marcello Pittella per le condotte che dovranno essere giudicate nel tribunale, difenderò quelle azioni che appartengono alla politica e alla maggioranza. Consapevole che si sono commessi degli errori, ma nel tempo abbiamo provato a difendere i lucani. E quanto alle raccomandazioni, non ho problemi a dire che sono il male atavico in tutta Italia ed è ancora più forte dove c’è carenza di lavoro. Ma mi guarderei bene dal fare l’indignato censore. Guardate che in questo mondo si è in due, c’è qualcuno che chiede e c’è qualcuno che da, e non è facile dire io non c’entro. La questione deve essere affrontata con maggiore serietà e determinazione e la maggioranza ha provato a farlo, dal 1983 abbiamo dato a 7 mila lavoratori della terra una opportunità, poi si è provato con i Copes, con il reddito d’inserimento. Quante persone stiamo aiutando? Migliaia, sapendo che questa disoccupazione non è frutto delle politiche del centrosinistra. Questi sono i problemi di questa terra.
Voterò contro la mozione, non perché non ho interesse per i giovani che si sono visti superati da altri nei concorsi, ma per la responsabilità che ho di trovare soluzioni per quei giovani, per una società che sia più giusta e democratica. Non mi iscriverò fra quelli che usano la doppia misura. Quest’Aula merita un ragionamento diverso e noi dobbiamo fornire il nostro contributo, il nostro compito è esattamente quello fornire risposte ai lucani”.
“A dispetto di quanto ha detto Polese – ha affermato il consigliere Michele Napoli – la mozione di sfiducia non è un atto sterile, ma è l’unico atto a disposizione di un opposizione che vuole stare sulle questioni e far emergere le contraddizioni del governo regionale. La mozione ci pone di fronte ad una domanda: qualè l’attuale stato di credibilità di questa istituzione?. Se la magistratura deve fare chiarezza su questioni penali, a non spetta il compito di chiederci qual è il sentiment della società rispetto alle scelte del governo regionale. Questa brutta vicenda mina a mio avviso la credibilità dell’istituzione Regione e la fiducia dei lucani in questa classe dirigente che viene ad essere percepita in maniera sempre più negativa da chi vorrebbe una politica per davvero in grado di dare delle risposte concrete ai bisogni di un territorio. Ciò che è accaduto è rimbalzato ovunque, l’immagine che è passata è quella di una terra di malcostume. Questa immagine diffusa è stata devastante per l’immagine della Basilicata, è stato dato un colpo durissimo alla democrazia, il malaffare sembra connesso all’esercizio del potere, quel che appare ai più è una classe dirigente che esercita le decisioni per esercitare il potere. Il fallimento del governo regionale sta anche nel fatto che sin dall’atto del suo insediamento avrebbe dovuto iniettare una dose massiccia di fiducia, invece sui temi c’è il fallimento della classe di governo. La gente si aspettava una netta discontinuità dal passato, a cominciare dalle procedure delle nomine, ma la Regione per la prima volta non ottiene la parifica perché il principio di trasparenza va a farsi benedire. Di fronte ai tanti problemi risolti – ha concluso Napoli – non credo che questo governo sia per davvero nelle condizioni di garantire quella legittima pretesa dei lucani che vogliono e vorrebbe una Basilicata diversa, migliore e capace di stare nel mondo come dovrebbe una degna istituzione”.
“Non aderisco al voto di sfiducia su una vicenda giudiziaria”, ha detto Aurelio Pace del gruppo misto. “La mozione di sfiducia è uno strumento legittimo per discutere di metodi, forme, tenuta democratica e qualità dell’azione politica messa in atto”, ha aggiunto Pace che poi ha fatto riferimento ad un’altra inchiesta “che nel 2016 ha riguardato la Basilicata e fece passare la nostra terra come terra di malaffare, e per la quale proprio ieri abbiamo visto tutti assolti”, ripetendo le parole che su quella vicenda pronunciò il parlamentare Gaetano Quagliariello: “Perché i giudizi penali non si danno in questa assemblea e infine perché le garanzie valgono prima per gli avversari e poi per gli amici ho sempre rispettato e non verrò meno oggi, rimango contrarissimo all’automatismo per cui l’iscrizione sul registro degli indagati debba comportare obbligatoriamente le dimissioni,demandando agli inquirenti la selezione della classe politica e prima ancora della celebrazione di un processo e privando così la politica della sua autonomia”. “L’approdo dell’approvazione la mozione di sfiducia – ha aggiunto ancora Pace – sarebbe più grave di quello che noi vogliamo andare a risolvere. Questa Assemblea democratica è stata votata dai cittadini, le istituzioni non si sfiduciano, si modificano, si condizionano, si proteggono, si tutelano. Io devo un rispetto preliminare e sostanziale agli uomini, queste condizioni sono state le stesse che hanno caratterizzato il mio giudizio sugli altri consiglieri regionali che hanno avuto vicende giudiziarie. Difendere quei colleghi significa difendere quel voto popolare, vuol dire difendere le istituzioni che noi con tanto decoro diciamo di rappresentare e che ci pone in termini di dignità per difendere chi ha una presunzione di innocenza oggi perché difendendo lui rafforziamo queste istituzioni nel servizio al popolo lucano”.
Respinta mozione di sfiducia, intervento del consigliere regionale Mario Polese (PD)
“Questa mozione di sfiducia è un atto tristemente sterile, un’arma spuntata per un agone politico che meriterebbe ben altri argomenti di confronto e non le scorciatoie del più strumentale dei giacobinismi per sovvertire i pensieri, indebolire la democrazia e avvantaggiarsi a colpi di improvvisazioni demagogiche”. Lo ha detto Mario Polese, segretario lucano del Pd e consigliere regionale della Basilicata, aprendo il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata dal M5s e condivisa dall’opposizione al presidente della Regione, Marcello Pittella (Pd).
Gianni Perrino e Gianni Leggieri, consiglieri regionali del Movimento 5 stelle: “Dietro l’imbarazzante discorso di Polese c’è l’ipocrisia della classe politica che ha distrutto questa regione: respinta la mozione di sfiducia a Pittella”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazionale.
Questa mozione poteva essere un assist per la maggioranza del “Deus ex machina” delle raccomandazioni, Marcello Pittella. Un assist per tentare di ricucire una ferita sempre più profonda tra i cittadini lucani e la politica regionale.
Ancora una volta ci è toccato assistere alle imbarazzanti dichiarazioni del delfino di Marcello, Mario Polese. Quest’ultimo ha inaugurato le giustifiche scellerate allo schifo che è emerso dalle carte dell’inchiesta “Suggello”. Ancora nessuna parola di solidarietà da parte di Polese & co. per quei ragazzi che hanno partecipato senza l’aiutino e senza la fortuna di avere la sottolineatura della penna verde. Polese preferisce nascondere i raccomandati sotto il tappeto, lanciando banali strali alla Raggi e Di Maio, dimenticando che nessuno dei due è agli arresti domiciliari come il suo dominus.
Polese invece vive nel mondo dei protocolli, nel mondo degli inchini e delle riverenze di fronte al potente di turno. Polese vive in quel mondo parallelo e complementare a quel vespaio di clientelismo che ha pervaso il tessuto sociale di questa regione, distruggendola e riducendola a brandelli. Polese si svegli e si faccia un bagno di realtà. Abbia la decenza di chiedere scusa ai tanti ragazzi lucani che hanno abbandonato, sfiduciati, questa regione.
Prendiamo atto del fatto che questa maggioranza intende procedere imperterrita fino alla conclusione naturale di questa legislatura. Speriamo che in questi ultimi mesi si diano segnali di dignità e sobrietà alla cittadinanza, ma dubitiamo, visto il tenore di certe dichiarazioni targate PD.
Mozione di sfiducia, intervento vice-presidente regionale Flavia Franconi
Nel respingere con fermezza, a nome di tutta la giunta, la mozione di sfiducia, la vice presidente e assessore alle Politiche della Persona della Regione Basilicata Flavia Franconi ha concluso il dibattito consiliare sulla vicenda sanità.
In particolare, la vice presidente, dopo aver riconfermato le considerazioni espresse nello scorso consiglio, ha riferito in Aula sull’esito dei vari incontri avuti nella giornata di ieri presso il Ministero della Salute, nel corso dei quali è stato fatto il punto della situazione in Basilicata, anche alla luce del clamore mediatico innescato dalle vicende giudiziarie delle ultime settimane.
“Prima di incontrare il ministro Giulia Grillo, con la quale mi sono intrattenuta a lungo su una serie di tematiche di stretta attualità che non riguardano solo la Basilicata, in un clima di collaborazione che non faccio fatica a definire franco e cordiale, ho avuto modo di intrattenermi – ha spiegato – con il Capo di Gabinetto, il dott. Alfonso Celotto, confrontando i dati che reciprocamente avevamo a disposizione sulla situazione sanitaria in Basilicata. Dal confronto è emerso che la Regione Basilicata è una delle poche del Mezzogiorno ad aver sempre conseguito il pareggio di bilancio, evitando il Commissariamento disposto in passato dal Ministero in altre aree del Sud.
Subito dopo, come dicevo, ho avuto modo di incontrare il ministro Grillo, con la quale ho discusso di alcune “battaglie” che come Regione Basilicata stiamo portando avanti da tempo in seno alla Conferenza delle Regioni, per la revisione dei criteri di ripartizione del fondo sanitario.
I criteri sin qui seguiti sono ingiusti poiché tengono conto solo della quota capitaria e dell’età della popolazione interessata, quando ci sono indici molto più stringenti ed attuali, come quelli legati alla disuguaglianza e quindi alla povertà come fattore scatenante di molte patologie.
Con l’esponente di Governo, ho poi affrontato il tema generale del Payback farmaceutico, con i ricorsi amministrativi avviati dinanzi al Tar dalle industrie del settore, chiamate a versare a tutte le Regioni cifre consistenti, dell’ordine di circa 1,9 miliardi di euro. Per la sola Basilicata vale qualcosa come 19 milioni di euro
“Sono queste – ha aggiunto – le battaglie da condurre tutte insieme. A tal proposito chiedo che sia convocato un dibattito in consiglio sulla sanità lucana, visibile a tutti i cittadini, che affronti con trasparenza difficoltà e prospettive”.
Tornando alla mozione di sfiducia la Franconi ha affermato: “confermo il mio totale rispetto per il lavoro della Magistratura, e credo che prima di prendere qualsiasi decisione sia necessario aspettare. Riconfermo, inoltre, amicizia e vicinanza al presidente Pittella che spero possa dimostrare in tempi brevi la sua estraneità ai fatti contestati”.
Mozione di sfiducia, l’intervento dell’assessore Cifarelli
l’Assessore regionale alle Attività produttive della Regione Basilicata Roberto Cifarelli è intervenuto oggi a conclusione del dibattito consiliare sulla mozione di sfiducia.
“Siamo oggi di fronte – ha affermato – ad una iniziativa consiliare legittima sotto il profilo della mera formalità ma assai discutibile e, dal mio soggettivo punto di vista, politicamente censurabile. E spiego il perché affidandomi al quel residuo di ragionevolezza che mi auguro continui a guidare i nostri comportamenti.
Siamo agli inizi di una vicenda processuale che attende, mediante il contraddittorio, di chiarire responsabilità e reati effettivamente commessi. Una vicenda delicata alle quale occorre, prima che per ragioni umane, perché lo pretende il senso di giustizia, guardare con rispetto. Rispetto non significa acquiescenza o rinuncia a manifestare una opinione. Equivale a qualcosa che tocca la dignità di ognuno di noi. E che pretende perfino una consapevole limitazione di libertà.
Mi sarei atteso che si aprisse un confronto serrato sul funzionamento della nostra regione, anche nei punti di maggiore vulnerabilità e nelle carenze di sistema che vanno oltre le responsabilità e i poteri delle persone che vi si dedicano ( e che non vanno ignorate). Non che si utilizzasse un procedimento tuttora in pieno svolgimento, peraltro caratterizzato da novità cautelari in atto ed in itinere, per aprire un processo politico che pretende di utilizzare la vicenda giudiziaria a fini di ribaltamento politico.
Principi elementari di civiltà avrebbero consigliato un approccio diverso suggerito dalla esigenza di preservare le istituzioni che sono preposte alla tutela degli interessi generali da strumentalismi mirati ad operazioni di potere. Altre sono e saranno le occasioni per fare valere valutazioni e scelte, ispirate magari da una più puntuale conoscenza di fatti e di eventuali misfatti”.
“Queste considerazioni – ha aggiunto Cifarelli – valgono non solo per la iniziativa consiliare ma anche per le indebite e istituzionalmente scorrette incursioni governative delle ultime ore a Matera cui vanno addebitate le medesime osservazioni che ho riservato ai firmatari della mozione di sfiducia.
Noi intendiamo confermare le scelte assunte all’atto dell’intervento della Magistratura : rispetto per l’azione che viene promossa, attesa per gli esiti del dibattimento, fiducia al presidente Pittella e certezza che egli saprà chiarire le sue responsabilità. Chi lo ha affiancato sa bene valore, generosità e trasparenza del suo impegno.
In forza di queste convinzioni abbiamo inteso procedere nei nostri doveri di governo facendoci carico di tutte le difficoltà e delle attese di un comunità regionale che chiede di essere tutelata e sostenuta nelle sue più esigenti domande che riguardano il buon funzionamento dei servizi ma soprattutto l’impegno a promuovere sviluppo e occupazione in un quadro di sostenibilità ambientale e di tenuta dei nostri conti.
Oggi respingeremo una mozione che abbiamo già definito nei suoi contorni di cinismo e di strumentalità”.
“Lo faremo – ha concluso – aprendoci a tutti gli approfondimenti che si renderanno necessari e ai quali non intendiamo sottrarci. È un dovere di servizio e di trasparenza cui non ci sottrarremo. Ma pretendendo rispetto per noi e per la Istituzione che rappresentiamo. Poiché la consideriamo un valore che va oltre le vicende che si frappongono nel nostro cammino. Il Governo di questa Regione continuerà ad operare al servizio dei lucani come vorrebbe il Presidente Pittella, al quale assicuriamo lealtà e coerenza nel solco della azione che ha intrapreso e che ci attendiamo possa presto riprendere”.
Allo schifo non c è mai fine, del resto da chi lo ha appoggiato per anni che cosa si poteva pretendere! Sono tutti una massa di collusi, sporchi fino al midollo
E che vi aspettavate ? Tutto secondo copione ! Ma ormai il PD è morto e sepolto e quelli che lo rappresentano sono solo dei fantasmi ! Non temete, elettori del Pd !! Il vostro caro Pittellone tra qualche giorno sarà di nuovo al suo posto !!